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Sede AqP, ora sono 18 i Comuni che hanno deliberato contro il trasferimento

BRINDISI - Il cerchio è chiuso, o quasi. Sono diciotto i Comuni che hanno deliberato, nero su bianco, la propria contrarietà di fronte alla prospettiva di accorpamento dell’Unità territoriale brindisina dell’Acquedotto pugliese a quello di Taranto. Mancano solo Francavilla Fontana e Oria, ritardo causato dalla pausa estiva, ma entrambi i sindaci Vincenzo Della Corte e Cosimo Ferretti, hanno già annunciato la propria contrarietà al progetto di smantellare l’Unità brindisina prospettata dall’amministrazione dell’Acquedotto, rimandando ai prossimi giorni la messa a punto delle delibere che chiuderanno il cerchio.

BRINDISI - Il cerchio è chiuso, o quasi. Sono diciotto i Comuni che hanno deliberato, nero su bianco, la propria contrarietà di fronte alla prospettiva di accorpamento dell’Unità territoriale brindisina dell’Acquedotto pugliese a quello di Taranto. Mancano solo Francavilla Fontana e Oria, ritardo causato dalla pausa estiva, ma entrambi i sindaci Vincenzo Della Corte e Cosimo Ferretti, hanno già annunciato la propria contrarietà al progetto di smantellare l’Unità brindisina prospettata dall’amministrazione dell’Acquedotto, rimandando ai prossimi giorni la messa a punto delle delibere che chiuderanno il cerchio.

En plein dunque. All’appello del presidente della Provincia, Massimo Ferrarese, al quale i sindacati e i lavoratori hanno chiesto di assumere l’incarico di rappresentare le istanze contro l’accorpamento e il dirottamento delle unità dirigenziali a Taranto, hanno risposto tutti, nessuno escluso. Fronte istituzionale unico e bipartisan. A prescindere dal colore, e dal marchio politico delle giunte comunali.

Fabiano Amati dixit. L’assessore regionale alle Opere pubbliche, parte – integrante – in causa nel dibattito in corso, lo aveva detto. “I sindaci hanno un ruolo fondamentale nell’esecutivo d’Ambito, esprimano il loro voto nelle sedi giuridiche, adeguate. Poi vedremo”. Se ai pareri, e al voto dei sindaci in seno all’Ambito, si affiancheranno “pareri tecnici peculiari, qualificati, che acclarino e confortino quelle argomentazioni, allora è vero anche Brindisi e i brindisini non hanno da temere “colpi di mano” da parte della Regione”.

Questo ha detto Fabiano Amati. Più volte tirato in ballo, anche nel tentativo di sollecitarne l’amor di campanile e il senso di appartenenza, a Fasano prima, alla provincia tutta poi, l’assessore ha esplicitamente dichiarato che ogni decisione della giunta sarà dettata dal vaglio di interessi superiori e comuni. I Comuni hanno rintuzzato, facendo leva su particolari corde. Non è un caso che nella delibera della giunta fasanese, ma non è l’unica, venga fatto esplicito riferimento ai natali di Amati.

La presa di posizione dei sindaci, tutti, è intanto un passo determinante, destinato a fare la differenza, sebbene non chiuda la battaglia che vede schierati in prima linea, sullo stesso fronte, lavoratori e organizzazioni sindacali. Contro la paventata riorganizzazione, ribattezzata “blitz di ferragosto” da lavoratori e sindacati, si è schierato anche il comitato brindisino, promotore della campagna referendaria contro la privatizzazione dell’oro blu.

“Si attenda che il disegno legislativo sul governo e la gestione del servizio idrico integrato, con la conseguente costituzione dell’azienda pubblica regionale Acquedotto pugliese, acquisisca forza di legge. Monteforte doveva essere il traghettatore, e non il riformatore di Aqp fino all’approvazione del disegno legislativo”. E proprio dall’amministratore unico Ivo Monteforte è arrivata nei giorni scorsi la risposta attesa: “Il nuovo assetto organizzativo non comporterà la chiusura della struttura di Brindisi. In particolare, la struttura operativa provinciale di Brindisi, con i suoi uffici (la cui sede centrale nel capoluogo è stata recentemente inaugurata), continuerà ad essere un punto di riferimento fondamentale per i cittadini e per le istituzioni tutte mantenendo inalterate le proprie competenze ed assicurando gli standard di servizio offerti al cittadino nel sostanziale rispetto delle intese con i comuni pugliesi trasfuse nel Piano d’Ambito recentemente approvato”.

Lo stesso Monteforte ha assicurato che “Acquedotto pugliese investirà sul territorio della provincia di Brindisi, 55 milioni di euro entro il 2012 per il mantenimento ed il potenziamento degli standard di funzionalità del sistema idrico integrato (che comprende anche il servizio fognario e della depurazione) attraverso la realizzazione di nuovo opere ed interventi puntuali su quelle esistenti”. L’ultima parola spetta adesso al consiglio d’Ambito. I sindaci del Brindisino hanno già chiesto al presidente Emiliano la convocazione dell’assise, nei tempi più rapidi possibile.

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