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Rimorchiatori, ipotesi Arsenale

BRINDISI – Riuscirà la commissione appena eletta a trovare una sistemazione alternativa alla base dei rimorchiatori? A quanto pare, l’impresa Barretta non avrebbe intenzione di affidarsi, come si dice, mani e piedi legati al tavolo di esperti designato in Autorità Portuale e avrebbe già una ipotesi di soluzione in tasca. Altro che trasferimento dal porto interno al porto medio, o addirittura al porto industriale (come sarebbe giusto vista la prossimità, in quel caso, dei terminal utilizzati dai principali clienti della Fratelli Barretta).

BRINDISI – Riuscirà la commissione appena eletta a trovare una sistemazione alternativa alla base dei rimorchiatori? A quanto pare, l’impresa Barretta non avrebbe intenzione di affidarsi, come si dice, mani e piedi legati al tavolo di esperti designato in Autorità Portuale e avrebbe già una ipotesi di soluzione in tasca. Altro che trasferimento dal porto interno al porto medio, o addirittura al porto industriale (come sarebbe giusto vista la prossimità, in quel caso, dei terminal utilizzati dai principali clienti della Fratelli Barretta).

Secondo alcune fonti, la base rimorchiatori resterà nel porto interno, sempre nel Seno di Ponente, ma in maniera non conflittuale con il nuovo presidente dell’Autorità portuale, Hercules Haralambides. Infatti i Barretta si sarebbero andati a ricavare uno spazio adeguato più ad ovest rispetto all’attuale sito in via Thaon de Revel alla Sciabiche, e cioè proprio nel recinto dell’Arsenale della Marina,  con una trattativa con i militari di cui non si conoscono termini e condizioni, ma che darebbe all’azienda di rimorchio una nuova area operativa, sia pure in servitù militare.

Tutto questo – sembra che la notizia che circola sia fondata – scongiurerebbe il venir meno di una quota importante della composizione del fatturato dei rimorchiatori a Brindisi, che incassano un 50 per cento in più sulla tariffa base quando operano fuori dal porto interno, e cioè quasi sempre. Se la base rimorchiatori infatti dovesse essere spostata fuori, quella percentuale non troverebbe giustificazione alcuna. In più, al coperto della servitù militare in cui l’Autorità Portuale non potrebbe mettere mano, l’impresa Barretta sarebbe al riparo da ogni futuro evento, di riassetti portuali, fatta eccezione per quello dell’abbandono da parte della Marina Militare del Castello Svevo-Aragonese e annessi.

Quindi, in ultima analisi, il Comune e l’Autorità Portuale dovrebbero risultare accontentati perché non ci sarebbe più ostacolo o interferenza al maquillage del waterfront di Lungomare Regina Margherita e suo naturale proseguimento sino alla barriera di Maricom, e i Barretta alla fine non perderebbero i vantaggi tariffari avallati per anni in ogni sede brindisina e romana. A meno che un comandante di Capitaneria o un presidente di Autorità portuale un giorno decidano che le ordinanze che sostengono il monopolio di fatto dell’impresa Barretta a Brindisi non sono talmente superate e svantaggiose per armatori ed eventuale concorrenza, o comunque obsolete rispetto alle nuove esigenze del porto, da vararne di nuove. Accadrà mai?

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