rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Porto: basta rotte sbagliate, ora puntare sull'intermodalità

BRINDISI - L’associazione Sviluppo e lavoro coglie nel segno e tocca i nervi scoperti della città di Brindisi, almeno a giudicare dalla qualità e dalla quantità degli ospiti che hanno partecipato al convegno organizzato nella sala conferenze dell’autorità portuale. “Porto: futuro e prospettive… occasione da non perdere”, il tema, che ha surriscaldato gli animi dei relatori venuti a dire la loro sull’argomento, nodale, in una città che ambisce ad essere Città d’acqua. Per l’occasione, il presidente della conferenza, il consigliere regionale Giovanni Brigante, ha relegato se stesso nel ruolo di padrone di casa-provocatore, affidando la provocazione al tema stesso, sufficiente a scatenare un dibattito animoso e straordinariamente partecipato.

BRINDISI - L’associazione Sviluppo e Lavoro coglie nel segno e tocca i nervi scoperti della città di Brindisi, almeno a giudicare dalla qualità e dalla quantità degli ospiti che hanno partecipato al convegno organizzato nella sala conferenze dell’autorità portuale. “Porto: futuro e prospettive… occasione da non perdere”, il tema, che ha surriscaldato gli animi dei relatori venuti a dire la loro sull’argomento, nodale, in una città che ambisce ad essere Città d’acqua. Per l’occasione, il presidente della conferenza, il consigliere regionale Giovanni Brigante, ha relegato se stesso nel ruolo di padrone di casa-provocatore, affidando la provocazione al tema stesso, sufficiente a scatenare un dibattito animoso e straordinariamente partecipato.

Anche grazie alla tempestività degli organizzatori del convegno, l’associazione Sviluppo e Lavoro ma anche l’associazione degli agenti marittimi raccomandatari, che hanno voluto discutere di porto alla vigilia dell’appuntamento prossimo venturo: l’avvicendamento alla presidenza dell’autorità portuale. Data di scadenza del mandato di Giuseppe Giurgola, presidente dell’ente che dovrebbe cedere il testimone (salvo riconferma) il 7 aprile prossimo. Tocca a Comune, Camera di commercio e Provincia, affidare al governo i nomi dei papabili.

Querelle tutta ancora in alto mare, è il caso di dire. L’auspicio è che la scelta non si impantani – come sembra stia accadendo – nel gioco delle parti, con il centrodestra brindisino che ancora non indica una soluzione,  mentre a Bari nessuno sembra voler rinunciare alla autorevole presidenza di Franco Mariani, in quota centrosinistra. Le indiscrezioni dicono che il sindaco Domenico Mennitti, per parte sua, abbia già le idee chiare. Idee condivise a metà dalle assise che si preparano alla controffensiva.

Pare che per giovedì prossimo una cordata trasversale di consiglieri abbia indetto una riunione per suggellare nero su bianco un assunto condiviso: il presidente che verrà deve essere brindisino di Brindisi, conoscere la città, il porto e i suoi problemi. Il toto-presidenza, non poteva essere altrimenti, è stato solo sfiorato negli interventi dei relatori, che hanno preso la parola per andare dritti al cuore della questione. Senza risparmiare all’auditorio, presidente Giurgola compreso, passaggi al fulmicotone. Come quello in cui il presidente di Camcommercio, Alfredo Malcarne ha parlato di necessità di restituire al porto di Brindisi una dimensione internazionale, come oggi decisamente non è.

“La Città d’acqua? Come si fa a parlare di Città d’acqua senza un piano regolatore portuale? Le scelte fatte fino a questo momento sono sotto gli occhi di tutti, le opere in cantiere non hanno un respiro lungimirante, e la presidenza sia chiaro, non può essere una poltrona da occupare, ci vuole competenza, professionalità, versatilità e grande capacità di dialogare. Sono certo che se scegliamo il direttore d’orchestra giusto, cambierà anche la musica”, ha detto Malcarne fuori dai denti. Chi aveva da intendere, ha inteso.

Intervento che ha fatto il paio con quello di Adriano Guadalupi, che ha provocatoriamente inanellato la sequela infinita di idee messe in campo da sedici anni a questa parte (gli anni di vita dell’Autorità portuale brindisina, ndr): “L’aeroporto di Brindisi è cresciuto – ha detto il presidente dell’associazione agenti marittimi raccomandatari -, perché evidentemente aveva un management adeguato. Per il porto è andata altrimenti. Siamo stati cancellati da ogni rotta importante e dalle prospettive di investimento delle grandi compagnie. Quali sono i progetti per la nautica da diporto, l’interporto, i dragaggi dei fondali e delle banchine? Quando si parlerà seriamente di logistica?”, intervento assai polemico, che ha meritato il muto assenso della platea.

L’assessore Guglielmo Minervini, dal canto suo, l’ha buttata tutta sulla necessità di fare sistema: “Bari, Brindisi e Taranto la sfida la vincono se stanno insieme, non certo se si fanno guerra”, tanto in risposta, al netto di polemiche, al presidente della Provincia Massimo Ferrarese, che ha sfoderato nei saluti iniziali delle autorità, un tocco di orgoglio di campanile, parlando delle risorse – 20 milioni di euro – catapultate a Bari dal governo, senza lasciare un soldo al porto brindisino.

“Siamo in una posizione strategica, riconosciuta per tale da grandi logistici di caratura scientifica ed europea, le infrastrutture sono il nodo decisivo, l’intermodalità la parola chiave, porto, aeroporto e rete ferroviaria devono costituire un raccordo comune. Le idee ci sono, e sono grandi, ma parliamo a scatola chiusa. Non si sa quanto il governo abbia intenzione di mettere in campo nel Piano per il Sud. Vedremo. Quel che è certo è che la partita dello sviluppo, la questione non è di campanile, o la vinciamo insieme o la perdiamo tutti”.

L’intervento di Minervini ha dato il destro a quello del presidente dell’Interporto dell’Area Ionico Salentina Spa, Calogero Casilli, che superando la lamentatio sul presente, ha puntato tutto sul futuro e la progettualità: “I porti che si affermeranno, saranno quelli capolinea dei grandi corridoi europei, che investiranno in infrastrutture intermodali, in cui sarà possibile instradare la merce proveniente dai vicini poli produttivi regionali, che ha necessità di raggiungere i mercati prevalentemente su terra, tramite ferrovie e strade. Saranno i porti euro-regionali delle navi Ro-Ro ad assicurare il trasporto delle merci, in contrapposizione ai pochi porti hub che sopraviveranno nel Mediterraneo".

"Pertanto un porto che dispone di una grande retroportualità, di una potenziale intermodalità, compiendo corrette scelte progettuali ed organizzative, nell’ambito di una prospettiva a medio termine, può ben investire nel proprio futuro le risorse economiche pubbliche di cui dispone (in prospettiva sempre più scarse). Solo a queste condizioni si porranno le basi per un posizionamento strategico all’interno delle nuove filiere logistiche”. Una prospettiva che può aspirare a diventare concreta solo a patto che nei progetti futuri vengano coinvolti anche i privati: “Noi siamo in cinquanta, siamo insieme, e siamo pronti ad investire”.

Quanta e quale parte, nella progettazione complessiva, debbano avere le imprese e gli enti negli scenari in divenire, lo ha ribadito a chiare lettere anche il direttore dell’area tecnica del consorzio Asi, Pietro Palma,  puntando il dito innanzitutto sulla necessità di raccordo fra tutti i soggetti – pubblici in primo luogo – in campo. Fra le righe, la constatazione che finora s’è proceduto sulle linee di una progettualità asfittica e senza comunicazione. “La posizione strategica del porto di Brindisi nel Mediterraneo, le condizioni naturali meteo marine e geomorfologiche più che favorevoli, la profondità dei fondali adeguata ad accogliere navi dell’ultima generazione, la presenza di infrastrutture e gli ampi spazi disponibili, sono i punti di forza che consentono di proiettare il Porto di Brindisi in scenari trasportistici nazionali ed internazionali nuovi. Queste potenzialità, anche se da sempre riconosciute e costantemente richiamate in ogni occasione di dibattito sui temi dello sviluppo locale, non sono state ancora focalizzate dagli Enti competenti in una comune strategia di sviluppo”, ha detto Palma. L’Asi, dal canto suo, le idee ce le ha chiare. Da qui a breve speriamo che abbia anche organismi regolarmente designati per tradurle in concretezza.

Le conclusioni sono state affidate al vice-presidente della Regione Puglia Loredana Capone, che ha sottolineato i punti nodali degli interventi dei relatori: da una parte Piano regolatore portuale, dall’altra sostegno dei privati, obiettivo raccordo fra retro porto, porto e aeroporto. “E’ qui il punto della Città d’acqua, perché mi pare di capire che questa città, non voglia più puntare sul solo fronte della produzione elettrica. E che pretenda finalmente uno sviluppo che abbia rispetto della tutela dell’ambiente”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Porto: basta rotte sbagliate, ora puntare sull'intermodalità

BrindisiReport è in caricamento