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Economia

Gruppo Dema, Fim Cisl: "Ancora nubi sul futuro, nulla di fatto al Mimit"

"L’azienda ha rappresentato le difficoltà incontrate in questi ultimi due mesi, a causa dei compromessi rapporti con clienti e fornitori"

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato della Fim Cisl sulla situazione del gruppo Dema

A distanza di tre mesi dal primo incontro con l’attuale amministratore delegato, non abbiamo riscontrato nessun passo in avanti durante l'incontro di giovedì al Ministero delle imprese e del made in Italy, Mimit. L’azienda ha rappresentato le difficoltà incontrate in questi ultimi due mesi, a causa dei compromessi rapporti con clienti e fornitori. Da quanto appreso al tavolo ministeriale, in questo periodo l’entourage del Gruppo Dema ha lavorato per ricucire i rapporti con Airbus e Leonardo. Nei prossimi giorni ci saranno altri incontri per cercare di avere delle previsioni di ordini a medio/lungo termine. L’azienda ha fatto trasparire che qualora resti tutto invariato, non saranno nelle condizioni di garantire l’attuale livello occupazionale.

"Come Fim Cisl – rileva l’operatore territoriale di Brindisi dei metalmeccanici cislini, Celestino Bruni – siamo totalmente contrariati dal non aver discusso i dettagli. Non è possibile – aggiunge – che, ad un mese scarso dal termine ultimo di presentazione del piano industriale, non ci sia la possibilità di confrontarsi su problematiche e soluzioni. Durante l’ultimo incontro abbiamo ribadito che, di fronte ai problemi in essere, non ci giriamo dall’altra parte". La Fim, inoltre, aveva auspicato un coinvolgimento, perché "riteniamo che solo con l’aiuto di tutti sarebbe possibile uscire dalla crisi. Invece, l’azienda continua ad andare per la sua strada".

Celestino Bruni

L’incontro di giovedì al Mimit è stato aggiornato al prossimo 25 gennaio. "Non ci stiamo assolutamente a dover gestire decisioni prese unilateralmente. Gli stabilimenti del Gruppo Dema sono una ricchezza di professionalità specializzata e i lavoratori hanno la sola colpa di pagare le conseguenze di gestioni fallimentari passate. Di fronte ad un mercato aeronautico in crescita, non staremo fermi a vedere il nostro territorio scippato ancora una volta. A tal proposito, faremo tutto quanto nelle nostre possibilità per salvaguardare le 180 famiglie coinvolte e cominceremo dal coinvolgere le istituzioni locali, affinché anche loro facciano la propria parte. A queste famiglie – conclude Celestino Bruni – si aggiungono quelle dei 90 lavoratori Dcm rientrati nel concordato di transizione occupazionale e che quindi, come prevede lo stesso, speravano in un reinserimento sulla base di una ripresa aziendale".
 

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