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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

«Vi spiego il successo del S.Domenico»

FASANO - A Savelletri, nell'oasi di pace di Masseria San Domenico, così come a Masseria Cimino e a Borgo Egnazia, l'estate non è ancora finita. Turisti stranieri e italiani prendono il sole o fanno il bagno in piscina come se fosse Ferragosto. Tra gli ulivi che difendono le mura antiche di questo cinque stelle lusso, il forte vento che due giorni fa ha costretto a smantellare in pochi minuti la spiaggia del San Domenico, arriva attenuato e porta sollievo. E con Marisa Melpignano, proprietaria del gruppo che possiede anche un hotel bomboniera a Londra, il San Domenico House di Chelsea (16 stanze), si può tracciare un bilancio della stagione.

FASANO - A Savelletri, nell'oasi di pace di Masseria San Domenico, così come a Masseria Cimino e a Borgo Egnazia, l'estate non è ancora finita. Turisti stranieri e italiani prendono il sole o fanno il bagno in piscina come se fosse Ferragosto. Tra gli ulivi che difendono le mura antiche di questo cinque stelle lusso, il forte vento che due giorni fa ha costretto a smantellare in pochi minuti la spiaggia del San Domenico, arriva attenuato e porta sollievo. E con Marisa Melpignano, proprietaria del gruppo che possiede anche un hotel-bomboniera a Londra, il San Domenico House di Chelsea, si può tracciare un bilancio della stagione.

 

Tutti parlano di un calo di presenze e della capacità di spesa dei turisti, a voi come è andata?

Molto bene, nessun calo, anzi. Le tre strutture marciano molto bene, e perfino a Londra siamo quasi sempre pieni.

È vero che state valutando altri investimenti nel settore?

Guardiamo con attenzione al Brasile, e stiamo cercando una location a New York, ovviamente vogliamo qualcosa in stile "San Domenico”.

E nel frattempo avete "dovuto” fare un altro investimento anche qui a Savelletri...

Abbiamo acquistato la fabbrica di marmo situata davanti al nostro ingresso, proprio sugli scogli. Rischiavamo che diventasse una discoteca, o magari qualcos'altro. Diciamo che abbiamo voluto tutelare la tranquillità che i nostri clienti cercano. Quell'immobile sparirà dalla costa, stiamo valutando cosa realizzare.

Come si giustifica il vostro successo, anche alla luce del target dei vostri clienti, tutti di reddito medio-alto?

Si giustifica proprio con la scelta di avere bene focalizzato il nostro cliente-obiettivo, e con il grande lavoro di marketing e pubbliche relazioni che facciamo. Abbiamo una decina di addetti al marketing, e in ogni mercato su cui puntiamo, come gli Stati Uniti, il Giappone, il Brasile, l'Inghilterra e gli altri paesi europei, abbiamo un addetto alle pubbliche relazioni ed un commerciale.

 

Insomma della promozione turistica istituzionale vi fidate poco?

Il turismo non è qualcosa che si improvvisa. La promozione e la programmazione turistica dovrebbero farla gli addetti ai lavori, non i politici e gli amministratori, che magari pensano agli interessi del loro orticello. Che senso ha promuovere separatamente la Valle d'Itria, il Salento, il Gargano... La Puglia è bella perchè è varia, lo dice già il nome originario, "Le Puglie”. Allora promuoviamola per intero, senza distinzioni.

Immagino che la Bit per voi non conti nulla?

L'ultima volta che ci sono andata non ho trovato i nostri depliant nello stand della Regione Puglia. Nessuno sapeva dove fossero andati a finire. E mentre li cercavo, le hostess discutevano del locale dove sarebbero andate la sera. Da quell'anno abbiamo deciso che era inutile perfino inviare i depliant.

Cosa chiedete alla Politica?

Di fare quello che dovrebbe fare: già sistemare le strade che portano a Savelletri, far funzionare i semafori e i servizi sarebbe una grande cosa. È inutile chiedere contributi economici, preferisco che funzionino i mezzi pubblici. E invece a Fasano non esiste un taxi. Se un mio cliente vuole andare a mangiare fuori e io non posso mettergli a disposizione la navetta gratuita, spende più per il mezzo con conducente che per il conto al ristorante.

Il turismo nella nostra provincia si ferma a Savelletri, Ostuni e Cisternino. Brindisi resta ancora tagliata fuori. Perché?

Perché sconta anni di immobilismo, ma la situazione, grazie alla precedente amministrazione, è cambiata. Anche io ho riscoperto il capoluogo. Oggi ci vado con piacere a fare una passeggiata: il centro è migliorato, arriva qualche nave da crociera, ci sono ottimi ristoranti. Un tempo non era così.

Quanto hanno contato i due aeroporti di Brindisi e Bari per il vostro successo?

Tanto. Mimmo Di Paola (amministratore di Aeroporti di Puglia, ndr) ha fatto un ottimo lavoro, è stato bravissimo perché ha gestito bene i fondi regionali. Ha fatto arrivare i voli low-cost, che non servono solo per i turisti stranieri, ma anche per mandare all'estero i nostri figli, che così possono studiare e vivere esperienze importanti. Lo sa che noi, quando siamo partiti con il San Domenico, faticavamo a trovare personale che conoscesse l'inglese? Mandavamo i dipendenti a Londra per frequentare corsi di inglese. Oggi è tutto cambiato. Per fortuna.

Si può vivere di solo turismo? Se lo chiedono in tanti in questi giorni di polemiche sull'Ilva e sulla centrale Edipower di Brindisi...

Guardi, noi diamo lavoro a circa 500 persone. E i nostri clienti spendono nei ristoranti e nei negozi di questo territorio. Col turismo si può creare occupazione senza rovinare l'ambiente. È una risposta convincente?

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