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La Marina concede in uso ai privati il bacino di carenaggio. Nasce un indotto

La Marina Militare concede in uso le proprie attrezzature ai privati, e attorno al bacino di carenaggio della Stazione navale di Brindisi sta nascendo un interessante indotto. Ecco cpme e perchè, e chi sono i protagonisti

BRINDISI – La rivitalizzazione degli ex Arsenali da parte della Marina Militare sta diventando occasione di lavoro anche per le imprese private che possono utilizzarne le attrezzature, ma a differenza del passato questo tipo di comodato mantiene interamente nel territorio l’economia determinata anche per la stessa forza armata. In passato l’affitto di attrezzature degli arsenali da parte dei privati finiva nelle casse della Difesa, mentre oggi le Maristanav, le Stazioni navali che sono il nuovo ente nato al posto degli Arsenali, usufruiscono direttamente delle contropartite, che non possono essere erogate in denaro, ma come materiali e servizi preventivamente indicati negli accordi che di volta in volta vengono stipulati tra la Stazione vale e l’impresa privata esterna.

Una breve premessa per sottolineare che ciò che si va diffondendo da alcuni mesi in varie Stazioni navali, Taranto inclusa, è stato sperimentato già a gennaio del 2014 a Brindisi, che ha fatto da apripista per questa importante sinergia, e che proprio per questo oggi non può rischiare di passare in seconda fascia, ma deve utilizzare al meglio l’opportunità offerta intanto dalla presenza di un bacino di carenaggio oggi utilizzabile per unità fino a 800 tonnellate, che potrebbe essere affiancato in futuro da un secondo bacino da 1000 tonnellate, ma presto anche dal ripristino di macchinari da officina che erano destinati all’alienazione, come torni, frese e altre attrezzature per lavori navali.

L’azienda che ha aperto questa nuova strada a Brindisi è la Limongelli Srl, specializzata in forniture navali da circa 80 anni, ma ormai da tempo in via di diversificazione nel settore delle forniture industriali e per comunità. I contatti con la Marina Militare erano cominciati nel 2013, spiega Amilcare Limongelli, per concordare l’utilizzo del bacino di carenaggio da 800 tonnellate. A Brindisi la Limongelli Srl un anno fa ha cominciato ad utilizzare il bacino della Marina Militare con i rimorchiatori dell’impresa Barretta. Ad oggi sono tre i carenaggi eseguiti. In precedenza i rimorchiatori brindisini dovevano sobbarcarsi lunghe trasferte a Messina oppure a Ravenna per cercare la prestazione con la migliore convenienza qualità-prezzo, ma da un anno il lavoro si fa a Brindisi grazie agli accordi stipulati tra la Limongelli Srl e la Stazione navale, che ovviamente mette a disposizione il bacino solo quando non è impegnato per unità militari.

La Limongelli, a sua volta, ha chiesto le prestazioni di altre imprese locali per le forniture di mano d’opera specializzata, in questo caso i Cantieri Danese e l’impresa metalmeccanica Brigante (per gli interventi di saldatura). Su queste attività di manutenzione navale, grazie alla disponibilità della Marina Militare, Brindisi dunque si può giocare un interessante indotto in Adriatico, dove oltre a Ravenna e Trieste, le alternative oggi sono in Croazia e ancora per un po’ in Montenegro. L’importante è che l’utenza potenziale sappia che a Brindisi ci sono un bacino di carenaggio utilizzabile, secondo le disponibilità della Marina Militare, professionalità e presto anche saranno accessibili alcune importanti attrezzature di officina.

C’è solo un problema da risolvere strada facendo, che è quello del dragaggio dei fondali della base navale, che vanno adeguati alle potenzialità del bacino attuale e di quello futuro per unità da mille tonnellate di cui si parla in questi giorni. Un passo concreto perché il porto dia lavoro alle imprese locali.

Il bacino di carenaggio della Marina Militare-2

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