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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

La Provincia trattiene i fondi di un progetto comunitario, l'Albania protesta

BRINDISI – Poche scuse e fuori i soldi, dicono da Durazzo. Quelli che la Provincia di Brindisi avrebbe dovuto smistare agli altri 18 partner del Progetto Amjowels (Adriatico Meridionale e Jonio wet lands system) nell’ambito del programma transfrontaliero Interreg III Italia-Albania, e ai quali pare abbia consegnato solo il 20 per cento delle somme spettanti, trattenendo il resto da oltre un anno, quando invece il regolamento prevede che le attribuzioni avvengano entro 30 giorni dal percepimento della quota versata dall’Autorità di pagamento del programma, in questo caso la Regione Puglia. Sono denari dell’Unione europea, non dell’amministrazione provinciale brindisina, e se da un lato non si hanno notizie di proteste da parte del Comune di Lecce, di quello di Nardò, di quelli di Ostuni, Carovigno e Fasano, Brindisi, Vernole e da altri partner, o dagli organi di gestione delle aree protette interessate, che certo non navigano nell’oro, dopo un anno di attesa si è invece assolutamente stufato il presidente del Consiglio della Regione di Durazzo, Seid Kertusha, che ha scritto una lettera di fuoco a Massimo Ferrarese – secondo le notizie che circolano a Bari – e per conoscenza al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola.

BRINDISI – Poche scuse e fuori i soldi, dicono da Durazzo. Quelli che la Provincia di Brindisi avrebbe dovuto smistare agli altri 18 partner del Progetto Amjowels (Adriatico Meridionale e Jonio wet lands system) nell’ambito del programma transfrontaliero Interreg III Italia-Albania, e ai quali pare abbia consegnato solo il 20 per cento delle somme spettanti, trattenendo il resto da oltre un anno, quando invece il regolamento prevede che le attribuzioni avvengano entro 30 giorni dal percepimento della quota versata dall’Autorità di pagamento del programma, in questo caso la Regione Puglia. Sono denari dell’Unione europea, non dell’amministrazione provinciale brindisina, e se da un lato non si hanno notizie di proteste da parte del Comune di Lecce, di quello di Nardò, di quelli di Ostuni, Carovigno e Fasano, Brindisi, Vernole e da altri partner, o dagli organi di gestione delle aree protette interessate, che certo non navigano nell’oro, dopo un anno di attesa si è invece assolutamente stufato il presidente del Consiglio della Regione di Durazzo, Seid Kertusha, che ha scritto una lettera di fuoco a Massimo Ferrarese – secondo le notizie che circolano a Bari – e per conoscenza al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola.

La cifra assegnata dalla Ue ad Amjowels era inizialmente di circa 4 milioni di euro, ma si è riusciti a contenere le spese delle iniziative previste entro i 4 milioni, che sono stati tutti liquidati dalla Regione Puglia, quale Autorità di pagamento, alla Provincia di Brindisi, cui spettava una quota complessiva di 500mila euro, centesimo in più o in meno. Ma dei quattro milioni gli altri partner hanno visto solo la prima quota. Il resto pare sia stato bloccato dalla ragioneria di Palazzo De Leo, e non certo per autonoma decisione dei funzionari. Chi seguiva il progetto, l’Ufficio politiche comunitarie, ha fino in fondo rendicontato e sollecitato, ma a quanto pare senza esiti. Che fine hanno fatto i soldi del Progetto Amjowels lo vuole sapere con urgenza assoluta il Dipartimento delle politiche economiche del Consiglio della Regione di Durazzo. Peraltro, trattenere indebitamente somme non di competenza significa come minimo accumulare diritti di mora ed interessi legali e bancari, che sembra Seid Kertusha pretenda, sottolineandolo nella lettera a Ferrarese e per conoscenza a Vendola.

Non è una bella figura per l’amministrazione provinciale brindisina, che nella precedente gestione Errico era diventata in Puglia ma non solo l’ente locale più attivo nei progetti comunitari. Dopo questa storia di Amjowels chi la vorrà come capofila, a partire dalle amministrazioni albanesi?  Ora sembra che non esista nemmeno più la squadra dell’Ufficio politiche comunitarie che aveva messo a segno tanti risultati: una diaspora obbligata, di fronte a grane come questa e a un pacchetto di iniziative molto limitato. Peraltro non è escluso che la Regione Puglia, a questo punto, voglia effettuare un controllo su tutti i sette progetti Interreg di cui la provincia di Brindisi era capofila, per verificare se versano nella stessa situazione di Amjowels. Intanto il presidente del Consiglio della Regione di Durazzo sembra sia stato molto chiaro: o la Provincia di Brindisi rimborsa subito ciò che deve – visto che di spese sostenute con anticipi dai partner ve ne sono in abbondanza – oppure l’ente albanese si muoverà sul piano legale ma anche chiamando in causa l’Unione Europea.

Una breve descrizione del Progetto Amjowels, avviato nel 2007. La Provincia di Brindisi ne era capofila, l’Albania il partner che avrebbe beneficiato dei trasferimenti di conoscenze, formazione e tecnologie. Al centro, la difesa e la valorizzazione delle zone umide del Salento e della Regione di Valona, che l’Unione europea considerava e considera un patrimonio ambientale importantissimo. C’era un bando per un corso di formazione di 20 laureati o studenti (dieci italiani e dieci albanesi) dal tema ‘Ecologia, conservazione e gestione degli ecosistemi acquatici di transizione e costieri’, ci sono state due edizioni di una regata velica che ha unito virtualmente le zone umide di Torre Guaceto ed Orikum, mentre le zone umide salentine incluse nel progetto sono il parco regionale delle dune di Lido Morelli (Ostuni e Fasano), Torre Guaceto (Carovigno e Brindisi), Saline di Punta della Contessa (Brindisi), Rauccio e Torre Veneri (Lecce), Le Cesine (Vernole), Palude del Capitano (Nardò). Da parte albanese, merita una citazione la Laguna di Kune-Vaini, zona umida di importanza internazionale.

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