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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Minervini: porto ok. I dati dicono no

BRINDISI – A questo mondo si potrebbe affermare tutto e il contrario di tutto, se non ci fossero poi i cosiddetti riscontri obiettivi a stabilire la fondatezza di alcune affermazioni. Come quella odierna dell’assessore regionale ai Trasporti, Guglielmo Minervini, il quale in un comunicato afferma che “L’approdo di una importante compagnia, l’attivazione di nuove rotte e il recente reinserimento nei circuiti crocieristici sono segni concreti di rilancio del porto di Brindisi e del lavoro svolto in questi mesi dall’autorità portuale”.

BRINDISI – A questo mondo si potrebbe affermare tutto e il contrario di tutto, se non ci fossero poi i cosiddetti riscontri obiettivi a stabilire la fondatezza di alcune affermazioni. Come quella odierna dell’assessore regionale ai Trasporti, Guglielmo Minervini, il quale in un comunicato afferma che “L’approdo di una importante compagnia, l’attivazione di nuove rotte e il recente reinserimento nei circuiti crocieristici sono segni concreti di rilancio del porto di Brindisi e del lavoro svolto in questi mesi dall’autorità portuale”.

E ancora: “Il porto di Brindisi – conclude Minervini – è indispensabile nel sistema portuale regionale e questa attivazione di nuove rotte si colloca sulla scia di potenziamento dell’offerta della Puglia che può e deve giocare un ruolo sempre più importante rispetto a tutta la rete di collegamenti marittimi che interessano l’area euro-mediterranea, il Medio Oriente, la Turchia, il Mar Nero e naturalmente, la Grecia ed i Balcani”. Il comunicato oltre che attraverso i canali di comunicazione della giunta regionale, è pervenuto nelle reazioni anche attraverso una rapidissima girata da parte della stessa Autorità portuale brindisina, che vi trova ampia legittimazione.

Ma veniamo alla realtà. Intanto i dati statistici – i famosi riscontri obiettivi - dicono tutt’altro. Ecco solo quelli più recenti: febbraio e marzo 2012 paragonati con gli stessi mesi del 2011. Passeggeri: nel febbraio 2012 sono stati 9.655, nel febbraio dell’anno precedente 19.973; nel marzo 2012 sono transitati da Brindisi 14.911 passeggeri, l’anno prima 21.817. Merci: nel febbraio scorso sono state complessivamente 1.059.061, l’anno precedente 674.726, ma l’incremento è tutto carbone e cenere (nel febbraio 2012 abbiamo 668.787 tonnellate, nel febbraio precedente 345.350, le ceneri rispettivamente 104.480 contro 22.740); a marzo 2012 si è scesi a 879.644 contro le 851.681 del 2011, ma anche qui il carbone pesa (nel marzo scorso 477.530, in quello dell’anno scorso 411.526). Tir: un disastro, con 1735 camion nel febbraio 2012 contro i 5373 dell’anno precedente, e 2016 nel marzo 2012 contro i 5550 camion del marzo 2011.

Quindi il problema è ancora più complesso, perché a fronte di questo quadro gravissimo non basta l’arrivo di una nuova compagnia per guardare con fiducia al futuro. Tanto più che un armatore brindisino sta per spostare sul porto di Bari una delle sue navi, la European Voyager, per fare la linea con Durazzo, ad esempio. E che non ci sono ancora notizie di contratti o acquisizioni di nuove linee invece a Brindisi. La Grimaldi porta linfa vitale, ma l’impressione è che non arrivi per aggiungere traffico, ma solo per rimpiazzare traghetti greci che forse non saranno più in linea. Insomma, la crescita di un porto è un’altra cosa, anche se è comprensibile che chi ha aggiunto la propria firma per fare arrivare Iraklis Haralambidis a Brindisi, nell’ambito di un gioco di accordi che doveva garantire la conferma di Francesco Mariani a Bari e la nomina di Francesco Prete a Taranto (situazioni considerate prioritarie rispetto a quella di Brindisi, esattamente come è avvenuto poi per gli accordi elettorali), debba in qualche modo giustificarla.

Sin qui, però, la politica. Sarebbe interessante sapere cosa pensa Minervini della recente ordinanza di Haralambidis sui diritti portuali (considerata discriminatoria da molti agenti marittimi, che ricorreranno al Tar), e dei dati reali del porto. Che sono tutt’altro che una base per la crescita futura, ma solo un assordante campanello d’allarme. Con alcuni licenziamenti già avvenuti. E come pensa che un porto che non ha sufficienti ormeggi per i traghetti e anche per le navi da crociera possa crescere. Qui crescono solo le tariffe dei rimorchiatori.

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