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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Pesa il debito col socio di maggioranza: problemi per la società del Marina

Problemi per la società Bocca di Puglia Spa, nata nel 2003 per la costruzione e la gestione del porticciolo turistico: meno 297.052 mila euro alla fine del 2014, a seguito della contrazione dei ricavi “caratteristici” e della lievitazione degli interessi sul debito verso l’azionista di maggioranza Igeco

BRINDISI – Problemi per la società Bocca di Puglia Spa, nata nel 2003 per la costruzione e la gestione del porticciolo turistico: meno 297.052 mila euro alla fine del 2014, a seguito della contrazione dei ricavi “caratteristici” e della lievitazione degli interessi sul debito verso l’azionista di maggioranza Igeco. Di conseguenza il capitale è andato giù in picchiata, riducendosi di oltre un terzo, trascinato da continue perdite, arrivate a quota 687.726 euro. Questa la situazione di un'altra delle società partecipate del Comune di Brindisi.

Il Comune. Di fronte a numeri di questa portata sarebbe difficile sostenere che le condizioni di salute della società per azioni cui partecipa anche il Comune di Brindisi, titolare del 20,22 per cento, siano buone. Al contrario sono difficili, per stessa ammissione dell’amministrazione comunale che vorrebbe lasciare la nave prima che affondi, stando al piano di razionalizzazione delle partecipate, varato dal consiglio comunale lo scorso 26 marzo, quattro giorni prima rispetto alla data stabilita come termine ultimo dal legislatore.

Ma a fronte del rispetto della formalità, non c’è una corrispondenza nella “sostanza” visto che ad oggi non è stata avviata alcuna procedura per la cessione delle azioni del Comune, previo riconoscimento del diritto di prelazione ai soci. L’ente risulta titolare di una quota di capitale sociale di 477.007 euro, costituita da 4.770.073 azioni, ciascuna del valore nominale di 0,10 euro. Quanto valgono sul mercato, nella situazione attuale del capitale sociale? E poi quanto effettivamente è possibile incassare con vantaggio per il bilancio pubblico? Né va dimenticata la possibilità di inserire il porticciolo nel discorso di riqualificazione della costa che dovrebbe essere avviato con il Piano urbanistico generale. Per ora in stand-by.

Il Marina di BrindisiEppure la data imposta dalla legge e ribadita in quel piano di tagli delle partecipazioni è il 31 dicembre 2015 (piano che prevede l’uscita anche da Aeroporti di Puglia, mentre per le altre partecipate è stata confermata la presenza). Silenzio assoluto da palazzo di città su questo fronte. Rotto una sola volta, in occasione dell’assemblea dei soci, lo scorso 30 aprile, quando il Comune rappresentato dall’assessore al Bilancio, Carmela Lo Martire, ha comunicato l’astensione di fronte alla nuova perdita contabilizzata. Ci si aspettava un voto negativo, invece, l’Ente ha scelto diversamente. E sono state sufficienti appena venti minuti per archiviare l’assemblea dei soci e approvare a maggioranza il bilancio al 31 dicembre 2014.

I soci privati. Dei privati era presente solo Igeco Costruzioni Spa (in persona di Alfredo Longo), titolare di una quota di capitale sociale di 1.303.660 euro, costituita da 13.036.597 azioni, pari al 55,27 per cento. Igeco ha espresso voto favorevole. Assenti Marinedi (dell’imprenditore Renato Marconi), titolare di quota di capitale 558.2525 euro costituito da 5.582.523 azioni rilevate con una transazione da Italia Navigando, pari al 23,67; Cogit Spa, titolare di quota di capitale di 19mila euro, costituita da 190mila azioni, pari all’ 8,81 per cento ed Assonautica, titolare di una quota di capitale di mille euro costituita da diecimila azioni, pari allo 0,04 per cento. Erano presenti, per l’organo amministrativo, il presidente Dario Montanaro – nominato dal Comune - e i consiglieri Ilaria Ricchiuto, Luigi Musardo e Simona Cafiero, assente l’amministratore delegato Tommaso Ricchiuto.

La perdita. Come si spiega il profondo rosso della Bocca di Puglia? Per colpa della crisi nazionale e in particolare del settore della nautica, perché se è vero che il momento più nero viene definito un ricordo del recente passato, è altrettanto vero che l’ottimismo fa fatica ad affermarsi. La perdita è stata pari a 297.052 euro rispetto a quella di 299.028 dello scorso esercizio e tenuto della dimensione raggiunta dal “rosso” il collegio sindacale ha ricordato ai soci  che Bocca di Puglia si trova in condizioni tali da richiedere “senza indugio” la convocazione dell’assemblea per gli opportuni provvedimenti perché il capitale sociale è sceso parecchio. Più di un terzo.

Il ristorante del Marina di BrindisiI ricavi. L’ossigeno manca stando a quanto risulta dal confronto tra i ricavi alla fine dello scorso anno e quelli di dodici mesi prima: 1.224.105 a fronte di 1.268.776. Nell’ultimo bilancio approvato, la voce più consistente è quella che deriva dall’ormeggio delle imbarcazioni pari a 575.529 euro con un timido più cinque per cento, a fronte di 640 posti, per i quali la locazione pluriennale è 14.931, i proventi da carburante sono pari a 482.428, poi ci sono i rimborsi per le spese di gestione per 39.350, la locazione degli immobili per 44.816, i ricavi legati all’affitto del ramo d’azienda per 24.981 e altri ricavi per 42.070, somma in cui sono confluiti gli introiti derivanti dai tabacchi per 22.939,8 euro.

I debiti. Pesa l’investimento per la realizzazione del porto turistico  che si è attestato complessivamente a 7.523.597 euro a fine dicembre 2014. Si fanno sentire i debiti che ammontano a 4.207.610 euro, con un incremento di 133.356 rispetto al 2013, primo tra tutti quello che la società ha nei confronti di Igeco e che è pari a 3.770.448 per “forniture eseguite nel corso dei lavori di realizzazione della struttura del porto turistico di stazionamento.  Resta in piedi perché i “flussi derivanti dalla gestione ordinaria” non sono sufficienti al ripiano.

Ma il rischio di un “rimborso immediato” della somma è stato definito “remoto” dal momento che Igeco “con nota del 13 marzo 2015 ha ribadito la volontà di non azionare il proprio credito per la formazione di un titolo esecutivo nei confronti della partecipata Bocca di Puglia, concedendo forme di dilazione di pagamento che non pregiudichino l’equilibrio economico-finanziario”. Dal collegio sindacale, in ogni caso, è stato ribadito l’invito ai soci a recuperare le disponibilità finanziarie necessarie presso il sistema bancario oppure a procedere alla ricapitalizzazione della società anche attraverso l’ingresso di nuove realtà. Sul debito continuano a maturare interessi passivi, arrivati a 136.871. Ci sono anche debiti tributari per 34.802.

Le spese. Sul fronte delle spese, Bocca di Puglia Spa è arrivata a superare il tetto di 400mila euro: 405.616, derivanti prima di tutto da quelle per la vigilanza e il portierato pari a 154.759, telefoniche per 2.613, postali per 219, per energia elettrica 55.277, per consulenze per 14.716, per assicurazioni 13.804, pubblicitarie 3.076, di riscaldamento 8.868, competenze degli amministratori 38mila, manutenzioni automezzi 348, lubrificanti 439, componenti collegio sindacale 21mila, altre spese 5.373, note spese 740, revisione 11.780, manutenzione ascensore 869, legali 29.333, verde 362, assistenza software 1.050, impianto antincendio 3.010, quote associative 3.387, spese per verifiche periodiche 1.609, compensi a terzi per servizi 1.300, consulenza marketing 5.219, revisione misuratore fiscale 238, corsi di formazione 550, riviste e giornali 991, viaggi e trasferte 474, compensi a notai 2.851. Vanno aggiunti i canoni di concessione demaniale per 82.156 e quelli di leasing pari a 24.211. Ancora il costo del personale uguale a 81.577 e le imposte comunali sugli immobili per 51.741.

Il marina di BrindisiI contenziosi. Capitolo a parte per i contenziosi in corso: va segnalata la causa legale proposta da Marinedi Srl, già Mare 2 Spa, che con atto di citazione notificato il 21 ottobre 2013 che è arrivata alla fase di assunzione dei mezzi di prova, prossima udienza a fine estate per l’ascolto dei testi. C’è il nodo legale scaturito dalla richiesta del Cantiere Navale Danese per il pagamento di 20.469,05 euro per i servizi di ormeggio, per il quale c’è stata una transazione chiusa a 15.574. In ultimo, c’è l’atto di ingiunzione notificato dall’Autorità portuale di Brindisi per il quale è stata proposta opposizione. Nonostante tutto, il risultato è stato comunque definito “positivo” a conferma del “lavoro svolto dal consiglio di amministrazione con l’obiettivo di contenere al minimo le spese e ottimizzare le risorse disponibili”.

Il futuro. Nella relazione di accompagnamento si legge che “la gestione dell’ultimo esercizio è stata improntata nella ricerca di nuove opportunità di interesse commerciale per i servizi offerti dal nostro Marina e, come rilevabile, tale piano si è articolato nell’ottenimento di riconoscimenti internazionali legati alla qualità dei servizi e al miglioramento degli stessi per i diportisti e per il pubblico in generale”.

L’obiettivo, sostengono dal porticciolo, è realizzare un approdo “stanziale” e non solo di transito, in cui gli utenti possano maggiormente usufruire a terra dei servizi che il Marina e la città possono offrire. Sogno accarezzato dal 2003. In realtà il progetto del Marina di Brindisi, cofinanziato dalla Regione Puglia che emise a suo tempo il bando, è già quello di un porto di stazionamento e transito, che presuppone la presenza di un cantiere funzionante. Ad oggi, pur essendo presente nel Marina di Brindisi la struttura per ospitare il cantiere per il rimessaggio e la manutenzione delle barche, lo stesso non è stato mai attivato.

Questo evidentemente il primo passo da compiere e il primo investimento da fare, o direttamente o attraverso la cessione di un ramo d’azienda ad una società specializzata. Ciò avverrà con una società totalmente privatizzata, o con la permanenza della parte pubblica, vale a dire il Comune di Brindisi?

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