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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Sbloccati i lavori per la Pavoncelli-bis

BARI - Il Consiglio di Stato, con sentenza del 6 agosto scorso, ha definito legittima l’ordinanza sullo stato di emergenza della vecchia galleria Pavoncelli.

BARI- Il consigliere regionale Fabiano Amati, anche in qualità di presidente del Comitato Tecnico Consultivo, ha dichiarato che il Consiglio di Stato, con sentenza del 6 agosto scorso, ha definito legittima l’ordinanza sullo stato di emergenza della vecchia galleria Pavoncelli. Facendo si che dopo trent’ anni si possa completare il procedimento di approvazione del progetto e avviare così i lavori per la costruzione della nuova galleria di valico.

La galleria Pavoncelli, realizzata agli inizi del ‘900 e lunga circa 15 chilometri, è il primo tratto dell’Acquedotto Pugliese e rifornisce oltre 1.700.000 pugliesi e lucani. Dopo il terremoto del 1980 essa ha subito danni notevoli per la cui riparazione fu drasticamente ridotta l’erogazione idrica per circa quattro mesi con notevoli disagi per la popolazione.

Si decise, quindi, di realizzare una nuova galleria, la Pavoncelli bis, che avrebbe garantito l’approvvigionamento idrico mentre la prima galleria avrebbe dovuto essere riparata. I lavori iniziarono nel 1990 e nel 1992 furono sospesi per il rinvenimento di una falda acquifera di 700 l/s. Solo nel luglio 2007 la situazione sembrò sbloccarsi con l’ordinanza del commissario straordinario che validò il nuovo progetto esecutivo, progetto che non fu mai iniziato visto che il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche, a seguito dei ricorsi presentati dall’Ente Parco dei Monti Picentini e dall’Alto Calore Irpino, annullò gli atti. Il tutto in seguito confermato anche dalla Suprema Corte di Cassazione .

Nel 2009 il Consiglio dei Ministri dichiarò lo stato di emergenza in quanto un crollo pur parziale dell’attuale galleria, oggi in avanzato stato di degrado, avrebbe ripercussioni gravissime sulla possibilità di fornire acqua potabile alle popolazioni interessate, permettendo così di bandire una nuova gara di appalto. Alcuni enti territoriali competenti hanno espresso parere sfavorevole per la realizzazione dell’ opera, temendo l’ impatto ambientale, pareri superati da una commissione del Ministero dell’ Ambiente che ha definito l’opera di compatibilità ambientale.

L’ intera vicenda che ha caratterizzato la realizzazione di

Questo progetto è stato così commentato da Amati: "La Pavoncelli bis è allo stesso tempo una delle storie più complesse, scandalose e esaltanti, tra tutte quelle che riguardano opere pubbliche al servizio della Puglia. È la più complessa per i suoi profili interregionali (riguarda infatti il territorio della Puglia e della Campania) e per le specificità geologiche del territorio su cui sorge; la più scandalosa perché il procedimento per la sua realizzazione è iniziato nel 1980 e sino al 2009 sono stati spesi almeno 250 miliardi di vecchie lire per realizzare ben poco; la più esaltante perché riguarda il cuore dell'Acquedotto pugliese e garantisce la vita ad almeno un milione e cinquecento mila pugliesi. E quanto a me è quella che più mi ha impegnato, con gioie e frustrazioni, nel lavoro di amministratore pubblico regionale”.

Tra complessità e scandali, da decenni si combatteva una 'guerra' giudiziaria sulla realizzazione dell'opera, portata avanti da vari organismi pubblici irpini sulla base di un pregiudizio: cioè che l'opera potesse servire ad ampliare la portata del prelievo idrico in favore della Puglia.

“Che non sia così è stato riconosciuto dal Consiglio di Stato, che rigettando il ricorso dell'Ato Alto Calore ha affermato la piena legittimità del procedimento di Valutazione di impatto ambientale ministeriale, scaturito dalla ordinanza di protezione civile concessa dal Governo nazionale nel novembre 2009, richiesta dalla Regione Puglia - a gran voce - nell'ottobre dello stesso anno, come unico strumento idoneo a sbloccare lo scempio di sprechi e ritardi; come poi si è ampiamente rivelato, considerato che il cantiere è attualmente in pieno esercizio”.

“Naturalmente, tutto ciò – conclude Amati - è stato reso possibile anche grazie al Commissario per l'emergenza e all'intera struttura tecnica del commissariato, al Servizio risorse della Regione Puglia, oltre che all'Avvocatura generale dello Stato, che ha difeso con particolare impegno e ingegno le ragioni della Puglia e dell'Acquedotto pugliese. Senza il loro aiuto, oggi non avremmo potuto vantare questo parziale successo, che ci fa ben sperare per l'entrata in esercizio - al più presto - di questa fondamentale opera idraulica."

 

 

 

 

 

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