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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Piano A2A: no delle associazioni al riutilizzo del sito, da bonificare

La proposta di A2A di passare dalla produzione di energia termoelettrica a carbone alla produzione di megawatt con fonti alternative ed innovative, e di realizzare nell'area dell'attuale centrale di Costa Morena anche un impianto di compostaggio da 70mila tonnelate annue, trova al momento un solo elemento di opposizione, imprescindibile

BRINDISI - La proposta di A2A di passare dalla produzione di energia termoelettrica a carbone alla produzione di megawatt con fonti alternative ed innovative, e di realizzare nell'area dell'attuale centrale di Costa Morena anche un impianto di compostaggio da 70mila tonnelate annue, trova al momento un solo elemento di opposizione, imprescindibile, da parte dei movimenti ambientalisti brindisini: discutiamo i progetti, ma non in quel sito, che va invece bonificato (previo smantellamento dell'attuale vecchia centrale ex Enel ed ex Edipower che risale agli anni Settanta).

Non sono posizioni fotocopia quelle del Forum Ambiente Salute e Sviluppo, e di Brindisi Bene Comune che pubblichiamo di seguito integralmente, ma convergono sul fatto che l'attuale area della centrale vada restituita agli usi portuali e retroportuali, e che i progetti di A2A, lo sostiene Brindisi Bene Comune, si possono ubicare in altri spazi della zona industriale. per il rsto, ben vengano energie alternative, ricerca, innovazione e lavoro attorno ad esse, ed anche un processo avanzato di compostaggio della frazione umida dei comuni del Brindisino.

Il Forum insiste sullo smantellamento della centrale termoelettrica di Brindisi Nord - Costa Morena prevista peraltro anche dal Documento  Programmatico Preliminare per il Pug votato nel 2011 dal consiglio comunale, e quindi sulla bonifica del sito. Quindi, dopo, restituita l'area ad altri usi economici legati al traffico merci, si potrà discutere dei progetti che la multiutility milanese intende realizzare a Brindisi invece della ripresa della produzione di energia termoelettrica a carbone, incluso quello dell'impianto di compostaggio. Ecco le posizioni dei due movimenti.

LA POSIZIONE DEL FORUM AMBIENTE SALUTE E SVILUPPO

La questione energetica a Brindisi è stata ed è la principale vertenza sociale che  da anni costituisce un vero e proprio vulnus alla salubrità ambientale della nostra  comunità.  Se non vi fosse stata una politica “compiacente” oggi non continueremmo a ripetere cose già dette: la centrale di Brindisi Nord (ex Enel, ex Edipower) avrebbe dovuto  essere dismessa  alla fine del  2004 con la piena tutela  - lo sottolineiamo con forza -  del diritto al lavoro  di tutti i dipendenti dell’impianto.

La centrale Edipower vista dalla Isole Pedagne

Giorni addietro l’attuale proprietà della centrale, la societa’ A2A Energiefuture, ha chiesto e ottenuto un incontro con l’amministrazione comunale per presentare un nuovo progetto da realizzare nell’area della centrale in questione. Progetto  in ordine  al quale ci riserviamo di esprimere  un giudizio più puntuale dopo un esame accurato.  L’area interessata, di proprietà della società A2A, è situata a ridosso del porto commerciale e di quello turistico, per cui è inammissibile prevedere  il trattamento  in quel sito  di 70.000 tonnellate all’anno della frazione organica dei rifiuti solidi urbani.

La chiusura  della centrale è prevista anche nel Documento  Programmatico Preliminare per il Pug che, approvato dal Consiglio comunale  a larghissima maggioranza  nel 2011, prevedeva per quell’area una destinazione d’uso legata alla retroportualità; e venne discusso e in buona parte condiviso dalle locali  associazioni ambientaliste e di cittadinanza attiva.  

Sorprende che  la società A2A (soggetto privato) sia stata accompagnata nell’incontro con l’amministrazione comunale  dal massimo responsabile dell’Agenzia regionale dei rifiuti (quindi dirigente pubblico), Gianfranco Grandaliano, che confidiamo non abbia così inteso esprimere il suo appoggio al progetto  prima ancora di conoscere il pensiero dell’Amministrazione Comunale  ignorando atti comunali della massima importanza.

Il Forum continua quindi a ritenere  che la centrale Brindisi Nord vada dismessa e che la società A2A, come previsto dalla autorizzazione integrata ambientale, debba farsi carico dello smantellamento e della bonifica, preliminarmente rispetto a qualsiasi soluzione tecnica futura che, in ogni caso, non può contemplare  il trattamento di rifiuti e che  deve  tutelare l’occupazione dei lavoratori  ancora oggi in carico all’impresa. 

LA POSIZIONE DI BRINDISI BENE COMUNE

Brindisi Bene Comune si è riunita per valutare la proposta presentata da A2A Energie Future. Finalmente si accantonano i vecchi progetti di centrali termoelettriche a carbone e combustione di rifiuti in favore dell’innovazione nel campo fonti rinnovabili e del trattamento dei rifiuti. 

La proposta di sviluppare due piccoli impianti pilota (uno sul mini-eolico, l’altro sul solare termodinamico) ha una nota di positività nel fatto che, contrariamente a quanto accaduto finora, non si vuole investire nella produzione di energia (le produzioni sarebbero veramente modeste) ma nello sviluppo di nuove tecnologie. Si tratterebbe, in definitiva, di un laboratorio in connessione con aziende private, Università ed Enti di Ricerca, all’interno del quale ottimizzare queste tecnologie con l’obiettivo di produrre impianti, da vendere poi in tutto il mondo.

La centrale ex Edipower di Brindisi

Accanto ad esso un impianto di compostaggio da 70.000 tonnellate l’anno, esattamente il fabbisogno della provincia di Brindisi, alimentato esclusivamente con la frazione organica rinveniente dalla raccolta differenziata e con scarti di attività agricole, il cosiddetto materiale strutturate necessario per il rilascio di ossigeno per la formazione del compost che verrebbe, poi, utilizzato in agricoltura. L’impianto prospettato sarebbe a doppio stadio, con una parte anaerobica per la produzione di Biogas che, altra nota positiva, verrebbe reimmesso in rete, non bruciato in loco.

Due progetti, quindi, nel campo dello studio delle fonti rinnovabili e del trattamento innovativo dei rifiuti. Vi sono aspetti sui quali, però, pensiamo si debba aprire una discussione in consiglio comunale, luogo nel quale devono essere necessariamente prese le decisioni. Riteniamo, infatti, che il luogo proposto da A2A non sia idoneo alla realizzazione di questi impianti. A2A propone, infatti, di utilizzare, dopo le necessarie dismissioni e bonifiche, l’area ad oggi occupata dalla Centrale Brindisi Nord; cioè, nel porto di Brindisi, a poche decine di metri dal mare.

Tale area a nostro avviso non dovrebbe essere dedicata a nuovi insediamenti industriali, ma piuttosto alle attività portuali. Segnaliamo, inoltre, che in quell’area insistono ben due vincoli paesaggistici (distanze minime dal mare e dal Fiume Grande) che non consentono l'installazione di quella tipologia di impianti, ai sensi del rr 24/2010. Infine, non è possibile individuare una giustificazione valida al luogo proposto da A2A neppure dal punto di vista logistico. Il conferimento dei rifiuti per l’impianto di compostaggio, infatti, è previsto via terra (circa 15 camion al giorno), non via mare.

Per Brindisi Bene Comune è necessario aprire un confronto con l’Azienda per identificare il luogo più idoneo a questo tipo di attività. Si potrebbe valutare, ad esempio, una perequazione, ovvero A2A dismette e bonifica interamente l’area (costo previsto dall’azienda di circa 50 milioni di euro), la restituisce al Comune di Brindisi che in cambio può cedere un terreno adatto alla realizzazione degli impianti ad esempio in zona ASI o in zona industriale o, coinvolgendo la Provincia, in Cittadella della Ricerca.

Un ulteriore aspetto su cui si richiede una riflessione politica riguarda l’impianto di compostaggio. Occorre decidere, insieme alla Regione, che oggi in collaborazione con l’agenzia regionale dei rifiuti gestisce l’impiantistica, se tale impianto in provincia di Brindisi debba essere pubblico o privato, non essendo ininfluente l’aspetto economico della gestione. Partendo da questi presupposti è possibile e necessario, secondo noi, aprire un ragionamento con A2A, con le forze politiche e l’intera città, per individuare un sito differente e favorire l’investimento sul territorio in nuove tecnologie a favore del bene comune.

 

                                                                   

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