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A Costa Morena Est invasione di tubazioni Tap, merci a rischio

L’Autorità Portuale di Brindisi si appresta ad ampliare i tempi e l’area della concessione a Costa Morena Est a Snam, per lo stoccaggio delle tubazioni che saranno utilizzate per realizzare la condotta Tap, ma gli operatori portuali dovranno rinunciare a fare business

BRINDISI – L’Autorità Portuale di Brindisi si appresta ad ampliare i tempi e l’area della concessione a Costa Morena Est a Snam, per lo stoccaggio delle tubazioni che saranno utilizzate per realizzare la condotta Tap, il gasdotto che dal confine con la Turchia convoglierà prima in Italia, quindi in Europa il metano dei giacimenti azeri del Mar Caspio, riducendo così la dipendenza dal gas naturale russo.

Ma chi ci perderà, se la maggior parte della banchina di Costa Morena Est sarà trasformata in deposito, sarà l’economia brindisina. L’Autorità Portuale incasserà i canoni di concessione, che peraltro si dice siano molto bassi, ma gli operatori portuali dovranno rinunciare a fare business (e quindi lavoro), promuovendo presso le compagnie armatrici e i grandi vettori del trasporto merci un’area la cui infrastrutturazione è stata da poco completata, e con investimenti pubblici.

La situazione era stata già segnalata da BrindisiReport in un articolo del 4 ottobre scorso, quando l’Autorità Portuale aveva rilasciato con la formula dell’anticipato possesso all’impresa portuale Peyrani circa un ettaro e mezzo di nuova banchina per un anno. Ora ci si potrebbe invece trovare a breve di fronte ad una concessione vera e propria con una dilazione dei tempi (si dice tre anni) ma anche dello spazio da adibire a deposito tubi.

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La decisione dovrà comunque assumerla il Comitato portuale. Certo è che la gestione commissariale dell’Autorità Portuale di Brindisi nel proporre ciò va ben oltre l’ordinaria amministrazione, e proprio quando con la ratifica della nomina del nuovo presidente Ugo Patroni Griffi sta per entrare in funzione la nuova Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Meridionale, che mette in rete i porti da Manfredonia  a Brindisi, con Barletta, Bari e Monopoli.

Non è solo Brindisi ad avere bisogno di una banchina di Costa Morena Est dedicata al traffico commerciale, infatti, ma l’intero sistema essendo anche il porto di Bari saturo, obbligando alla ricerca di spazi per la movimentazione dei container. Ma se tutti gli investimenti pubblici utilizzati per infrastrutturare Costa Morena Est dovessero essere in questa fase vanificati, per trasformare una banchina che può rendere molto in fatturato e occupazione alle imprese in un semplice deposito di tubi, Brindisi si troverebbe nuovamente di fronte ad uno spreco di opportunità.

Per lo stoccaggio delle tubazioni Saipem si sarebbero potuti utilizzare gli spazi a disposizione nella zona industriale, creando anche più lavoro non solo per lo sbarco e lo stoccaggio, ma anche per il trasporto verso i depositi. Invece si sceglie di saturare e occupare una struttura nata per fare business, dotata finalmente di pavimentazioni, torri-faro, e collegata persino alla rete ferroviaria da una linea in fase di ultimazione, per spostare merci e container sulla tratta Lecce-Bari, elettrificata e adoppio binario, quindi idonea a questo traffico.

Il malumore tra gli operatori portuali è forte, mentre delle amministrazioni locali che siedono in Comitato portuale conosceremo posizioni e pareri al momento della convocazione di una seduta sulla questione. Intanto bisognerebbe evitare che il materiale per il gasdotto accumulato in banchina aumenti, rendendo problematico il suo spostamento in caso di decisione negativa sull’ampliamento di tempi ed area da concedere: in altre parole, che ci si trovi di fronte al fatto compiuto.

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