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Economia

Nuovo sito Intel, la Regione snobba Brindisi: "Pronti a fare le barricate"

Il disappunto dal mondo sindacale e della politica per l'esclusione del territorio dai siti regionali candidati a ospitare il polo produttivo della multinazionale

BRINDISI – Dal mondo della politica e dei sindacati emerge disappunto per la decisione della Regione Puglia di escludere la provincia di Brindisi, da quanto trapelato negli ultimi giorni, dai territori candidati a ospitare un nuovo polo produttivo della Intel. La multinazionale americana dell’informatica ha infatti chiesto la disponibilità di un’area da 300 ettari per insediare uno stabilimento che potrebbe garantire mille posti di lavoro, fra lavoratori diretti e indiretti. 

Il segretario generale della Cgil Brindisi, Antonio Macchia, esprime rammarico, in quanto “ancora una volta, quando si parla di investimenti che possono generare ‘lavoro buono’, Brindisi non c'è. E' triste fare i conti con questa realtà, ma noi non ci arrenderemo mai e siamo pronti a scendere in piazza e fare le barricate per difendere questo territorio”. “Vorremmo capire – afferma Macchia - se questa provincia, che tanto ha dato a questo Paese contribuendo anche ad alimentare la rete elettrica nazionale con la centrale a carbone, sia nella considerazione del Governo in relazione agli investimenti da fare. Non è la prima volta che accade, basti pensare al danno oltre che la beffa, costituita dall'esclusione di Brindisi dai benefici del Just Transition Fund, dimenticando di essere stata la sede della centrale a carbone più importante del Paese. E che la fase di decarbonizzazione che la interessa porterà la perdita di tanti posti di lavoro se non si interviene. Dove va a finire questa gente?"

Il sindacalista rimarca di non voler “sconfinare in logiche campanilistiche, ma di avanzare scelte di merito per la individuazione di importanti nuovi siti produttivi quale quello di allocare a Brindisi lo stabilimento di Intel, in considerazione del fatto che a tal fine sono disponibili circa 300 ettari nella zona Asi connessi a porto, aeroporto e scalo ferroviario. Se questa, come nell'ultimo caso dell'investimento della Intel che genererebbe non pochi posti di lavoro, è l'attenzione riservata a Brindisi la Cgil non ci sta. Chiediamo alle Istituzioni a tutti i livelli – conclude Macchia -  maggiore attenzione per questa provincia. Lo facciamo da sempre, lo faremo sempre, ma in questo momento è più importante che mai che Brindisi non resti esclusa. Rivendichiamo attenzione e progetti per questo territorio e siamo pronti a fare le barricate”. 

Anche i consiglieri comunali del Movimento 5 selle Tiziana Motolese, Gianluca Serra e Paolo Le Grazie esortano la Regione a “proporre assolutamente il territorio di Brindisi come migliore località per l'insediamento dello stabilimento Intel. È un'occasione imperdibile per la città, perché arricchirebbe il nostro tessuto socio-economico e genererebbe posti di lavoro, innescando un circolo virtuoso di cui tutti beneficerebbero”.

"A differenza - continuano - di altre ipotesi ventilate in queste ore, come ad esempio quella relativa a Lecce, Brindisi gode, oltre alla presenza di una vasta area che potrebbe accogliere l'azienda, di migliori collegamenti infrastrutturali, grazie al porto e dell'aeroporto, che la rendono un'ottima candidata. Peraltro, in piena fase di decarbonizzazione, l'investimento di Intel su Brindisi darebbe linfa vitale al territorio, alimentando in maniera robusta il mercato del lavoro. Brindisi è una località senz'altro appetibile per l'insediamento dell'azienda. E la Regione non deve assolutamente ignorarlo" 

Sulla stessa linea anche il consigliere regionale Fabiano Amati (Pd) il quale rimarca come “Brindisi sia l’unica città in grado di accogliere l’insediamento Intel in aree già destinate a insediamenti industriali, con la gran parte già assoggettate a verifiche su eventuali inquinamenti, con esito negativo. Sostenere soluzioni diverse, come pure ho letto nell’opinione del mio amico Antonio Decaro, scatenando una guerra di campanili, è un’operazione tecnicamente insostenibile e che potrebbe creare le condizioni per spingere la scelta verso altre regioni”.

“Sia chiaro. Le aspettative sono tutte legittime. Anzi – afferma Amati -  è bello vedere un tale attivismo da parte dei singoli amministratori degli enti locali e delle rappresentanze delle categorie produttive. Comprendo che vi sia la volontà di far crescere il nostro territorio, ma la scala di valutazione non può essere l’ambiente provinciale ma almeno regionale. Un investimento di tali proporzioni è un’occasione che la Puglia, nella sua interezza, non può perdere. E l’unico modo per evitare che questo accada è proporre una soluzione che razionalmente tenga conto di potenzialità e criticità. Sprecare suolo con vocazione agricola piuttosto che utilizzare aree già destinate a vocazione industriale non mi sembra un grande programma. E allora: le uniche aree disponibili, almeno in gran parte, per le caratteristiche richieste si trovano nella zona Asi di Brindisi. E Brindisi ha ottimi collegamenti stradali, un porto e un aeroporto, contigui all’area industriale. L’obiettivo – conclude Amati - se non ho capito male, è che la Puglia si aggiudichi questa grande occasione di crescita, sviluppo e posti di lavoro, non quello di dare avvio a un braccio di ferro tra le singole province mentre Intel magari riceve proposte più allettanti da altre regioni”.

Il deputato Mauro D'Attis (Forza Italia) chiarisce che “Quello che sta accadendo su Intel è la fiera delle inesattezze"."L'azienda - si legge in una nota del parlamentare -  non sta cercando un sito in Puglia, ma in Europa, e in questa ricerca ha chiesto al governo italiano di fare delle proposte. Ergo, il Mise ha chiamato a raccolta le Regioni, chiedendo loro di formulare proposte serie e fattibili di aree idonee all’insediamento del sito produttivo. L’area, infatti, deve avere delle caratteristiche precise, tra cui una superficie di circa 4 milioni di metri quadri, vicina (ma non troppo, per evitare vibrazioni) ad un aeroporto ed un collegamento ferroviario, in zona con agevolazioni fiscali e a rischio sismico pari a zero. Ora, la Regione Puglia, come tutte le altre Regioni e le grandi città, dovrebbe sottoporre al governo italiano la sua “rosa” di siti che corrispondano a quanto richiesto".

"In questi giorni è emerso che la Regione, probabilmente con una modalità poco trasparente, sta pensando di candidare due aree che corrispondono alle province di Bari e di Lecce, fermo restando che questo è ciò che si apprende dalla stampa e non dalla voce ufficiale del presidente della Giunta che farebbe bene a chiarirlo formalmente. Se la Provincia e il Comune di Brindisi, assieme agli attori istituzionali principali (area di sviluppo industriale, autorità portuale, camera di commercio, associazioni di categoria) hanno una proposta da fare - dichiara ancora D'Attis - possono trasmetterla. Io la sosterrò e mi impegno a portarla all’attenzione del vice ministro dello sviluppo economico, Pichetto Fratin, con cui ho già parlato perché si sta occupando della questione, che provvederà ad inserirla come abbiamo condiviso, ove naturalmente fosse la Regione a non volerla considerare. Perciò, se vogliamo giocare la partita con rigore, dobbiamo chiarire la situazione di partenza: non è la Puglia che si sta “candidando”, è Intel che cerca un sito in diverse nazioni. Noi possiamo e dobbiamo fare la nostra parte, esattamente come stanno facendo tutte le Regioni d’Italia”.

Articolo aggiornato alle ore 18:56 (intervento di Mauro D'Attis)

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