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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Lavanderia del Perrino, il Cobas pronto alla manifestazione

Il sindacato afferma che la Lavit "sbeffeggia i lavoratori brindisini chiedendone il trasferimento a Foggia"

BRINDISI - Il sindacato Cobas ha pronunciato un chiaro e netto "no" al tentativo di conciliazione della vertenza della lavanderia dell'ospedale Perrino, gestito dalla ditta Lavit, nell'incontro di lunedì 3 maggio alla Prefettura di Brindisi. Il Cobas nei prossimi giorni organizzerà uno sciopero con manifestazione a Bari davanti la presidenza della Regione Puglia dove chiederà al presidente Michele Emiliano di intervenire nei confronti della Lavit, "azienda che sbeffeggia e provoca i lavoratori brindisini chiedendone provocatoriamente il trasferimento a Foggia", dicono dal Cobas.

Il Cobas chiederà "con determinazione al presidente Emiliano una rivisitazione della gara della lavanderia che comprende tutta la regione Puglia; la nuova gara regionale non prevede la lavanderia nell'ospedale Perrino di Brindisi, cancellando così una importante attività lavorativa".

Spiegano i Cobas in una nota a firma di Roberto Aprile: "La Lavit di fronte a una gara dal valore di 187 milioni di euro deve essere costretta dalla Regione a mantenere la lavanderia a Brindisi, evitando così ogni giorno di far scorrazzare da Foggia per tutta la Puglia decine di camion. Il Cobas non può considerare, a differenza di qualcun altro, un grande passo avanti una apertura di discussione della Lavit su tutto il personale; l'unica cosa certa fin dall'inizio di questa storia è il mantenimento dei livelli occupazionali alle stesse ore di lavoro".

La Lavit - secondo il Cobas - in questi giorni è stata costretta dalle insistenze della Asl ad aprire una discussione. "La Lavit - proseguono dal sindacato - sa bene che fino a quando non si trova una soluzione al problema occupazionale non otterranno il permesso da parte della Asl brindisina di iniziare le attività della nuova gara a Brindisi. La città e la provincia di Brindisi non possono continuare ad essere penalizzate; è ora che tutti, a partire dal sindaco Rossi con i consiglieri regionali e parlamentari, si alzino in piedi e comincino la fare la voce grossa per difendere i nostri legittimi interessi".

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