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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Med Cooking School, buona la prima

CEGLIE MESSAPICA - È l’8 giugno del 2013, giugno ha deciso finalmente di fare il suo dovere. Giornata calda e limpida, sole dal raggio-succhiello che quando ti colpisce, se gli dai il tempo, ti penetra fino alle ossa aiutando chi soffre di reumatismi e spremendo chi è d’esteso volume.

CEGLIE MESSAPICA - È l’8 giugno del 2013, giugno ha deciso finalmente di fare il suo dovere. Giornata calda e limpida, sole dal raggio-succhiello che quando ti colpisce, se gli dai il tempo, ti penetra fino alle ossa aiutando chi soffre di reumatismi e spremendo chi è d’esteso volume.

Chi può godere di entrambi i trattamenti sud a ma si sente benissimo. E la strada verso Ceglie Messapica è lunga e contorta ma bisogna percorrerla, di sabato è faticoso dopo una settimana faticosa. Ma si chiude la prima sessione della Med Cooking School. Ci si arriva finalmente salendo l’erta di Montevicoli, parcheggiando sul viale che porta al Fornello dei Riccio e scendendo fino ad uno spiazzo che emana suoni di voci soavi e profumi di eden.

Un paio di scalini e si apre alla vista un pout pourri di colori e di luci da lasciare incantati. I ragazzi di mille provenienze vestiti di bianco con il nuovo grembiule in jeans concepito e realizzato da Melting Pot (mai nome fu più appropriato), i loro maestri, i personaggi importanti tra tavoli colmi di ogni ben di dio.

Farne una rassegna sarebbe cronaca e invece  sono tavole di un romanzo d’amore e d’avventura.

Sono allegri tutti e in tutte le lingue, Antonella e Vinod hanno il sorriso contagioso oltre che l’expertise. Si chiede in giro, si trova la ragazza tarantina che ha “fatto la domanda” così, e si è ritrovata in una esperienza unica, il ragazzo giapponese che, fra l’altro, ha imparato a dire “minchia!!!” e Marco, venticinque anni, che voleva qualcosa di “ancora più professionale” perché nonostante la sua esperienza (lunga e alla corte di un gigante della cucina) lui vuole imparare “di più”.

Meraviglioso, quando incontri un giovane magari coltissimo, che ha il morso del più capisci che l’evoluzione non si ferma, e cerchi di comprendere le ragioni di questo pensiero e per puro caso passa di là un suo maestro, Antimo Savese, e gli chiedi conto della parziale soddisfazione di un allievo che voleva imparare di più. E lui, serafico, ti risponde: “Anche io ho ancora tanta voglia di imparare!”

È tutto chiaro allora, e lo è ancora di più nelle parole dei ragazzi presi al volo, una scuola nella quale i maestri (e sono maestri veri) hanno insegnato agli allievi senza prosopopea e senza urla, lavorando insieme, con il sorriso e l’imprecazione, impegnandoli (e impegnandosi) ad imparare e cancellando dall’orizzonte della cucina quell’orrendo spettacolo che fa tanto audience televisiva nella quale prevale la mortificazione e l’insulto.

Cucinare è un atto d’amore: la dolcezza, l’allegria e la serenità sono gli ingredienti essenziali. Ceglie ha vissuto un momento splendido grazie alla conduzione di quella splendida Lilith dell’enogastronomia che è Antonella Millarte e al genio (culinario e filosofico) di André Paul Luotto che tutti conosciamo come Andy.

Di Gianni Bellanova, della signora dello yogurt e del panettone di Lenti con il capocollo di Santoro e di tutto il resto ne parleremo ancora, perché parlarne è mestiere che ci appartiene. Che il mondo funziona meglio se ciascuno fa la sua parte: i cuochi che cucinano, i giornalisti che scrivono, gli speaker che parlano e gli amministratori che realizzano le cose per la loro comunità.

Del sindaco di Ceglie Messapica, sempre elegante, non ne parliamo. Ne parlano in tanti. Ci limitiamo ad osservare che portare uno spicchio di mondo nella propria città e la propria città all’attenzione del  mondo è cosa sulla quale pontificano molti Sindaci. Luigi Caroli semplicemente lo fa, e noi speriamo che lui continui a farlo e qualcuno provi ad imitarlo.

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