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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Sbloccati i premi per il fermo pesca

Buone notizie per i pescatori, la cui attività ogni anno subisce il fermo biologico. L’unione Europea ha sbloccato i fondi comunitari .

Buone notizie per i pescatori, la cui attività ogni anno subisce il fermo biologico. L’unione Europea ha sbloccato i fondi comunitari che erano stati congelati a causa dalle procedure d’infrazione aperte sulla questione “ferrettare”. Pertanto, il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali procederà con estrema celerità, entro il corrente mese agosto e i primi giorni di settembre, a liquidare tutte le pratiche inevase relative al premio di fermo pesca dell’anno 2012 per le imbarcazioni e le imprese che hanno attuato il fermo nei compartimenti da Trieste a Bari e che non sono state ancora pagate.

Per i compartimenti di Brindisi, dello Ionio, del Tirreno, Sicilia e Sardegna i pagamenti relativi all’anno 2012 saranno effettuati a settembre, al più tardi entro i primi giorni del mese di ottobre 2013. “Le imprese della pesca – commenta il Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – possono tirare un sospiro di sollievo, a poco ore dal provvedimento di fermo pesca 2013 che di fatto blocca le attività della flotta da pesca italiana lungo tutto l’Adriatico, da Trieste a Bari. Con il fermo pesca, utile al ripopolamento dei pesci, aumenta, però, il rischio di ritrovarsi nel piatto per grigliate e fritture, soprattutto al ristorante, prodotto straniero o congelato a discapito di pescatori locali e consumatori”.

Il blocco – ricorda Coldiretti ImpresaPesca - ha l’obiettivo di garantire il ripopolamento dei pesci nel mare e salvare cosi le marinerie dal collasso, in un 2013 segnato da un calo del 16 per cento dei consumi di pesce fresco nel primo trimestre dell'anno. A tale proposito è positivo il giudizio della Coldiretti sul decreto, firmato il primo agosto dal ministro delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo, che stabilisce le modalità applicative per l'attestazione di origine dei prodotti della pesca, prevedendo la possibilità di inserire la dicitura “prodotto italiano” sul pesce venduto al dettaglio.

“La pesca e l’acquacoltura Comunitaria non soddisfano i mercati dell’Unione – denuncia il Direttore della Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio - e circa la metà dei consumi di pesce del Vecchio Continente dipendono delle importazioni. Di assoluto rilievo i numeri del settore in Puglia, il cui valore economico è pari all’1% del PIL pugliese e arriva fino al 3,5% se si considera l’intero indotto, conta 1500 imbarcazioni, 5000 addetti, 10 impianti di acquacoltura e mitilicoltura. Le aree vocate sono prioritariamente Manfredonia, Molfetta, sud Barese, Salento, dove il pescato più importante è costituito da gamberi, scampi, merluzzi.”

Per valorizzare il pesce pescato e allevato nel nostro Paese mediante la creazione di una filiera ittica tutta italiana che tuteli la qualità e l'identità nazionale del prodotto, Coldiretti ImpresaPesca ha avviato iniziative pilota per la vendita diretta del pesce presso la rete di Campagna Amica.

 

 

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