Versalis in vendita, dice Bloomberg. Un deputato siciliano interroga i ministri
Chimica pubblica italiana in vendita? Petrolchimico di Brindisi sul mercato? La notizia lanciata da un’autorevole agenzia finanziaria internazionale e al centro dell’attenzione dell’informazione specializzata, ha indotto un deputato di Siracusa del Pd, Giuseppe Zappulla, a tentare di stanare il governo circa l’intenzione di Eni di vendere a prezzo stracciato la società Versalis
BRINDISI – Chimica pubblica italiana in vendita? Petrolchimico di Brindisi sul mercato? La notizia lanciata da un’autorevole agenzia finanziaria internazionale e al centro dell’attenzione dell’informazione specializzata, ha indotto un deputato di Siracusa del Pd, Giuseppe Zappulla, a tentare di stanare il governo circa l’intenzione di Eni di vendere a prezzo stracciato la società Versalis.
Il caso non è stato ancora commentato dalle organizzazioni sindacali e da Confindustria Brindisi, né dai parlamentari locali, malgrado mesi fa sia stata annunciata una iniziativa targata Tomaselli-Consales per un accordo di programma sullo sviluppo dell’area brindisina, di cui nulla più si sa, e che comunque sarebbe scossa certamente dal passaggio di Versalis in altre mani.
Non è detto infatti che la vendita di un pezzo pregiato di Eni, il core business della chimica nazionale, si risolva positivamente per Brindisi – se si vuole restringere a noi il range della questione – come nel caso dell’acquisto della produzione motoristica aeronautica di Avio da parte di General Electric. Né a questo punto, si possono dormire sonni tranquilli basati solo sulle dichiarazioni rilasciate in fabbrica dall’amministratore delegato Eni, Claudio De Scalzi nella sua vista del 23 settembre scorso, che confermò la centralità dello stabilimento del suo impianto di cracking per le strategie del gruppo.
Per l’agenzia Bloomberg tutto è in vendita da Marghera alla Sicilia, per un solo miliardo di euro. Quindi l’onorevole Giuseppe Zappulla, ex direttore della Scuola edile di Siracusa ed ex sindacalista della Cgil, chiama in causa il ministro dello Sviluppo economico, la modenese Federica Guidi, e il ministro dell’Economia e delle Finanze, il romano Pier Carlo Padoan, perché informino la Camera dei Deputati sulla presunta vendita di Versalis.
“Secondo quanto riportato dall'agenzia Bloomberg, pubblicato e commentato da diversi autorevoli organi di informazione, l'attuale vertice dell'Eni starebbe valutando l'ipotesi di cedere il comparto della chimica costituito dalla società Versalis, rivolgendosi all'advisor Barclays al fine di individuare il percorso migliore per raggiungere tale obiettivo”, scrive Zappulla nella sua interrogazione.
Il deputato siciliano rileva che “secondo gli analisti finanziari, il valore della ex Enichem, con 6.000 dipendenti e 7 stabilimenti produttivi solo in Italia e joint venture in tutto il mondo, sarebbe stato indicato in un solo miliardo di euro. Una stima che sembrerebbe più orientata dall'urgenza di una rapida realizzazione di cassa – osserva ancora Zappulla -, piuttosto che ad una valutazione della strategicità per l'intero sistema industriale italiano di una società che rappresenta un colosso chimico mondiale”.
“Versalis è infatti la più grande azienda italiana per assetto industriale complessivo, fatturato e volumi di produzione, con un range di prodotti che vanno dai polimeri alle gomme, ma anche resine e prodotti di altissima specialità chimica per varie industrie, da quella dell'automotive a quella del packaging alimentare a quella dei giocattoli”, aggiunge l’interrogante per inquadrare il ruolo di Versalis nel contesto dell’industria nazionale.
“Una società che nel primo semestre del 2015 ha registrato un utile operativo prima degli oneri finanziari e delle imposte rettificato di 95 milioni, il primo dato positivo dopo anni di lacrime e sangue e che comporterà una chiusura dell'anno con un attivo; a puro titolo esemplificativo, il solo valore del ferro, del rame e del bronzo delle tubazioni che si snodano all'interno degli impianti italiani di Versalis, (Brindisi, Marghera, Priolo, Mantova, Ferrara, Ravenna, Ragusa e Porto Torres) – dice ancora il parlamentare del Pd - sul mercato dell'usato potrebbe comportare introiti di parecchie volte superiori alla sopraindicata cifra”.
Non c’è affatto da stare tranquilli, al cospetto della eventualità di una cessione di Versalis, se si guarda al passato anche recente: “Tali rivelazioni hanno suscitato la preoccupazione dei lavoratori del gruppo, che ragionevolmente temono gli effetti occupazionali di un'operazione che non sembra ispirata da una strategia industriale e che non è escluso che possa rappresentare l'ennesimo caso di cessione a gruppi stranieri dei nostri campioni industriali; come è purtroppo noto, il settore della chimica italiana ha visto in passato operazioni di cessione e fusione che si sono rivelate fallimentari dal punto di vista industriale e fonte di speculazioni finanziarie e manovre corruttive”, ricorda infatti Zappulla nell’interrogazione ai ministri Federica Guidi e Pier Carlo Padoan.
“La eventuale paventata vendita, totale o parziale, del comparto della chimica di Eni cancellerebbe il settore non solo dal core business dell'Eni ma dalla stessa politica industriale del Paese” con ripercussioni pesantissime per le stesse produzioni delle varie aree interessate. Quindi la domanda è “quali siano gli orientamenti del governo relativamente alle prospettive industriali del nostro Paese per un settore strategico come la chimica, un comparto per il quale sarebbero necessari invece ulteriori investimenti in ricerca, in qualità dei prodotti e in sostenibilità ambientale”. Anche Brindisi è avvisata.