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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Vinitaly, stupiscono Vendola e il rosè

VERONA – Nichi Vendola arriva al Vinitaly per presentare il concorso Vini Rosati d’Italia, al fianco dell’assessore alle risorse agroalimentari Dario Stefano, e un incontro con i giornalisti si trasforma in un accorato appello a salvare il cuore del Paese. «Potrei essere qui e presentarvi l’immagine di una Puglia da cartolina, rappresentandone il lato glamour, oppure stupirvi con dati export da record e numeri di presenze turistiche che fanno impressione, ma è mio dovere guardare anche il bicchiere mezzo vuoto, e dunque approfitto di questo palcoscenico per lanciare un sos: salviamo l’agricoltura che sta morendo”.

VERONA – Nichi Vendola arriva al Vinitaly per presentare il concorso Vini Rosati d’Italia, al fianco dell’assessore alle risorse agroalimentari Dario Stefano, e un incontro con i giornalisti si trasforma in un accorato appello a salvare il cuore del Paese. «Potrei essere qui e presentarvi l’immagine di una Puglia da cartolina, rappresentandone il lato glamour, oppure stupirvi con dati export da record e numeri di presenze turistiche che fanno impressione, ma è mio dovere guardare anche il bicchiere mezzo vuoto, e dunque approfitto di questo palcoscenico per lanciare un sos: salviamo l’agricoltura che sta morendo”.

“Tutto l’entroterra italiano si sta svuotando, tanti piccoli centri stanno per scomparire. Non possiamo risollevare l’Italia lasciandoci dietro questo suo pezzo importante. Dobbiamo salvaguardare quella che per tanto tempo è stata la spina dorsale dell’Italia, e cioè il suo entroterra rurale». La platea ammutolisce, i giornalisti presenti ed i tanti produttori seduti nella sala Puccini di Veronafiere si attendevano il solito sermone elogiativo, ma il governatore come al solito stupisce e prende tutti in contropiede.

«Vogliamo rappresentare quel Sud che sa che l’unica cosa che conta è il cambiamento, l’innovazione. A partire dall’agricoltura. Ma parlo dell’innovazione utile. Quella che deve far perdere alla campagna quell’aurea di vecchio mondo che respinge i giovani. Oggi l’agricoltura fa fatica ad attrarre le nuove generazioni. L’età media dei produttori agricoli italiani è di 60 anni, e di questo passo l’agricoltura muore». Cambiare dunque, anche in agricoltura: «Conservando però quanto di buono questo settore ha portato all’Italia. Per esempio quelle competenze e quelle sapienze dei contadini di un tempo, che sapevano essere anche geologi e meteorologi».

Come si salva l’agricoltura è presto detto: «In Puglia abbiamo finanziato le cantine e le masserie didattiche, stiamo recuperando le masserie fortificate e diamo dei contributi ai giovani che avviano aziende agricole. Questa è la strada da seguire: dobbiamo seppellire i morti e far vivere ciò che riesce a stare sul mercato». Ecco perché dalla Puglia parte la riscossa dei rosati (dalla regione arriva il 40% della produzione italiana): «Il rosè è una grande conquista politica contro la burocrazia europea che voleva chiamare rosè i vini di risulta bianchi e rossi rimasti invenduti e miscelati tra loro. Il rosè è figlio di vitigni autoctoni e rappresentano una grande personalità. Come quella che oggi la Puglia può dire di avere».

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