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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Manifestazione dei disoccupati, aderisce il Comitato 16 Ottobre, solidarietà della Cgil

BRINDISI – Domani martedì 15 marzo il Comitato dei Disoccupati ha indetto un corteo a Brindisi per il lavoro, con partenza alle 9 dal piazzale del tribunale in via Palmiro Togliatti. Oltre al Cobas, seguono le adesioni del Comitato 16 Ottobre (dalla data della manifestazione della Fiom nell’autunno scorso) e la solidarietà espressa dalla segreteria con federale della Cgil. In entrambi i casi c’è una proposta: formare un movimento unitario nel territorio brindisino.

BRINDISI – Domani martedì 15 marzo il Comitato dei Disoccupati ha indetto un corteo a Brindisi per il lavoro, con partenza alle 9 dal piazzale del tribunale in via Palmiro Togliatti. Oltre al Cobas, seguono le adesioni del Comitato 16 Ottobre (dalla data della manifestazione della Fiom nell’autunno scorso) e la solidarietà espressa dalla segreteria con federale della Cgil. In entrambi i casi c’è una proposta: formare un movimento unitario nel territorio brindisino.

"Il Comitato 16 ottobre di Brindisi aderisce e sostiene il “Corteo  per l’occupazione” organizzato dal Comitato dei  Disoccupati Brindisini per martedì 15 marzo alle ore 9,00 con partenza dal Tribunale di Brindisi.  La crisi avanza ed anche a Brindisi  sono ormai migliaia i cassintegrati e i disoccupati senza alcun  reddito. Intere famiglie che pagano un prezzo altissimo ad una crisi certo non provocata da loro, intere fasce sociali messe ai margini e condannate all’emarginazione.

I disoccupati che domani scenderanno in piazza reclamando lavoro, reddito e diritti pongono alla politica ed alla società tutta delle domande alle quali nessuno può sottrarsi. Se le imprese ed il mercato non sono in grado di garantire lavoro e reddito ai più, se i criteri di finanza pubblica prevalgono sulla vita delle persone, se l’Europa ed i governi impongono patti di stabilità che affamano interi settori sociali che si fa? Occorre secondo noi cambiare rotta, occorre un forte intervento dello Stato nell’economia, specie adesso in questi momenti di crisi ormai strutturale.

Occorrono risorse economiche per avviare i lavori di bonifica delle tante zone inquinate, occorre avviare al più presto lavori di risanamento della costa ridotta in condizioni pietose, occorre organizzare una seria raccolta differenziata per avviare un ciclo dei rifiuti basato sul recupero e sul riciclo, occorre introdurre un reddito sociale perché nessuno sia escluso dalla nostra società. Occorre una politica che si assuma le proprie responsabilità  e che dica chiaramente che questo modello di sviluppo è in crisi e ne occorre un altro che deve vedere un intervento forte dello Stato nell’economia.

Con tutti i disoccupati, i cassintegrati i lavoratori precari noi vogliamo confrontarci e per questo sosterremo l’iniziativa dei disoccupati di Brindisi. Per avviare un confronto proponiamo in una sede da definire per il prossimo Mercoledì 23 marzo un incontro con i disoccupati, i movimenti, i sindacati i partiti e tutti coloro che vogliono costruire un movimento per il lavoro il reddito e i diritti a Brindisi".

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La segreteria confederale della Cgil di Brindisi - "Esprimiamo solidarietà nei confronti dei disoccupati che  hanno deciso di scendere in piazza  il 15 marzo per manifestare tutta la loro disperazione. E’ una battaglia che, ormai,  tutti i giorni affrontiamo con le centinaia e centinaia di lavoratrici e lavoratori che cercano un lavoro, che lo hanno perso o che rischiano di perderlo. Tuttavia riteniamo che la complessità e la delicatezza della problematica avrebbe meritato la ricerca, sin dall’inizio della protesta,  di percorsi condivisi al fine di  delineare con chiarezza soluzioni possibili da sottoporre ai giusti interlocutori, ripartendo, intanto, dalla piattaforma rivendicativa unitaria CGIL,CISL e UIL, che indica proposte precise nei diversi settori produttivi. Un metodo di lavoro che consente di tutelare i soggetti più deboli e di evitare qualsivoglia strumentalizzazione.

Siamo comunque ormai di fronte a una situazione sempre più drammatica. Non c’è settore produttivo, infatti, pubblico o privato, che non registri difficoltà, con problemi che se pur  puntualmente denunciati da parte sindacale,  spesso restano insoluti nonostante  le proposte che si tenta di avanzare. Basta pensare a tutti i posti persi nella Pubblica Amministrazione, in virtù della  legge Brunetta, e alle conseguenze che ha comportato nella provincia di Brindisi, depauperata di servizi essenziali all’interno  dell’Ispettorato del Lavoro, dell’INPS, dell’INAIL, dei Tribunali, o la soppressione  della Direzione Provinciale del Tesoro. Abbiamo perso posti nella Scuola, nell’Università e nella Ricerca ( riforma Gelmini),  nella Sanità ( blocco del turn over e delle internalizzazioni) nella Cultura e nello Spettacolo.

Anche in questi settori, fondamentali per l’impatto che hanno sulla vita dei cittadini, dei lavoratori  e sul futuro di intere generazioni, non c’è stata alcuna apertura di modifica  dello scempio normativo che sta mettendo in ginocchio un sistema Paese. Continua a mancare un programma di politiche industriali, e il Governo sembra abbia solo l’abilità di decretare a danno di quei pochi settori che si stavano dimostrando trainanti per la ripresa, come, da ultimo, il settore della produzione energetica da fonti rinnovabili.

In tale contesto Brindisi, già precedentemente in forte sofferenza lavorativa, è sull’orlo di una paralisi che è urgente affrontare con determinazione, attivando subito un tavolo anticrisi, già più volte sollecitato, che muovendo  dalle opportunità in essere e da ciò che si può pianificare, costruisca risposte certe per un lavoro stabile, anche alla luce del piano straordinario regionale per l’occupazione  Tanto presuppone un ruolo attivo e il massimo coinvolgimento dei vari soggetti sociali che non può limitarsi solo alla fase iniziale, per la presentazione di progetti e investimenti, ma che deve  proseguire fino alla verifica delle ricadute occupazionali. Serve la responsabilità di tutto il Territorio che sappia realizzare politiche attive del lavoro, in maniera trasparente ed evitando nicchie di privilegi.

Ci rendiamo conto che, in assenza di interventi del Governo atti ad affrontare la crisi per determinare le condizioni di crescita e di sviluppo del Paese, ciò che può fare un territorio piccolo come il nostro non può essere esaustivo, ma sarebbe comunque una prima risposta alle tante situazioni di emergenza sociale".

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