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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Le aziende chiudono, e nessuno fa nulla

BRINDISI - Stipendi bloccati, aziende che chiudono, licenziamenti e disperazione. Ma la politica nazionale perde tempo, mentre le istituzioni locali affidano appalti a ditte non brindisine. C'è qualcosa che non va nel sistema economico. E sarebbe ora che qualcuno intervenisse. Con i fatti.

BRINDISI - Ieri, nel giorno in cui la crisi ha fatto altre tre vittime a Civitanova Marche, mi è capitato di sentire due amici imprenditori. Il primo, titolare di una media impresa del settore edile della provincia, mi ha annunciato che da questo mese non riuscirà a pagare gli stipendi ai suoi operai (una trentina): «Da tre mesi è tutto bloccato, non paga più nessuno. Non so più che fare e cosa dire. E il dramma è che in queste condizioni conviene non prendere altri lavori, perché rischi di aumentare le spese senza incassare quel che ti spetta».

Il secondo amico, titolare di un’agenzia di servizi nel capoluogo, 15 anni di lavoro alle spalle, si è sfogato: «Dall’1 maggio dovrò licenziare la mia unica dipendente e non riuscirò a pagare i mutui. E al Comune di Brindisi continuano a dare appalti ai forestieri».

La situazione, nella nostra provincia, è questa. Siamo alla disperazione. Lo conferma (nell’intervista rilasciata oggi a BrindisiReport.it) il presidente di Confindustria, Pino Marinò. Lo dicono gli operai che da giorni sono sulla torre del nastro trasportatore. Lo fanno comprendere i negozi vuoti da mesi e le banche senza file.

Viviamo un dramma che ha già ucciso centinaia di persone in tutta Italia e che oggi viene finalmente allo scoperto, eppure nessuno sembra preoccuparsi più di tanto. La politica nazionale gioca: i saggi, le alleanze, Berlusconi sì-Berlusconi no, Bersani congelato, i grillini che fanno riunioni da carbonari, il PD che ha già dimenticato il congresso.

A livello locale non cambia nulla: ce la meniamo da un bel po’ di tempo con la Puglia che registra dati record nel turismo e nel vino, come se questo possa bastare a renderci felici.

Se un qualsiasi imprenditore prova a chiedere un prestito in banca, gli chiedono garanzie dieci volte superiori ai soldi richiesti. Ed è vero che anche nelle istituzioni, non solo al Comune di Brindisi, c’è qualcosa che non funziona, se buona parte degli appalti finisce ad aziende non brindisine.

Nelle ultime settimane sono stati assegnati tre servizi: tutti e tre ad aziende forestiere, peraltro vicine a personaggi di centrodestra (il che lascia presupporre che questa maggioranza di centrosinistra non conti davvero nulla, ma questo è un altro argomento...).

Ancora oggi si ha l’impressione che non si riesca a lavorare se non si è amici di qualcuno o se non si ha in azienda un figlio di qualcuno, e il riferimento non è solo ai politici, anzi, spesso si va molto oltre. Accade al Comune come altrove. Quel che succese all’Autorità portuale, invece, non è dato sapere, ma lì è da quasi 20 anni che si capisce poco o nulla.

La storia della brindisinità è sempre stata riduttiva e una buona scusa per non guardarsi allo specchio, ma qui si ha davvero l’impressione che si sia oltrepassato ogni limite: ovunque puntate lo sguardo, trovate gente e aziende venute da fuori. Saremo pure limitati. Ma stiamo passando anche per fessi.

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