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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Riecco i pontoni "250mila usa e getta"

BRINDISI – Ricompaiono i due pontoni ex Deflo per i quali l’Autorità Portuale, pur di ottenerli in uso per destinarli nel 2010 all’ormeggio crociere della banchina di S.Apollinare, accettò di sottoscrivere un comodato oneroso con il curatore fallimentare del cantiere che sino a pochi anni fa operava nel Seno di Levante. Ripristinare quei due pontoni – questa era la condizione – costò all’ente circa 250mila euro. Poi gli stessi furono restituiti alla curatela che li mise all’asta nell’ambito della procedura fallimentare, anche perché a S.Apollinare dovevano cominciare i lavori di ristrutturazione della banchina.

BRINDISI – Ricompaiono, i due pontoni ex Deflo per i quali l’Autorità Portuale, pur di ottenerli in uso per destinarli nel 2010 all’ormeggio crociere della banchina di S.Apollinare, accettò di sottoscrivere un comodato oneroso con il curatore fallimentare del cantiere che sino a pochi anni fa operava nel Seno di Levante. Ripristinare quei due pontoni – questa era la condizione – costò all’ente circa 250mila euro. Poi gli stessi furono restituiti alla curatela che li mise all’asta nell’ambito della procedura fallimentare, anche perché a S.Apollinare dovevano cominciare i lavori di ristrutturazione della banchina.

Sorprendentemente, però, dopo aver speso un quarto di milione di euro per rimettere a nuovo i pontoni, l’Autorità Portuale nella primavera del 2012 non ha partecipato all’asta giudiziaria, che ha avuto un solo attore, l’impresa Barretta Domenico e Giovanni Srl, che se li aggiudicò per 48mila euro, una cifra irrisoria rispetto a quanto l’ente portuale aveva speso per il ripristino. Ci si aspettava quanto meno una richiesta di chiarimenti da parte della procura presso la Corte dei Conti di Bari, ma non se ne ha notizia, e se vi è stata non si sa come ha risposto eventualmente l’Autorità Portuale.

Il fatto avvenne prima dell’insediamento del commissario straordinario Ferdinando Lolli. L’impresa Barretta ha poi spostato i pontoni nello specchio d’acqua antistante la concessione demaniale di via Thaon de Revel 33, nel Seno di Ponente, dove continua ad avere sede la società ma anche provvisoriamente e sulla base di proroghe la base dei rimorchiatori. Ora da quanto si apprende da un avviso pubblico affisso all’albo pretorio del Comune su richiesta dell’Autorità Portuale, l’impresa di rimorchio chiede una concessione per un anno dello specchio d’acqua di 560 metri quadrati. Al porto tutti scommettono che alla scadenza sarò richiesta la proroga come per la base rimorchiatori.

Ma se tutta la faccenda si è trasformata in una storia infinita, la responsabilità non ricade sull’impresa Barretta, che aspetta ancora dall’Autorità Portuale l’indicazione di un nuovo sito dove spostare la base dei rimorchiatori, e sino a quando ciò non avverrà, perché i Barretta  dovrebbero andarsene di propria iniziativa?

Nel porto di Brindisi i paradossi si accumulano, si perdono fondi (i nuovi accosti di S.Apollinare), la separatezza tra Autorità Portuale e Comune cresce, si acuisce il contenzioso con gli operatori, si avvicina la scelta del nuovo segretario generale tra voci di scelte già preconfezionate da sottoporre al Comitato portuale (per vedere quanto siano concrete o campate in aria ci sarà poco da attendere), mentre continua a regnare in virtù di una sospensiva del Consiglio di Stato un presidente, Iraklis Haralambidis, che per il Tar di Lecce è stato illegittimamente designato.

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