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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Riordino, Brindisi aeroporto nazionale

ROMA – La giunta regionale pugliese ha visto comunque giusto annunciando l’obiettivo dell’ingresso di privati nella compagine di Aeroporti di Puglia, anche se Bari e Brindisi sono ormai riconosciuti scali di interesse nazionale dall’Atto di indirizzo del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture varato oggi, che riordina l’intero sistema degli aeroporti italiani. Un’attesa durata 26 anni, quella per giungere al riordino del sistema aeroportuale. Che però prevede la progressiva cessione di quote pubbliche.

ROMA – La giunta regionale pugliese ha visto comunque giusto annunciando l’obiettivo dell’ingresso di privati nella compagine di Aeroporti di Puglia, anche se Bari e Brindisi sono ormai riconosciuti scali di interesse nazionale dall’Atto di indirizzo del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture varato oggi, che riordina l’intero sistema degli aeroporti italiani. Un’attesa durata 26 anni, quella per giungere al riordino del sistema aeroportuale. Che però prevede la progressiva cessione di quote pubbliche.

L’Atto di indirizzo individua dieci aeroporti come scali strategici per la rete europea, mentre i 13 con traffico superiore ad un milione di passeggeri, tra i quali Bari e Brindisi, i quattro con traffico annuo superiore ai 500mila passeggeri, i due indispensabili per la continuità territoriale (Lampedusa e Pantelleria), più Rimini e Salerno, sono qualificati di interesse nazionale. L’Atto di indirizzo, che ora dovrà passare dalla Conferenza Stato-Regioni e poi al Quirinale per la definitiva ratifica con decreto, ha suddiviso infatti gli aeroporti nelle seguenti fasce.

Core Network (considerati di rilevanza strategica a livello Ue in quanto pertinenti a città o nodi primari): Bergamo Orio al Serio, Bologna, Genova, Milano Linate, Milano Malpensa, Napoli, Palermo, Roma Fiumicino, Torino, Venezia. Comprehensive Network, suddivisi in tre gruppi: con traffico superiore a 1 milione di passeggeri annui: Alghero, Bari, Brindisi, Cagliari, Catania,    Firenze, Lamezia Terme, Olbia, Pisa, Roma Ciampino, Trapani, Treviso, Verona;  con traffico superiore a 500mila passeggeri: Ancona, Pescara, Reggio Calabria, Trieste; indispensabili per la continuità territoriale: Lampedusa, Pantelleria; aeroporti non facenti parte delle reti europee, a loro volta suddivisi in due gruppi: con traffico vicino al milione di passeggeri e con trend in crescita: Rimini; aeroporti destinati a delocalizzare traffico di grandi aeroporti: Salerno.

Il piano non prevede la costruzione di nuovi aeroporti. Gli aeroporti non di interesse nazionale dovranno essere invece trasferiti alle Regioni competenti, che ne valuteranno la diversa destinazione d’uso o anche la chiusura. Tale principio vale, ad esempio per Grazzanise (considerata la capacità di Napoli Capodichino di sostenere ulteriori aumenti di traffico e la possibilità di utilizzare lo scalo di Salerno) e Viterbo (i cui investimenti potranno essere usati per il potenziamento infrastrutturale di Fiumicino).

Dal momento che molti scali italiani hanno una forte rappresentazione pubblica nella compagine societaria, l’Atto del ministero ritiene opportuno procedere a una progressiva dismissione di quote societarie da parte degli enti pubblici, favorendo così l’ingresso di capitali privati (l’ipotesi annunciata da Vendola e Minervini per Aeroporti di Puglia). Per poter ottenere la concessione totale, però, questi scali dovranno mettere a punto piani di riequilibrio per raggiungere un adeguato livello di patrimonializzazione. Infine – provvedimento davvero auspicabile – sarà data grande attenzione alla verifica degli investimenti da parte dei privati che abbiano sottoscritto una concessione.

L’Atto di Indirizzo favorisce anche la costituzione delle cosiddette “reti aeroportuali”, gestite da un unico soggetto, al fine di conseguire vantaggi sul fronte della differenziazione e specializzazione di ruolo nel servire lo stesso territorio con infrastrutture dedicate per tipologia di traffico (low cost, cargo, charter, distribuzione stagionale del traffico) e dell’ottimizzazione nell’acquisizione di servizi e beni da parte di fornitori terzi con economie di scala a beneficio di tutti gli aeroporti in rete.

Le linee guida per i servizi previste dall’atto sono sostanzialmente tre. Semplificazione procedurale per un’approvazione più celere dei contratti di programma. Servizi di navigazione aerea: revisione dell’orario di apertura degli aeroporti e/o degli orari di fornitura dei servizi, con possibile chiusura notturna degli aeroporti con traffico limitato o con criticità di impatto ambientale; modifica del servizio di controllo aereo passando da un servizio di torre ad un servizio di Afis (Servizio Informazioni di Volo Aeroportuali) negli aeroporti con scarso traffico commerciale; rimodulazione delle tariffe relative ai servizi di assistenza in fase di decollo e atterraggio. Servizi generali alla clientela: ridefinizione delle risorse umane e finanziarie destinate ai servizi antincendio, ai controlli di sicurezza e doganali e ad altre tipologie di servizi. (guarda il powerpoint del piano)

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