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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia Cellino San Marco

Nessuna coop in vista: parte la lotta

CELLINO SAN MARCO – “In quindici anni non abbiamo mai rischiato il posto di lavoro e ora, da un anno e mezzo, siamo stati licenziati e riassunti già tre volte, non abbiamo più tutele e questa volta rischiamo di rimanere a casa per lungo tempo. Inutile sottolineare che abbiamo figli e mogli da mantenere e mutui da pagare”.

CELLINO SAN MARCO – “In quindici anni non abbiamo mai rischiato il posto di lavoro e ora, da un anno e mezzo, siamo stati licenziati e riassunti già tre volte, non abbiamo più tutele e questa volta rischiamo di rimanere a casa per lungo tempo. Inutile sottolineare che abbiamo figli e mogli da mantenere e mutui da pagare”.

A parlare sono i sette operai che sabato scorso sono stati licenziati dalle cooperative  che per conto del Comune di Cellino si occupavano di verde pubblico, servizi cimiteriali arredo urbano e manutenzione nelle scuole e che qualche giorno fa si sono rifiutate di firmare la seconda proroga dell’appalto mandando a casa i suoi dipendenti.

Il rifiuto è legato a questioni economiche, l’ente comunale ha proposto un canone mensile di 19mila euro, invece dei 23mila accordati, imponendo, inoltre di aggiungere altre tre unità in servizio part-time. E oggi sit-in davanti al municipio organizzato dal Cobas e dal suo responsabile provinciale, Roberto Aprile.

“A conti fatti ci stiamo ritrovando a lavorare in dieci e con uno stipendio più basso perché i soldi versati alla cooperativa sono diminuiti, le due cooperative che si occupavano di espletare i servizi di manutenzione delle strade e delle scuole, del cimitero e del verde pubblico, si sono rifiutate di firmare la proroga mandando dieci operai a casa”, hanno spiegato questa mattina Claudio Rillo di 47 anni, Antonio Casalino di 61, Silvio Caldiron di 54, Maurizio Bello di 55, Michelino Colonghi di 51, Marco Paura di 48 e Arcangelo Alfarano di 64.

I sette che questa mattina hanno inscenato la protesta chiedendo un incontro (che non c’è stato) con il primo cittadino, l’avvocato Francesco Cascione, sono tutti padri di famiglia e nella maggior parte dei casi sono gli unici a portare uno stipendio a casa. Non possono permettersi di non lavorare o di restare anche solo un mese senza paga.

“La situazione è più grave di quella che sembra. Certo nell’ultimo anno e mezzo, da quando si è insediata la nuova amministrazione siamo stati licenziati già tre volte ma questa volta pare che nessun’altra cooperativa sociale abbia intenzione di accettare un canone così basso, specie perché i servizi richiesti sono troppi e il costo del personale è anche aumentato – hanno spiegato i sette operai – , lavoriamo per conto del Comune di Cellino San Marco da quindici anni e ci siamo sempre occupati di verde pubblico, manutenzione di strade e istituti scolastici, arredo urbano e del cimitero comunale, dalla custodia alla tumulazione delle salme”.

Da sabato scorso tutti questi servizi sono stati sospesi, il camposanto sarebbe stato affidato a un custode dipendente di un’altra cooperativa e alcuni interventi urgenti vengono affidati ai volontari della Protezione Civile. Una situazione, questa, che, però, non può durare a lungo, né per i dieci operai licenziati, né per i cittadini di Cellino San Marco.

Questa mattina i sindacati hanno incontrato il vice sindaco Corrado Prisco che ha già avviato la procedura per trovare una nuova cooperativa. Al momento, infatti, è stato affisso  nell’albo pretorio del Comune un avviso pubblico per la “manifestazione di interesse” rivolto alle cooperative sociali che hanno i requisiti per svolgere le attività richieste.

Fino a quando qualcuno non accetterà l’appalto (a quel prezzo), però, dieci lavoratori resteranno a casa. “Confidiamo nei funzionari dell’Ufficio Tecnico, che sono padri di famiglia anche loro, perché trovino al più presto una soluzione per noi. Non possiamo permetterci di essere disoccupati per lungo tempo”. Qui sotto, l'avviso per le manifestazioni di interesse.

L'avviso pubblico per il servizio Global Service

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