rotate-mobile
Economia

Enel rinuncia a turbogas: le reazioni di politica e società civile

A Brindisi ci si interroga sul futuro del sito di Cerano, dopo l’abbandono del progetto di una centrale a turbogas

La politica e la società civile brindisina si interrogano sul futuro del sito di Cerano dopo la rinuncia di Enel a realizzarvi una centrale a turbo gas. 

Il Partito repubblicano italiano, in una nota a firma del segretario cittadino Vito Birgitta e del capogruppo consigliare Gabriele Antonino, paventa il rischio di “un colpo mortale al sistema industriale brindisino”. “Il riferimento ad un percorso da condividere con gli stakeholder locali per la valorizzazione del sito - si legge nel comunicato - lascia chiaramente intendere come alla base della decisione vi sia anche, se non soprattutto, la volontà manifestata dalla amministrazione Rossi e dei suoi seguaci di opporsi a questo tipo di investimento”. 

A detta del Pri “lo stesso proposito annunciato da Enel di volersi impegnarsi nello sviluppo di energie rinnovabili è destinato a scontrarsi con la politica energetica delle amministrazioni comunale e provinciale a guida Rossi che hanno sin qui respinto tutti i progetti che prevedevano l’installazione nel territorio brindisino di impianti di produzione di energia alimentati da fonti rinnovabili, compresi quelli previsti nel Sito di Interesse Nazionale di Brindisi, facendo così sfumare investimenti per centinaia di milioni di euro e con ricadute positive sull’intera economia cittadina”.

“E’ tempo – affermano i repubblicani - che la città si ribelli a questa cultura anti industriale elevata a forma di governo che ha visto l’amministrazione Rossi contrapporsi ad ogni tipo di investimento anche se ecocompatibile, instaurare vertenze con tutti i gruppi industriali presenti sul nostro territorio, immaginare un nuovo modello di sviluppo incentrato su chioschetti sulla costa e spiagge pubbliche opponendosi anche nel settore turistico ad ogni investimento privato che fosse indirizzato a realizzare villaggi turistici, alberghi o altre ‘amenità’ del genere. E’ tempo di dar vita ad un ampio fronte composto da forze politiche, movimenti civici, rappresentanze sindacali e datoriali capace di elaborare una idea condivisa della città che escluda il depauperamento del nostro patrimonio industriale, ancora oggi capace di dare lavoro a migliaia di cittadini”.

Il presidente del Cna di Brindisi, Franco Gentile, esprime preoccupazioni di carattere prettamente economico. “Come è noto – afferma Gentile - inizialmente Enel aveva annunciato la costruzione di due gruppi a turbogas, per poi ridimensionare l’investimento ad un solo impianto. Ed è proprio in riferimento a quest’ultimo che aveva candidato Brindisi nell’ambito dell’asta della capacità (strumento previsto dal Piano nazionale integrato Energia e Clima). La decisione assunta, però, spazza via questi nuovi investimenti che per il nostro sito avrebbero certamente raggiunto una somma non inferiore agli 800 milioni di euro. E’ un danno gravissimo per il territorio brindisino, già così duramente colpito dalla crisi di settori vitali come quelli aeronautico e metalmeccanico”. 

“Le conseguenze della chiusura della centrale di Cerano nel 2025, se non almeno in parte compensate dalla realizzazione del nuovo gruppo a turbogas, saranno devastanti!. Ed è auspicabile – prosegue Gentile - che nessuno consideri compensativi gli investimenti riguardanti le fonti rinnovabili. Brindisi, infatti, è alla disperata ricerca di ‘valore aggiunto’ in termini occupazionali e di nuovi investimenti e non si può continuare a far finta di poter tenere la situazione sotto controllo pur in presenza di eventi drammatici sul piano sociale ed economico”. 

Legambiente invita adesso a puntare su energie da fonti rinnovabili.  “Legambiente ha sempre avanzato proposte alternative alla conversione della centrale elettrica, spingendo con insistenza sulla realizzazione di impianti fotovoltaici con accumulo, solari termodinamici, di produzione di energia elettrica ed idrogeno da moto ondoso nell'area, su un grande impianto fotovoltaico con accumulo e recupero di idrogeno. – ha detto il presidente di Legambiente Puglia, Ruggero Ronzulli – Un impianto oggi impedito dalla incredibile mancanza, per responsabilità del ministero per la Transizione ecologica, delle analisi di rischio sui terreni agricoli interessati. Sarebbe invece positivo realizzare questo progetto proprio con Enel, alla luce soprattutto della negazione degli investimenti virati sul gas di Terna. Vanno inoltre realizzate Hidrogen valley, insediamenti da localizzare prioritariamente in siti di interesse nazionale ai fini delle bonifiche (SIN) ed in aree industriali da rendere autonome energeticamente e non energivore quali esse oggi sono”.

L’associazione ambientalista si impegna a realizzare nelle prossime settimane un convegno pubblico in cui puntualizzare le proprie proposte, le ricadute occupazionali ed economiche, anche mostrando esperienze imprenditoriali avanzate e know how fino ad oggi sottovalutati o perfino mortificati dalla monocultura degli impianti termoelettrici portati avanti irrazionalmente fino a questi giorni. In tale circostanza Legambiente chiamerà a confronto istituzioni, associazioni, organizzazioni imprenditoriali e sindacali per cogliere finalmente l'occasione per costruire un'altra Brindisi, sperando che nessuno torni a speculare sul ricatto occupazionale, visto che perfino Enel parla di un futuro rinnovabile.

Brindisi Bene Comune appoggia la linea adottata dal sindaco Riccardo Rossi, esprimendo “preoccupazione dei lavoratori, diretti e dell’indotto, per la loro sorte”. “Siamo assolutamente in linea   si legge nel comunicato - con le proposte avanzate dal sindaco, con la necessità, non più rinviabile, di traguardare obiettivi importanti e trasformare questo momento di crisi in opportunità per il nostro territorio. Per fare questo, occorre mettere intorno allo stesso tavolo, Enel, governo, regione e parti sociali”.

“Ma soprattutto  - rimarca ancora Brindisi bene Comune - occorre che sia proprio Enel a dichiararsi immediatamente disponibile a valutare l’apertura del sito di Cerano, con i suoi 270 ettari di spazi, a tutte le opportunità produttive che cominciano già a giungere e che sono assolutamente compatibili con la transizione energetica e che la stessa Enel proceda speditamente nello sviluppo dei progetti per la logistica anche considerando utili a tale scopo il nastro trasportatore ed il suo corridoio stradale e i due dome. Siamo anche assolutamente favorevoli con l’ipotesi che possa essere proprio il sito di Cerano il terminale adatto ad accogliere il deposito gnl di Edison, scelta questa che eviterebbe di penalizzare costa Morena est che rimarrebbe libera e pronta per altre opportunità”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Enel rinuncia a turbogas: le reazioni di politica e società civile

BrindisiReport è in caricamento