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Perrino e Cittadella aspettano il treno

BRINDISI – Bari con l’aiuto della Regione realizza la metropolitana leggera tra la stazione ferroviaria centrale e l’aeroporto di Palese, che consentirà a tutta la Puglia di accedere ai collegamenti aerei del “Karol Wojtyla” senza dover raggiungere il terminal in auto o in un bus, ma comodamente in treno. Brindisi dal 2005 non riesce ancora a realizzare due banchine in cemento per le fermate, sulla linea per Taranto, all’ospedale Antonio Perrino e alla Cittadella della Ricerca, due poli strategici, l’uno per la salute, l’altro per la formazione universitaria e i laboratori, per il capoluogo ma anche per l’intera provincia.

BRINDISI – Bari con l’aiuto della Regione realizza la metropolitana leggera tra la stazione ferroviaria centrale e l’aeroporto di Palese, che consentirà a tutta la Puglia di accedere ai collegamenti aerei del “Karol Wojtyla” senza dover raggiungere il terminal in auto o in un bus, ma comodamente in treno. Brindisi dal 2005 non riesce ancora a realizzare due banchine in cemento per le fermate, sulla linea per Taranto, all’ospedale Antonio Perrino e alla Cittadella della Ricerca, due poli strategici, l’uno per la salute, l’altro per la formazione universitaria e i laboratori, per il capoluogo ma anche per l’intera provincia.

La situazione attuale la spiega l’assessore provinciale ai Trasporti, Donato Baccaro (anche sindaco di Cisternino). Dopo tutti questi anni di iter – in verità molto lento – sia autorizzativo che di concertazione, con passaggi al Comune di Brindisi per i nullaosta urbanistici (completati), e con i partner del progetto, Trenitalia ed Rfi per le opere, non è stata ancora bandita la gara di appalto, e non sono stati effettuati i necessari espropri. Come dire, che se anche tutto si rimettesse in moto domani, nella migliore delle ipotesi ci vorrebbe un anno per avviare i lavori. Ci sono le banchine da realizzare, ma anche il collegamento pedonale e carrabile di 80 metri per Cittadella e di 180 metri per il Perrino.

Perché? Baccaro spiega le questioni immediate: “La disponibilità finanziaria per l’intervento non è più adeguata, perché nel frattempo la nuova normativa sugli espropri ha fatto lievitare il costo degli stessi, e secondo un calcolo dei nostri servizi tecnici servirebbero almeno altri 150mila euro. Mi impegno a portare oggi stesso il problema in giunta – ha detto l’assessore a BrindisiReport.it – per vedere come possiamo reperire ed inserire questa somma in bilancio, e trovare una soluzione nel giro di tre- quattro giorni, verificando anche se sia possibile nelle more delle procedure di esproprio procedere intanto con la gara, e recuperare tempo”.

Insomma, il budget dell’opera (270mila euro rivenienti dal Piano di tutela ambientale e altri 600mila del conseguente bando di Rfi), non bastano più perché nel caso della fermata all’ospedale del treno regionale, che fungerebbe quindi da metropolitana leggera nel tratto sino a Mesagne, i terreni da espropriare sono della categoria F4, cioè edificabili, e di costi in proporzione. Ma l’operazione, nata come progetto di mobilità sostenibile, nel frattempo ha acquisito maggiore valore logistico. Raggiungere l’ospedale sia come luogo di cura che di lavoro, in treno è molto importante per un vasto bacino di utenza, che comprende lavoratori della sanità e non solo cittadini destinatari di prestazioni.

Per quanto riguarda Cittadella della Ricerca, va sottolineato che i collegamenti su gomma assicurati dai bus extraurbani non sono più sufficienti da tempo, considerando che buona parte degli iscritti giunge da Lecce. Una tabella di fermate garantite del treno sulla Brindisi-Taranto si potrebbe interfacciare e coordinare con i servizi bus esistenti, e con le coincidenze possibili per Lecce e Bari. Indirettamente potrebbe così essere favorito anche il numero delle frequenze alle lezioni, ma si potrebbe aprire per una facoltà come quella di Ingegneria industriale, e per la sua specialistica in Ingegneria aerospaziale, un bacino potenziale di iscrizioni anche in provincia di Taranto, dove la metalmeccanica, la chimica e l’aerospazio hanno importanti insediamenti.

In fondo, due semplici fermate possono rendere un servizio che va ben oltre l’area metropolitana di Brindisi e la stessa provincia, ma coinvolgere anche le altre due province ionico-salentine. La Puglia non deve essere un binario morto a partire anche dai suoi collegamenti interni. Adesso tocca alla Provincia completare l’opera in tempi rapidi.

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