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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Piattaforma Asi, protesta lavoratori

BRINDISI - I lavoratori della Piattaforma Polifunzionale Asi se la prendono con le procedure di valutazione di impatto ambientale, definendole “complesso e perverso sistema”.

BRINDISI – Termomeccanica decide assieme all’Asi di presentare accanto a quello del revamping del termodistruttore di rifiuti pericolosi di proprietà del consorzio anche il progetto di un nuovo impianto di trattamento e trasformazione in energia elettrica dei fanghi dei depuratori, obbligando la Provincia a richiedere un’autorizzazione unica per i due impianti attigui, ma i lavoratori della Piattaforma Polifunzionale Asi se la prendono con gli iter autorizzativi e con le procedure di valutazione di impatto ambientale, definendole “complesso e perverso sistema”, e chiedendone la conclusione rapida e positiva.

Le cose ovviamente non possono funzionare così, e la nota sembra troppo appiattita sulle posizioni aziendali, anche se il problema del futuro dei 20 lavoratori della piattaforma è congelato da anni ed è obiettivamente grave e reale. Nel comunicato firmato Comitato dei lavoratori Termomeccanica, ci si chiede “fino a che punto sia lecito consentire che un impianto di proprietà pubblica, realizzato con soldi dei cittadini, sia oggetto insieme ai lavoratori, di un complesso e perverso sistema, quello del rilascio delle autorizzazioni ambientali, che non aiuta l' investitore, ma anzi quasi lo spinge a mollare l' appalto”.

“Troppe lungaggini, troppi rinvii, troppe indecisioni dei burocrati mal si conciliano con le esigenze di un' azienda, la Termomeccanica Ecologia, che ha finora mantenuto in toto gli impegni presi nel febbraio 2012: rispetto dell' accordo siglato nella Prefettura di Brindisi nel 2009 per rilevare da subito tutto il personale in forza all' impianto,versamento anticipato dell' importo della Cigs ai lavoratori, copertura di tutte le spese di gestione (superati già i 2 milioni di euro) senza ancora aver avviato l' attività”, si legge nel comunicato.

Si esprime timore circa la possibilità che “col passare del tempo, possa sfumare il progetto di ristrutturazione di un impianto che ha già esercito in maniera corretta e a norma di legge per 8 anni (dati emissioni e caratterizzazioni ambientali alla mano). Le ripercussioni di carattere occupazionale per noi 20 dipendenti diretti sarebbero devastanti; dopo 4 anni di vero calvario ci troviamo ad oggi con l' ammortizzatore sociale scaduto e non rinnovabile, in una fascia d' età che non ci consente ulteriori inserimenti nel mondo del lavoro. Ma sarebbe una grande occasione persa anche per oltre 150 unità da impiegare, come indotto, nei lavori di cantierizzazione, nonchè una mancata spinta produttiva alle numerose aziende del comparto industriale brindisino che l' impianto in questione servirebbe”.

“Confidiamo in un attenzione maggiore alla nostra vicenda, affinchè si eviti l'ennesimo, clamoroso nulla di fatto e che si pongano le basi per portare a una conclusione positiva l' infinito iter autorizzativo, dando il tanto atteso avvio ai lavori di ristrutturazione, scongiurando l' ennesimo inaccettabile caso di malagestione della cosa pubblica. Lo speriamo vivamente perchè crediamo ancora e sempre più fermamente che l' unico motore in grado di rimettere in moto la nostra economia sia il lavoro”, conclude la nota. Ma a complicare le cose è giunto il nuovo progetto. Presentato da Termomeccanica.

 

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