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Martedì, 23 Aprile 2024
Elezioni

Commento/ La ridicola e tragica guerra del fango all'ombra della crisi

Ciò che sta accadendo in queste ore e in questi giorni a Brindisi, con il tentativo di spostare tutta la partita sulle accuse personali, sul fango, sulla guerra dei certificati dei candidati sindaco, è nello stesso tempo ridicolo e tragico

Ciò che sta accadendo in queste ore e in questi giorni a Brindisi, con il tentativo di spostare tutta la partita sulle accuse personali, sul fango, sulla guerra dei certificati dei candidati sindaco, è nello stesso tempo ridicolo e tragico. Ridicolo perché c’è qualcuno che vigila sui requisiti di eleggibilità dei candidati, ed è il prefetto Annunziato Vardè che solo perché non commenta si vorrebbe considerare assente. Errore: infatti c’è, eccome. Non tocca ai “colonnelli” di turno o presunti tali stabilire chi bara o meno. Si vedrà. Intanto, meglio stendere un velo pietoso sui certificati di non pochi aspiranti al consiglio comunale, tenuti non a caso in disparte.

Qualcuno pensa che gli elettori non sappiano per chi hanno votato? L’aspetto tragico è questo: Brindisi soffre, impreca, e poi si rituffa da sola nella palude. O quanto meno, questo è il rischio: quando si dribblano le questioni cruciali della vita dei cittadini, i nodi veri dell’economia, e quando se ne parla si balbetta, vuol dire che si è ancora in pericolo. Il pericolo di tornare ancora più indietro del punto in cui l’ultima vicenda amministrativa si è interrotta. Si sente puzza di burattinai.

L’unico aspetto positivo di tutta questa tragedia (nel senso teatrale del termine) è che ha chiarito a tutti quali siano le prospettive in campo, e quindi si può tranquillamente decidere per chi votare, per cosa votare. E se votare. Che errore aizzare contro la Regione, sventolare un becero autonomismo brindisino che può portare solo all’isolamento e al disastro, quando la famigerata centrale di Cerano marcia ormai al massimo con due gruppi e non si sa che fine farà il petrolchimico.

Centinaia e centinaia di famiglie sul filo del rasoio, in  una città che deve avere la capacità di riconvertire il proprio sistema industriale, rilanciare il porto, ritrovare una vocazione turistica in una Puglia dove imperversano le lobby territoriali. E devono sorbirsi, questi operai e tecnici, le sparate dei dispensatori di pagelle di turno. Sono questi i salvatori della patria? Vi fareste mai assegnare una pagella da questi signori?

Ma è possibile che si possa ancora parlare, alla vigilia del ballottaggio, ancora di questa Multiservizi che sembra il problema centrale della città, assegnandole i servizi cimiteriali senza gara pur prevedendo che sarà l’utente a pagarli direttamente alla partecipata, condizione che prevede invece un bando?

Il commissario prefettizio avrebbe dovuto lasciare la questione alla nuova amministrazione, perché l’unico risultato che ha ottenuto è che qualcuno – da dietro le quinte come sempre -  sta provando a metterci il cappello. Possibile che non se ne sia accorto? E chi decide quali siano le reali emergenze di Brindisi? Bisogna dirlo: non ci siamo fatti mancare proprio nulla, in queste settimane.

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