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"L'Enel dismette il centro di ricerca: territorio ancora una volta penalizzato"

Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta alla sindaca Carluccio a firma del segratario generale della Cgil Brindisi, Michela Almiento, e del segretario generale della Filctem Cgil, Salvatore Viva, sul destino del Centro di ricerca della centrale Enel

Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta alla sindaca Carluccio a firma del segratario generale della Cgil Brindisi, Michela Almiento, e del segretario generale della Filctem Cgil, Salvatore Viva, sul destino del Centro di ricerca della centrale Enel Federico II di Cerano

Egregio Sindaco,
Sentiamo la necessità di richiamare la sua attenzione su quanto sta accadendo in questi giorni: Enel ha deciso di chiudere il Centro Ricerca di Brindisi, abbandonarne la sede che costruì negli anni ‘90 e trasferire il personale rimanente e parte dei laboratori nella Centrale Federico II a Cerano, nonostante l’assoluta contrarietà del Sindacato di Categoria Filctem, e della Cgil Confederale.  Tutto ciò che in questi mesi come Filctem e come Cgil abbiamo fatto e scritto, il nostro allarme, le nostre preoccupazioni, la nostra delusione, evidenziati  nei tanti comunicati-stampa e nei contatti ricercati e avuti con Parlamentari e Rappresentanti Istituzionali, sono rimasti inascoltati o risultati inefficaci. 

Nessuno, purtroppo, ha sentito il bisogno di venire a verificare, di approfondire quanto noi abbiamo denunciato e quanto stava accadendo, tutti si sono fermati alle rassicurazioni ricevute informalmente da Enel: che, cioè,  era  una mera “operazione logistica”, che non comprometteva  i posti di lavoro attuali dei diretti. Aspetto, questo, da considerare una “fortuna” visto che, con la crisi del termoelettrico, si chiudono perfino le Centrali.

Ma cosa accade, veramente, della Ricerca in Enel? Non è un semplice “trasloco” perché l’azienda  ha annunciato la scelta industriale di superare le strutture organizzative della Ricerca, mantenendo solo il pezzo innovazione. Dopo un incontro nazionale sono stati programmati  incontri territoriali, e a Brindisi è previsto per  il 13 luglio prossimo  su “Nuova organizzazione Innovation  - Riflessi sul personale sede Brindisi”. Di fatto, dal Centro Ricerca di Brindisi sono state già ricollocate, dal 1° luglio ’16,  4 unità di personale  verso Enel Mercato, altre 3 migreranno  verso Enel Green Power (Rinnovabili), tutti  gli altri in una nuova struttura, non ancora creata, di Supporto Tecnico Specialistico. 

Quindi lo spostamento logistico era solo un’ anticipazione: la realtà è che  Brindisi  perde una importante struttura organizzativa del Gruppo Enel e le professionalità saranno polverizzate verso altri filoni di attività. Inoltre con la chiusura della struttura  si perdono una decina di posti di lavoro nell’indotto dei servizi.

Crediamo, sindaco, che sia nelle sue prerogative chieder conto ad Enel di quanto sta accadendo, considerato che investire e implementare le attività del Centro Ricerca di Brindisi era  tra le richieste ineludibili di Comune, Provincia e Regione nel documento di ultima stesura delle famose  Convenzioni da sottoscrivere con la Società.

Ritrovarsi di fronte alla chiusura altro non è che  l’ennesima scelta che penalizza il presente e il futuro del nostro territorio, mentre avevamo puntato  affinché a Brindisi Enel ,oltre alle Centrali, costruisse un Centro Ricerca e investisse nel settore energetico, assumendo giovani laureati e diplomati del territorio, facendo sì che l’innovazione tecnologica scaturisse da progetti concreti portati avanti qui, e non fosse, invece, solo azione di marketing ingannevole come è accaduto con l’impianto-pilota di cattura della CO2. 

Siamo convinti che dismettere è una logica perdente se la si accetta e basta, senza pretendere che venga anche costruita qualche nuova opportunità, sarà sempre peggio, ed è un modo per allontanare quell’idea di sviluppo legata al reale cambiamento che può nascere solo mantenendo alta l’attenzione per il valore  della Ricerca.

Purtroppo in Italia l’attenzione è scarsissima così come è a livelli bassissimi la quota d’investimenti dedicati, tanto  che la sopravvivenza stessa della Ricerca è  lasciata in mano  alle libere offerte delle persone nelle varie maratone televisive, e si consente   alle   Aziende multinazionali, anche quelle ancora partecipate come Enel, di essere  libere di disfarsene, senza dover assumere impegni per il futuro, con logiche che hanno poco o nulla di politica industriale e molto di finanza. Come Cgil e come Filctem  confidiamo in un suo intervento urgente nei confronti della Azienda: Brindisi merita chiarezza e impegni. 

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