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Risposta dal Comune di Ceglie: "Spieghiamo come e perchè il Pug è da rifare"

CEGLIE MESSAPICA - "Ancora una volta viene data una definizione strabica delle vicende legate alle politiche urbanistiche della Città di Ceglie Messapica ed in particolare alla “bozza” di Pug che ha ricevuto una sonora non “compatibilità” da parte della Regione Puglia", si legge nella risposta inviata a BrindisiReport.it dal sindaco di Ceglie Messapica. Luigi Caroli, e dal dirigente della quinta area della struttura comunale, architetto Sergio Attolini.

CEGLIE MESSAPICA - "Ancora una volta viene data una definizione strabica delle vicende legate alle politiche urbanistiche della Città di Ceglie Messapica ed in particolare alla “bozza” di Pug che ha ricevuto una sonora non “compatibilità” da parte della Regione Puglia", si legge nella risposta inviata a BrindisiReport.it dal sindaco di Ceglie Messapica. Luigi Caroli, e dal dirigente della quinta area della struttura comunale, architetto Sergio Attolini.

"La nuova amministrazione comunale, appena insediatasi, ha richiesto ed inviato alla Regione Puglia un parere legale pro-veritate, anticipando il pronunciamento della Regione stessa, nel quale sono state evidenziate carenze gravi, incompletezza degli atti trasmessi, assenza di rapporto ambientale, di valutazione di incidenza, di Vas, di mancata certificazione delle osservazioni dei cittadini non inserite quindi nello strumento urbanistico. Quindi uno strumento - sostengono Caroli e Attolini nella oloro nota -  privo di norme tecniche di attuazione “validate”. Tutte carenze puntualmente riscontrate in trenta punti dagli uffici regionali che hanno sonoramente bocciato il P.U.G. e ridicolizzato lo studio della V.A.S. definendolo di “quattro paginette”. Mai un ufficio della Regione Puglia aveva esternato tali prese di posizione nei confronti di un Comune, codificandole in una relazione di accompagnamento".

"La Regione Puglia, inoltre, ha certificato che l’individuazione di un numero spropositato di vani a realizzarsi (numero 5.530) ed un altrettanto spropositato consumo di suolo - si legge ancora nella risposta al nostro articolo - erano scelte non condivisibili per una cittadina che vede le sue prospettive urbanistiche finalizzate alla tutela dell’ambiente, al recupero conservativo dello stesso ed allo sviluppo agro-turistico. Risulta strano che ci sia ancora qualcuno che condivida le impostazioni contenute nella bozza di Pug".

"Di fronte a tale disastro urbanistico, costato alla città un paio di centinaia di migliaia di euro e quindici anni di immobilismo, va rilevato che il progettista ha perfino richiesto ulteriori somme pari a cinquantamila euro per Vas, più cinquemila euro per Regolamento Edilizio, prestazioni mai fornite, oltre a quello che vogliamo considerare uno spiacevole equivoco, peraltro “stranamente” certificato dal dirigente regionale del settore urbanistica, relativo a compensi richiesti dal commissario ad acta nominato dall’assessore Barbanente. Tali richieste rasentano il codice penale - affermano Caroli e Attolini - in quanto già pagate e liquidate dalla Regione stessa".

"Ovviamente in assenza di riscontro da parte degli uffici, si ritiene opportuno che la Corte dei Conti stessa, certamente non per l’attuale amministrazione ma per le precedenti, potrebbe avere motivo di controllo e verifica per quanto sprecato sino ad oggi. Pur tuttavia volendo puntualizzare nel tecnicismo urbanistico, si contesta fortemente quanto sbandierato dall’assessore Barbanente, che il Pug di Ceglie poteva essere salvato in quanto in urbanistica i termini sono “perentori”, ma a voler anche tener presente il cosiddetto “salva Pug” certamente con i presupposti anzi detti, sarebbe stato uno strumento urbanistico ingestibile ed incompleto, che -rilevano polemicamete il sindaco e il dirigente del settore urbanistico - avrebbe ancor di più penalizzato il territorio, che ha bisogno di una valorizzazione delle risorse e vocazioni con strumenti snelli e veloci e non come quelli sino ad oggi attuati (quindici anni di Pug)".

"Appare ancora più strano che a qualcheduno faccia meraviglia che una città che basa la sua attrazione turistica sul centro storico non senta l’esigenza, dopo un decennio, di tutelare con norme e puntualizzazioni più specifiche un patrimonio di notevole consistenza, quale quello del centro storico attualmente in notevole stato di degrado ed abbandono, visto che per cinque anni nessuno si è posto il problema di come tutelarlo e rilanciarlo", annotano ancora Caroli e Attolini.

"Relativamente ai centosessanta mila euro impegnati per le attività urbanistiche legate alla redazione del Pug, va detto che dalle stesse vanno sottratte le somme non dovute e che le stesse servono a redigere un Pug, a redigere una Vas, a redigere una Vis, a redigere le norme tecniche di attuazione (Nta), ad una rivisitazione del piano di recupero del centro storico, alla realizzazione del Sistema Informativo Territoriale (Sit), alla redazione di una relazione idro-geologica ed agli studi ambientali conseguenti, alla costituzione dell’ufficio di piano ed alle attrezzature informatiche (software ed hardware) per la gestione dello stesso. Tutti aspetti di cui il Comune di Ceglie Messapica non è dotato, ma che avrebbero dovuto far parte, come elementi propedeutici, per una corretta redazione e gestione di uno strumento urbanistico generale così importante", si precisa dal Comune di Ceglie Messapica.

"Conforta però, questa amministrazione, il fatto che sia l’atteggiamento nei confronti del Pug, che sia i propositi esternati agli addetti ai lavori (ingegneri, architetti e geometri) hanno ottenuto il loro vivo compiacimento e stimolato questa Amministrazione a proseguire negli intendimenti proposti. Su una cosa ha ragione la giornalista, che l’attuale amministrazione cegliese non torna indietro anche perché troverebbe il nulla".

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