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Martedì, 23 Aprile 2024
Elezioni

Forza Italia, catastrofe elezioni: fuori dal Consiglio per la prima volta dal 94

Vitali: "Disfatta per due motivi: Rizziello e altri ci hanno abbandonato dieci giorni prima della formazione della lista, campagna elettorale autoreferenziale". Sul ballottaggio: "Libertà agli elettori". Su Marino: "Io galantuomo, lui poco carino". E sulla Carluccio: "No agli ex Consales". Ferrarese, Rollo e Fitto da un lato, Emiliano dall'altro alla ricerca degli indecisi

BRINDISI – A Brindisi la Waterloo di Forza Italia, una disfatta sul campo della battaglia elettorale consumata davanti all’ingresso di Palazzo di città che per la prima volta dal 1994 gli Azzurri non sono stati in grado di raggiungere: non è riuscito a varcare il cancello neppure Mauro D’Attis, consigliere uscente e già vince sindaco di Domenico Mennitti, che nonostante tutto è riuscito a rastrellare 554 preferenze.

L'ex vicesindaco Mauro D'AttisNiente da fare se la coalizione di centrodestra con Nicola Massari, avvocato, candidato sindaco, è rimasta a corto di ossigeno terminando la corsa al 7,25 per cento con 3.496 preferenze. Lo dicono i numeri, appunto. Prima ancora lo hanno deciso gli elettori, i brindisini chiamati al voto domenica scorsa, ai quali quei numeri si riferiscono essendo diretta espressione della volontà popolare: appena il quattro per cento dei consensi per il partito di Silvio Berlusconi che avrebbe potuto giocare la partita a Brindisi a mani basse, partendo dalle macerie della vecchia Amministrazione, espressione del centrosinistra ancorato al retaggio del laboratorio lasciato in eredità da Massimo Ferrarese. Invece non è andata così.

Entravano in campo dopo gli arresti per corruzione, ipotesi di reato contestata al sindaco Mimmo Consales nel filone dei rifiuti. Non solo. Poco prima del fischio di inizio, c’erano state le perquisizioni nelle sedi del settore Urbanistica e nell’abitazione dell’ex assessore Pasquale Luperti, ricandidato nella lista di Impegno sociale. Potevano essere autogol della coalizione dei moderati, quella che spera di vedere una sindaca a Brindisi per la prima volta, Angela Carluccio. Potevano vincere facile.

Cosa è successo in campo? Chi ha sbagliato? Per quale motivo? Il coordinatore regionale Luigi Vitali, non si tira indietro, dopo il mea culpa di Massari, il quale a BrindisiReport subito dopo la fine delle operazioni di spoglio, ha ammesso lo sbaglio nell’impostazione della campagna elettorale. Ma lui, il candidato, alla fine ci ha messo la faccia e ha giocato pur senza un adeguato riscaldamento visto che è arrivato last minute.

“Purtroppo è vero, il risultato elettorale non è stato semplicemente disastroso, ma catastrofico a Brindisi dove ci aspettavano almeno l’otto per cento come Fi”, ammette Vitali. “Questo è il risultato di almeno due concause: innanzitutto ci sono stati quattro-cinque consiglieri comunali uscenti che hanno abbandonato Fi a dieci giorni dalla formazione della lista. Basti ricordare che Angelo Rizziello (foto in basso), il vice segretario cittadino, si è dimesso con un Sms, oppure che Cosimo Elmo ha scelto Area Popolare o ancora che Pietro Santoro, coordinatore cittadino, è passato a Impegno sociale”.

Angelo RizzielloPer quale motivo gli addii? “Bisognerebbe chiederlo a loro, io posso rispondere per me e le dico che a me è sembrato una po’ un attentato, una specie di congiura. Vero è che abbiamo commesso un altro errore nel senso che c’è stato un rinnovamento e la prova è la nostra lista composta da gente per bene, volti nuovi, eccezione fatta per D’Attis che resta nel segno della continuità, ma è altrettanto vero che la campagna elettorale è stata autoreferenziale”. In che senso? “Mi riferisco al fatto che è stata condotta tramite comunicati stampa e non attraverso incontri con la gente, la politica si fa in strada ascoltando le persone. Ed da qui che dobbiamo ripartire”. Nessuna colpa di Vitali? “Le ho provate tutte, ho seguito la campagna elettorale a Brindisi ogni giorno”.

Fi vuole rialzarsi dopo l’infortunio pesante, ma sulla strada della ripresa c’è la data del ballottaggio, quel secondo turno del 19 giugno da cui dipende il futuro di Brindisi: Nando Marino oppure Angela Carluccio? In altri termini da che parte starà Fi? “Intanto gli apparentamenti vanno richiesti e non offerti, in ogni caso i nostri elettori saranno liberi di scegliere per chi votare”, dice Vitali. Che risponde, sì, ma dribbla la domanda. Per cui, l’interrogativo si ripete. “Non è mistero che a mi siano indigesti l’uno e l’altra: Marino è legato al Pd, Carluccio ai personaggi che sono responsabili del degrado e del dissesto morale, economico e finanziario di Brindisi”.

Non solo. Marino, come è noto, in un primo momento era ritenuto il possibile candidato sindaco del centrodestra, perfettamente coincidente con l’identikit che lo stesso Vitali aveva consegnato alla stampa: espressione della società civile, quindi volto nuovo. “Sono un galantuomo e non dico niente, se non che è stato poco simpatico quello che ha fatto. Discorso chiuso”.

Marcello RolloCarluccio ha alle spalle Marcello Rollo (in foto), Massimo Ferrarese e Raffaele Fitto con i quali Vitali non è per niente in sintonia, per non dire che esiste un odio politico dopo la fine dei contatti. E Marino gode della simpatia di Michele Emiliano. per Vitali, quindi, la scelta si riduce al male minore. Per gli altri, nella ricerca affannosa degli elettori indecisi, di quelli delusi dagli Azzurri se  non addirittura traditi. Esclusa a priori l’ipotesi di dialogare con il Movimento Cinque Stelle e con la coalizione Brindisi Smart di Riccardo Rossi, rispettivamente la prima forza polizia in città e la terza. Nel mezzo il Pd. Escluso anche il sostegno del fronte civico di Simona Pino d’Astore i cui candidati consiglieri, ormai ex, ripetono: “Meglio andare al mare il 19 giugno”.

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