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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Sequestro olio taroccato a S.Marzano, ringraziamento di Coldiretti Puglia alla Finanza

BARI - “Non poteva finire che così il 2010, contraddistinto da truffe e sofisticazioni ai danni dell’agroalimentare pugliese di qualità. Esprimiamo plauso all’attività della Guardia di Finanza per l’ennesimo maxisequestro di 42mila chili di olio truccato in un frantoio di San Marzano di San Giuseppe (Taranto). Grazie all’operazione odierna è stato tolto dal commercio olio non rintracciabile ad alta acidità. Dobbiamo ringraziare sentitamente tutti gli organismi di controllo per un 2010 caratterizzato dal forte impegno nella lotta alle frodi alimentari che secondo una indagine Coldiretti/Swg sono le più temute dal 60 per cento dei cittadini e superano quelle fiscali, finanziarie e commerciali”.

BARI - “Non poteva finire che così il 2010, contraddistinto da truffe e sofisticazioni ai danni dell’agroalimentare pugliese di qualità. Esprimiamo plauso all’attività della Guardia di Finanza per l’ennesimo maxisequestro di 42mila chili di olio truccato in un frantoio di San Marzano di San Giuseppe (Taranto). Grazie all’operazione odierna è stato tolto dal commercio olio non rintracciabile ad alta acidità. Dobbiamo ringraziare sentitamente tutti gli organismi di controllo per un 2010 caratterizzato dal forte impegno nella lotta alle frodi alimentari che secondo una indagine Coldiretti/Swg sono le più temute dal  60 per cento dei cittadini e superano quelle fiscali, finanziarie e commerciali”.

Così il presidente della Coldiretti Puglia, Pietro Salcuni, ha commentato la notizia dell’ennesimo sequestro di olio contraffatto a chiusura di un anno, in cui si festeggiano i cinquanta anni dalla nascita dell’olio extravergine di oliva made in Italy, frutto della prima spremitura delle olive attraverso la sola pressione meccanica e con un tasso di acidità  bassissimo, secondo la legge 1407 del 13 novembre 1960. Una norma che introduce la denominazione ''olio extravergine d'oliva'' che tanto successo ha portato all'olio italiano all'estero, tanto da far ottenere alla dieta mediterranea, ancora nel 2010,  il riconoscimento di patrimonio immateriale dell’Unesco.

“La norma per l'indicazione di origine in etichetta – dice il direttore della Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio - consente di verificare la reale origine delle olive impiegate e, quindi, anche di valorizzare gli oliveti pugliesi che possono contare su 60 milioni di piante, molte delle quali secolari o situate in zone dove contribuiscono ad arricchire il paesaggio rurale e l'ambiente. Il comparto olivicolo - oleario è uno dei settori più colpiti da frodi e sofisticazioni in Puglia. Nonostante il riconoscimento comunitario per 5 oli DOP (Denominazione d’Origine Protetta)  al ‘Terra di Bari’, ‘Terra d’Otranto’, ‘Dauno’, ‘Collina di Brindisi’ e ‘Terre Tarentine’ ed una produzione pari a 11 milioni di quintali di olive ed oltre 2,2 milioni di quintali di olio, sono circa 500 i milioni di litri di olio di oliva importati ogni anno per essere miscelati con quello italiano ed in particolare con quello pugliese, dato che l'incidenza della produzione olivicola regionale su quella nazionale è pari al 35% e al 12% su quella mondiale”.

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