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Passa in consiglio regionale la legge che trasforma l'AqP da Spa a ente pubblico

BARI – L’AqP da società per azioni diventa ente pubblico. Dal consiglio regionale della Puglia questa sera la prima risposta dopo la vittoria nel referendum sull’acqua. A maggioranza l’assemblea (37 voti a favore tra centrosinistra e Mep, e 24 contrari del centrodestra e dell'Udc) ha approvato il disegno di legge “Governo e gestione del Servizio idrico integrato - Costituzione dell'Azienda pubblica regionale Acquedotto pugliese (Aqp)”.

BARI – L’AqP da società per azioni diventa ente pubblico. Dal consiglio regionale della Puglia questa sera la prima risposta dopo la vittoria nel referendum sull’acqua. A maggioranza l’assemblea (37 voti a favore tra centrosinistra e Mep, e 24 contrari del centrodestra e dell'Udc) ha approvato il disegno di legge “Governo e gestione del Servizio idrico integrato - Costituzione dell'Azienda pubblica regionale Acquedotto pugliese (Aqp)”.

Nichi Vendola ha detto: “Rendere l'Acquedotto pugliese di proprietà del popolo pugliese - afferma - credo sia il modo migliore di rispondere alla meravigliosa domanda di cambiamento e di difesa dei beni comuni che si è espressa nei referendum». Aqp è oggi una società per azioni della quale la Regione Puglia è socio di maggioranza (87% circa) e la Basilicata di minoranza (13% circa).

Diventò Spa nel '98 con il governo D'Alema che voleva vendere le azioni dell'ex Ente Autonomo Acquedotto Pugliese all'Enel. Un progetto questo che venne fortemente contrastato dall'attuale ministro ai Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, che diventò governatore della Puglia nel 2000: un anno prima, nel '99, era stato firmato il decreto di trasformazione dell'ente in Apa.

“Oggi  l'azionista unico è pubblico ma resta una società per azioni che opera con le regole del diritto privato; allora noi – ha detto il governatore Vendola nel suo discorso in consiglio regionale - vogliamo sgomberare il campo da qualunque ipoteca di privatizzazione e per questo stiamo mettendo in sicurezza il futuro Acquedotto Pugliese, trasformando la sua natura giuridica, rendendolo di proprietà del popolo pugliese e ripubblicizzandolo: credo sia il modo migliore di rispondere alla meravigliosa domanda di cambiamento e di difesa dei beni comuni che si è espressa nei referendum”.

Fabiano Amati, assessore alle Opere pubbliche, gli ha fatto eco: “Siamo i primi in Italia che legiferano sulla gestione pubblica del servizio idrico, dopo la consultazione referendaria. Queste sono battaglie che valgono una vita politica”. Non certo per l’opposizione di centrodestra. Secondo il Pdl, ad esempio, “la ripubblicizzazione dell'Acquedotto Pugliese è incostituzionale”. Rocco Palese, il capogruppo ed ex sfidante di Vendola, dice che “la promessa di acqua gratis per tutti è una vera e propria presa in giro” dei pugliesi da parte di Vendola.

“Ad oggi – ha detto ancora Palese - sono ancora in vigore due leggi nazionali: il decreto legislativo del 1999 che sancisce la trasformazione dell'Ente Autonomo Acquedotto Pugliese in Società per azioni e la Legge finanziaria del 2002 con cui lo Stato, trasferendo le azioni di Aqp alle Regioni Puglia e Basilicata, vincolava il trasferimento alla privatizzazione dell'Acquedotto entro i 6 mesi successivi». Ma queste sottolineature non hanno indotto il centrosinistra a cambiare posizione o ridurre gli entusiasmi.

Il capogruppo del Pd, Antonio De Caro, ha rilevato che “si tratta di un cambiamento che, insieme alla neonata Autorità idrica che affida ai sindaci il controllo della qualità e delle tariffe dell'acqua, stabilisce una volta per tutte che l'acqua non si tocca”. La pensa sostanzialmente anche Salvatore Negro, il capogruppo dell'Udc, per il quale quella sulla ripubblicizzazione dell’AqP è una legge demagogica che “non garantisce realmente un minimo vitale ai soggetti meno abbienti, considerato che tale garanzia è subordinata agli avanzi di gestione dell'Azienda che nessuno può determinare con certezza”.

Altra questione, secondo l'Udc, riguarda la sottrazione di quote di cofinanziamento regionale di diversi progetti relativi a programmi comunitari, in particolare nei settori dei trasporti e dell'assistenza tecnica all' attuazione del programmo operativo Fesr 2007-2013, per acquisire le quote societarie della Regione Basilicata che ammontano a 12,5 milioni di euro. Si tratta di un provvedimento  che entrerà in vigore “solo dopo il 2018, ma 12milioni e mezzo di euro alla Basilicata la Puglia li darà subito”, ha chiuso il vice capogruppo Udc, Euprepio Curto.

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