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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia Ceglie Messapica

Villanova: quattro proposte di gestione e tante incognite per il porticciolo del futuro

OSTUNI - Resta in alto mare, il nuovo porticciolo. Un passo in avanti lo avrebbe dovuto sancire la Conferenza di Servizi fissata in Regione per la fine di ottobre. Convocata dal Comune per lo scorso mese di ottobre ma di fatto annullata, in quanto delegittimata dalla Regione, che oltre a rivendicare formalmente l’esclusiva titolarità ad indire il vertice, ad oggi non ha comunicato null’altro. L’appuntamento, dunque, è rinviato, in attesa di conoscere l’esito della gara di appalto per la gestione del progetto, tuttora pendente dinanzi all’Ufficio Demanio della Regione. Quattro le imprese partecipanti al bando: “Italia Navigando” (società controllata da “Invitalia”, Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa), “Marina di Ostuni srl” (che fa capo allo studio tecnico Sergi-Cavallo) e due Ati (Associazione temporanea di impresa), entrambe con sede a Ceglie Messapica e composte rispettivamente da due srl. Ossia: “Cr costruzioni srl” di Rocco Cavallo e “Fraver srl” (la prima Ati); “Cavallo Francesco e figlio srl” e “Gestioni ricreative e sportive” (la seconda Ati). In ballo la riqualificazione e la gestione del porto che verrà. E così la situazione resta incerta.

OSTUNI - Resta in alto mare, il nuovo porticciolo. Un passo in avanti lo avrebbe dovuto sancire la Conferenza di Servizi fissata in Regione per la fine di ottobre. Convocata dal Comune per lo scorso mese di ottobre ma di fatto annullata, in quanto delegittimata dalla Regione, che oltre a rivendicare formalmente l’esclusiva titolarità ad indire il vertice, ad oggi non ha comunicato null’altro. L’appuntamento, dunque, è rinviato, in attesa di conoscere l’esito della gara di appalto per la gestione del progetto, tuttora pendente dinanzi all’Ufficio Demanio della Regione. Quattro le imprese partecipanti al bando: “Italia Navigando” (società controllata da “Invitalia”, Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa), “Marina di Ostuni srl” (che fa capo allo studio tecnico Sergi-Cavallo) e due Ati (Associazione temporanea di impresa), entrambe con sede a Ceglie Messapica e composte rispettivamente da due srl. Ossia: “Cr costruzioni srl” di Rocco Cavallo e “Fraver srl” (la prima  Ati); “Cavallo Francesco e figlio srl” e “Gestioni ricreative e sportive” (la seconda Ati). In ballo la riqualificazione e la gestione del porto che verrà.

Il presente, intanto, è a termine. Il Comune ha prorogato la gestione temporanea per gli ormeggi, in attesa del progetto del futuro. E’ da tempo, ormai, che le acque del golfo, calme per antonomasia, appaiono agitate e spumose. Quella alle spalle è stata l’estate più calda: da un lato l’incertezza sul destino della struttura portuale e il disordine attuale, messo in evidenza anche dal sequestro della Guardia di finanza di alcuni specchi d’acqua attrezzati abusivamente Ad ormeggio. Dall’altro la malavita, che, inseritasi tra le falle di un porto mai così vulnerabile, ha creato per mesi scompiglio, mettendo a segno colpi impossibili: dal viavai di furti (barche rubate e trascinate al largo con una facilità disarmante) sino all’assalto al bancomat. Ad un palmo dal molo, nel cuore di una borgata, quella di Villanova, che da qui a qualche anno non può che finire sul registro delle priorità programmatiche della Pubblica amministrazione locale.

Il progetto di ampliamento del porto sulla carta dovrebbe rappresentare il trampolino di rilancio della popolare e storica frazione marina. Attorno alla torre angioina, anch’essa peraltro cadente e meritevole di un occhio di riguardo, ruota non soltanto il porto ma un intero agglomerato urbano da ridisegnare e consegnare alle nuove generazioni in una veste turisticamente competitiva. Un piano di recupero e rivitalizzazione incisivo quanto quello che negli ultimi decenni ha consentito la salvaguardia ma anche la riqualificazione del Centro storico della Città bianca. Questo occorrerebbe.

Ma il cammino, tuttora assai lento, non è privo di tortuosità. A vederci chiaro, per primi, sono gli operatori che sino ad oggi hanno garantito, tra mille difficoltà ed evidenti limiti, la gestione del porto. Quello attuale è un porticciolo turistico da circa 300 posti barca (per natanti della lunghezza massima di 18 metri), protetto da due moli: il molo di levante lungo 70 metri, banchinato e munito di bitte e il molo di ponente lungo 280 metri. Cinque, ad oggi, le aree per il diporto, compresa quella gestita dalla Lega Navale.

Essenziali i servizi offerti all’interno dell’area: rifornimento carburante tramite autocisterna, fontanella acqua, energia elettrica, scivolo, illuminazione banchine, scalo d'alaggio, gru mobile da 20 tonnellate, rimessaggio all'aperto/coperto, riparazione motori, riparazioni elettriche, riparazione scafi in vetroresina, riparazione vele, guardianaggio, pilotaggio, ormeggiatori, sommozzatori, ritiro rifiuti, servizio meteo, servizi igienici e docce. Il resto è da programmare, costruire, finanziare. In cantiere tre progetti, per un piano che prevede la realizzazione di nuovi posti barca che sarebbero in grado di ospitare imbarcazioni da 7 sino a 20 metri. L’intervento riguarderà anche la realizzazione di parcheggi, centro servizi, un distributore di carburante e tutta una serie di sistemazioni che faranno del porticciolo un punto di riferimento nel contesto della diportistica regionale. Costo complessivo (previsto) di 14 milioni di euro.

Tra le proposte in ballo, quella illustrata nel maggio del 2009 da Italia Navigando: società controllata da “Invitalia” (Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa) e presieduta da Ernesto Abaterusso. Candidatasi per prima, “Italia navigando” ha depositato un progetto dal costo complessivo di 14 milioni di euro. Ma sul futuro del porto restano scettici gli attuali operatori del porto, che temono peraltro il benservito: “Attendiamo - spiega Luciano Carani - di capire quale sarà l’impresa chiamata a realizzare il progetto. E’ chiaro che abbiamo voglia di contribuire e di partecipare alla crescita del porticciolo turistico. Ma resta il dubbio: ad oggi non abbiamo compreso se intendono scipparci il molo o coinvolgerci nella gestione futura dei servizi portuali”.

Stessa apertura e stessi timori quelli espressi dai dirigenti della Lega Navale. Il timore è che interessi e logiche di mercato possano portare a ridimensionare se non proprio a cancellare la sezione locale: “Occorre tutelare - spiega il presidente Antonello Anglani - una realtà sociale che conta 300 iscritti e che da decenni opera con abnegazione nel porto”. E dal sindaco, c'è già stata una prima risposta: “Pronti a discutere, a riflettere e a confrontarci con gli operatori locali - spiega il primo cittadino, Domenico Tanzarella - purché sia chiaro che è nostro obiettivo puntare su un complessivo programma di sviluppo e riqualificazione del porto e di Villanova”.

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