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Economia

Nasce il superdistretto aerospaziale

ROMA – Dopo alcuni anni di lavoro (paziente e non certo facile) è nato ufficialmente, oggi pomeriggio a Roma in uno studio notarile, il Cluster tecnologico dell’aerospazio, che unisce i cinque distretti industriali, della ricerca, dell’innovazione e della formazione specifica più importanti del Paese: Campania, Lazio, Lombardia, Piemonte e Puglia. Il presidente del cluster nazionale è Giuseppe Acierno, presidente anche del Distretto aerospaziale pugliese. E ci sono subito quattro programmi in gioco, per tenere agganciata l’Italia al percorso indicato dall’Unione europea con il programma Horizon 2020. Tre di questi riguardano direttamente la Puglia.

ROMA – Dopo alcuni anni di lavoro (paziente e non certo facile) è nato ufficialmente, oggi pomeriggio a Roma in uno studio notarile, il Cluster tecnologico dell’aerospazio, che unisce i cinque distretti industriali, della ricerca, dell’innovazione e della formazione specifica più importanti del Paese: Campania, Lazio, Lombardia, Piemonte e Puglia. Il presidente del cluster nazionale è Giuseppe Acierno, presidente anche del Distretto aerospaziale pugliese. E ci sono subito quattro programmi in gioco, per tenere agganciata l’Italia al percorso indicato dall’Unione europea con il programma Horizon 2020. Tre di questi riguardano direttamente la Puglia.

“Il cluster nasce con una strategia chiara, definita e condivisa dai principali attori dell’aerospazio italiano. L’obiettivo del cluster – si legge in una dichiarazione di Acierno contenuta nel comunicato sulla nascita del meta distretto nazionale - è di  fornire un concreto contributo alla competitività del sistema aerospaziale italiano attraverso l’attuazione della sua strategia.  Integrazione, collaborazione, capacità di creare sistema e massa critica sono le parole poste alla base del cluster e che utilizzeremo da subito nel contesto europeo ed internazionale”.

Campania, Lazio, Lombardia, Piemonte e Puglia da sole con i loro distretti regionali “rappresentano circa l’80% del fatturato nazionale del settore. Le cinque realtà interessate, forti degli accordi sviluppati già a partire dal 2008 e delle attività svolte da ciascuno in vista della creazione del metadistretto, hanno raccolto la sfida e – si annuncia nel comunicato - con la collaborazione di Aiad (l’associazione delle imprese aerospaziali del settore difesa, ndr), Asi (l’agenzia spaziale italiana, ndr), Cnr e dei più grandi  gruppi italiani del settore, Finmeccanica e Avio, hanno dato vita a un metadistretto, con l’intento di mettere a sistema le competenze nazionali per affrontare insieme le sfide del mercato mondiale, in un comparto che in Italia realizza un fatturato di poco inferiore ai 25 miliardi di euro, occupando circa 40 mila addetti”.

Il Cluster tecnologico dell’aerospazio rafforzerà le strategie e le politiche del governo e dell’industria italiana in Europa con il suo piano già presentato ai ministeri competenti: “Il cluster nazionale si è dotato di un piano strategico che racchiude una pluralità di competenze, programmi e interessi relativi a un  comparto ad altissima tecnologia come quello aerospaziale. ‘Oggi abbiamo dato il via ad un percorso – aggiunge il presidente Giuseppe Acierno - che a breve coinvolgerà altre eccellenze italiane appartenenti ad altre regioni tra le quali  Emilia Romagna, Toscana, Umbria’. In questa logica il metadistretto ha già dato il via alla progettazione di quattro distinte iniziative di ricerca industriale e sviluppo che coinvolgono competenze distribuite in diverse aree territoriali del Paese”.

La loro attuazione concorrerà a favorire un efficace posizionamento di nuovi prodotti dell’impresa aerospaziale sul mercato internazionale, si sottolinea nel comunicato. I quattro progetti riguardano sviluppo di nuove tecnologie per lo sviluppo di convertiplani (i velivoli ad ala variabile in grado di atterrare e decollare anche in verticale); di Uav (velivoli senza pilota) ed addestratori di nuova generazione, di motoristica ecocompatibile e per l’osservazione della terra ed esplorazioni spaziali.

Per quanto riguarda gli addestratori di nuova generazione il programma di sviluppo e costruzione sarà realizzato in Puglia: si tratta di uno screener, cioè di un primary trainer, un aereo per il primo livello di addestramento dei piloti civili e militari, ch vede insieme Alenia Aermacchi, Blackshape di Monopoli, nota per il successo del suo monomotore ad elica biposto Prime, e Avio Group per la parte motore. Si cercherà di realizzare sempre in Puglia la linea volo del nuovo addestratore.

Nel campo delle nuove tecnologie per l’esplorazione della terra sono in campo due aziende pugliesi  altamente innovative: Planetek Italia Srl di Bari, con una primaria esperienza nel settore dell’osservazione satellitare e produzione di softaware dedicati, e Sitael Spa di Modugno, che ha sue tecnologie nella pancia di “Curiosity”, il rover-laboratorio che la Nasa ha schierato per la sua ultima missione su Marte. Fa parte del progetto anche il Cnr.

Il progetto del convertiplano sarà probabilmente sviluppato da AgustaWestland fuori dalla Puglia, ma non si può escludere che venga interessato anche lo stabilimento di Brindisi. La turbina a basso impatto ambientale vede invece impegnata Avio con la sua unità di ricerca e sviluppo presso il Politecnico di Bari, lo stesso Politecnico barese e l’Università del Salento. In tutti i progetti in Pugliasono impegnate anche altre Pmi della regione.

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