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Economia

La spending-review arriva in fiera

VERONA - Niente televisioni, meno aziende e tagli alle spese: la spending review è arrivata in fiera. Con qualche raro caso in controtendenza.

VERONA - Al primo giorno di Vinitaly sono evidenti i tagli alle spese effettuati dalle aziende: meno personale agli stand, spazi ridotti, hostess quasi scomparse. È la spending-review del vino, e un po' se ne sentiva il bisogno: in fondo è servita ad eliminare il folclore ed a riportare l'attenzione sulle bottiglie, più che sulle scenografie. I tagli colpiscono tutta la Regione, che ha portato a Verona "solo" 121 aziende (negli ultimi anni si era arrivati a superare le 150), ed ha dovuto rinunciare per il secondo anno consecutivo ad occupare l'intero padiglione 10 della fiera.

Sono scomparsi anche i giornalisti e le televisioni: eccezione fatta per Telenorba, nessuno ha inviato le sue troupe, come accadeva di solito. La Regione Puglia ha affidato ad una agenzia il compito di inviare comunicati e interviste. A Bari hanno risparmiato anche sulla cucina: non c'è infatti lo spazio riservato a Slow Food e agli chef.

Ieri, nel pubblico di apertura anche al pubblico, consueto assalto allo stand di Cantine Due Palme. Hanno lavorato bene anche le Tenute Rubino di Brindisi e la Cantina Sandonaci. Sempre più in crescita le Cantine Paolo Leo. In controtendenza rispetto al ridimensionamento generale, le Cantine Risveglio di Brindisi, che si sono proposte con uno stand più grande del solito, su cui campeggia il logo del World Food Program.

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