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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Vertenza Santa Teresa: il Cobas chiede l'intervento di Mattarella e Gentiloni

Il sindacato scrive una lettera alle massime cariche dello Stato per lo sblocco della proroga della cassa integrazione in deroga

Il sindacato Cobas chiede l'intervento delle massime cariche dello Stato e del governo per sbloccare la vertenza riguardante le ditte Santa Teresa e Alba Service (la prima partecipata della Provincia Brindisi, la seconda società in house della Provincia di Lecce), i cui lavoratori sono ancora in attesa dello sblocco della proroga della cassa integrazione in deroga per tutto il 2018. 

I segretari delle confederazioni di Brindisi, Roberto Aprile, e Lecce, Giuseppe Pietro Mancarella, dell’organizzazione sindacale, hanno inviato una lettera al presidente della Repubblica, ai presidenti della Camera e del Senato, al capo del Governo, e ai ministri del Lavoro e della Coesione Territoriale, ripercorrendo l’odissea delle due società a partire dall’entrata in vigore della cosiddetta legge Delrio che ha spogliato le Province di buona parte delle loro funzioni, fino ai giorni nostri, con il mancato via libera da parte del ministero allo sblocco della proroga della cassa integrazione in deroga, dopo il via libera dato dalla Regione nel dicembre 2017, per un’interpretazione del comma 145 della legge di stabilità 2018. 

Di seguito, la lettere del Cobas

La Confederazione Cobas di Brindisi e di Lecce con la presente, ancora una volta, desiderano sottoporre alla Vostra attenzione, quali Il segretario del Cobas Brindisi, Roberto Aprilevertici istituzionali della Repubblica italiana, la grave situazione in cui si trovano i dipendenti di Santa Teresa e di Alba Service
S.p.A. società partecipate per l’intero capitale sociale rispettivamente dalla Provincia di Brindisi e di Lecce e affidatarie della gestione di servizi pubblici provinciali quali manutenzione scuole, manutenzione strade, servizi di pulizia e uscierato, servizi sociali, ecc. servizi di rilevanza costituzionale.

La crisi delle suddette partecipate pubbliche, che occupano più di 250 dipendenti, è stata una delle conseguenze della legge 56 del 2014 la “cd. Riforma Delrio” dal nome del suo promotore, Graziano Delrio. La Legge n. 56 del 7 aprile 2014 “Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni”, entrata in vigore l’8 aprile 2014, che ha ridisegnato organi e competenze dell'amministrazione locale, ha causato una drastica contrazione nell’erogazione di servizi alle comunità brindisine e leccesi mettendo in difficoltà le società partecipate, in quanto a parità di servizi ha drasticamente tagliato le risorse finanziarie alle Provincie italiane.
La situazione delle province italiane è ancora allo sbando. Continuano indiscriminati i tagli alle province da parte del governo che stanno producendo una paralisi dei servizi fondamentali resi ai cittadini come la manutenzione delle strade provinciali, delle scuole e altri servizi essenziali che ad oggi sono di competenza delle province.

Il presidente Sergio Mattarella-2Questo non solo ha ripercussione sulla sicurezza dei cittadini destinatari e fruitori dei servizi ma addirittura ha una ripercussione pesante sui lavoratori che svolgono le attività per conto delle province. Soprattutto per i lavoratori delle società in house delle province, che nascono proprio per erogare e garantire i servizi direttamente dagli enti, che oggi, per questi motivi, sono in sofferenza poiché vedono le loro speranze di mantenere il loro posto di lavoro sempre più col lumicino.

E’ paradossale e al momento stesso vergognoso che la Legge 56/2014 (la c.d. Legge Delrio) sia ancora in vigore a valle del responso referendario del 4 dicembre 2016 che di fatto restituisce le province al rango costituzionale. La Legge Delrio non era altro che l’anticipazione della riforma costituzionale, formulata senza capo e né coda, senza una pianificazione, ma neanche vaga e lontana, sul riparto delle competenze tra Governo/Regioni/Province.

E’ vergognoso e al tempo stesso molto grave che dopo il pronunciamento degli italiani che sonoramente hanno bocciato il tentativo maldestro di metter mano alla Costituzione da parte di un governo che si è solo preoccupato di smantellare lo stato 2/4 sociale di questo Paese la Legge Delrio non sia stata ancora abrogata in quanto presenta, nel suo insieme, palesi elementi di incostituzionalità.

Di conseguenza i numerosi lavoratori delle partecipate pubbliche e in particolare quelli della Santa Teresa e di Alba Service hanno subito gli Conferenza stampa Gentiloni-2effetti dannosi della suddetta riforma con esiti negativi sull’aspetto occupazionale. Infatti, Alba Service, la partecipata della Provincia di Lecce, è quella maggiormente danneggiata tanto da essere in liquidazione. Nel dicembre 2017 per volere della Provincia di Lecce e del suo Presidente Gabellone è stata instradata nella procedura di concordato preventivo in bianco con la scusa del salvataggio dei posti di lavoro ma che avrà come conseguenza la dichiarazione di fallimento anche se una società pubblica che svolge servizi a rilevanza costituzionale è esclusa dall’art.1 della legge fallimentare in quanto società interamente pubblica. Il prossimo 17 Maggio si avrà una pronuncia da parte del Tribunale di Lecce della sezione fallimentare sulla vicenda societaria Alba Service

Nel dicembre 2016, vista la grave situazione finanziaria delle Provincie di Brindisi e di Lecce, è stata concessa per la prima volta la cassa integrazione in deroga ai dipendenti delle società pubbliche partecipate dagli enti locali pugliesi per tutto il 2017. Nel corso del 2017 questa Organizzazione sindacale ha messo in atto una serie di attività al fine di ottenere la salvaguardia dei posti di lavoro e la proroga dell’ammortizzatore sociale. Infatti, il 19 Luglio 2017 è stata ricevuta in delegazione a Roma in diverse sedi istituzionali, tra cui anche il Ministero per gli Affari Regionali e Camera dei Deputati, ottenendo in fine la proroga della cassa integrazione in deroga da parte della Regione Puglia per l’anno 2018.

La situazione, però, oggi si è aggravata per il fatto che la concessione da parte della Regione Puglia della Cassa integrazione in deroga per il 2018 è stata bloccata dal Ministero del Lavoro per un’interpretazione del comma 145 della legge di stabilità 2018 che autorizza le Regioni al rinnovo delle CIGD concesse con decreto entro la data del 31 dicembre 2016 ed a valere per l’anno 2017.

Infatti, la Legge 27 dicembre 2017, n. 205 Parte I Sezione I Misure quantitative per la realizzazione degli obiettivi programmatici all’art.1 comma 145 prevede che “Al fine del compimento dei piani di nuova industrializzazione, di recupero o di tenuta occupazionale relativi a crisi aziendali incardinate presso le unità di crisi del Ministero dello sviluppo economico o delle regioni, nel limite massimo del 50 per cento delle risorse loro assegnate ai sensi dell'articolo 44, comma 6-bis, del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 148, le regioni, a seguito di specifici accordi sottoscritti dalle parti presso le unità di crisi del Ministero dello sviluppo economico o delle stesse regioni, possono autorizzare, per un periodo massimo di dodici mesi, le proroghe in continuità delle prestazioni di cassa integrazione guadagni in deroga concesse entro la data del 31 dicembre 2016 e aventi durata con effetti nell'anno 2017”.

Il Ministero del Lavoro interpreta la concessione come data del decreto e questa interpretazione escluderebbe tutte le partecipate in Puglia, in quanto il decreto della Regione Puglia è datato 2017 con effetti retroattivi dal 29 dicembre 2016. La Regione Puglia invece attuando il disposto della legge di bilancio ha concesso la proroga per il 2018.

Quindi il blocco della cassa integrazione in deroga che riguarda oltre che i dipendenti delle partecipate della Provincia di Brindisi e di Lecce anche centinaia di lavoratori del settore privato che usufruiscono dell’ammortizzatore sociale, non trova nessuna giustificazione, in quanto è stato rispettato tutto l’iter giuridico previsto dalla legislazione nazionale e regionale.

Considerato che questa situazione di stallo burocratico sta creando una grave tensione sociale nelle due Province pugliesi coinvolte, si chiede un Vostro intervento per dirimere questa disputa tra Regione Puglia e Ministero del Lavoro nel rispetto della dignità dei lavoratori messi in ginocchio dalla riforma Delrio e dalla sua attuazione

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