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Gli effetti collaterali dell'intesa Pd-Ncd: il quadro si complica

L'accordo a livello regionale, forse ancor prima che a livello provinciale, tra Pd ed Ncd per un'alleanza che punta a dare a Brindisi il nuovo sindaco e la nuova amministrazione, ora dovrà fare i conti con gli effetti collaterali sia interni che esterni

BRINDISI – L’accordo a livello regionale, forse ancor prima che a livello provinciale, tra Pd ed Ncd per un’alleanza che punta a dare a Brindisi il nuovo sindaco e la nuova amministrazione, ora dovrà fare i conti con gli effetti collaterali sia interni che esterni. Le carte in tavola ci sono già ormai, anche se la candidatura di Nando Marino non è stata ufficializzata, e l’interessato nega in sequenza.  A sinistra del Pd di nuovo uno strappo, come nel 2012, mentre i centristi perdono pezzi. Forse non sarà un problema, per Michele Emiliano e Massimo Cassano, o forse era tutto nel conto, o forse – per loro – meglio così.

Marino va bene per l’area centrista di Brindisi che vuole liberarsi del passato. Non è un mistero che Marino sia una proposta che sta a cuore a Paola Baldassarre, esponente dell’ala cattolica che negli anni ha rotto clamorosamente prima con Massimo Ferrarese alla Provincia, e poi con Mimmo Consales al Comune. Marino non va bene né a una parte del Pd brindisino che lavora su altri progetti e nomi, né – sulla sponda centrista dell’alleanza - ai fedeli dello stesso Ferrarese.

E il patto Pd-Ncd reiterato senza tagli netti col passato, ha convinto uno schieramento che va dai cattolici progressisti, agli ambientalisti, a Sinistra Italiana, Sel e Rifondazione comunista a scendere in campo uniti, tenendo a battesimo un altro soggetto politico che comprende anche Sì Democrazia, Brindisi Bene Comune e Act, movimento quest’ultimo formatosi a suo tempo per sostenere alle elezioni Europee la Lista Tsipras. Dentro c’è, come abbiamo già riferito in altro articolo, anche l’ex presidente della Provincia, Michele Errico.

Che peso elettorale si possa attribuire alla nuova coalizione a sinistra del Pd, e al gruppo Ferrarese se dovesse decidere di staccarsi dalla linea ufficiale per formare una o più civiche, è un rebus. Per molti versi legato anche alla partecipazione alle elezioni comunali del Movimento 5 Stelle, e a ciò che farà il Pd degli ex ammutinati della giunta Consales (in primis, di Pasquale Luperti), quindi alla eventuale nascita di altre civiche di fuoriusciti. In attesa del nome che trasmetta lo shock positivo che ancora molti brindisini si aspettano, mentre tanti altri seguono invece con scetticismo le manovre pre-elettorali. Se si aggiunge che il centrodestra è ancora clamorosamente fermo e a corto di noi, l’incertezza cresce.

Intanto anche nel regno di Michele Emiliano, in rapporti tutt’altro che buoni col premier Matteo Renzi, lunedì nasce ufficialmente “La sinistra è cambiamento”, ex Area riformista del Partito democratico. Lunedì 29 febbraio a Bari, alle 13.30 presso l'Unione regionale Pd Puglia, si terrà la presentazione ufficiale. L'area politica nazionale del Pd che si definisce “minoranza di partito e maggioranza di governo” apre ufficialmente in Puglia, alla presenza del ministro delle politiche agricole Maurizio Martina e del vice capogruppo del Partito Democratico alla Camera, Matteo Mauri coordinatore nazionale. Ci saranno anche il sottosegretario Teresa Bellanova e i deputati Pd Salvatore Capone, Franco Cassano, Dario Ginefra, Elisa Mariano e Ludovico Vico.

Novità anche per l'area centrista pugliese, dove i coordinatori regionali di Centro Democratico, Area Popolare-Ncd e Udc hanno sottoscritto un’intesa politica per dar vita al “Patto federativo Centro Popolare”. Il presidente della neonata Federazione, sarà il sen. Massimo Cassano (Ap-Ncd); la carica di coordinatore regionale è stata affidata all’on.le Salvatore Ruggeri (Udc); ad Alfredo Borzillo (Cd) l’incarico di vicecoordinatore regionale.”

“Il patto – si legge in una nota congiunta – nasce sulla base di radici ed esperienze comuni, a livello locale e nazionale, che si pongono l’elaborazione di un programma unitario finalizzato al  miglioramento del governo della Regione Puglia, rafforzando l’area centrale con un soggetto in grado di rappresentare le molteplici istanze che provengono dalla tradizione moderata e riformista  ben distinta dalla sinistra, ma che non si ritrova nel populismo fine a se stesso delle forze di destra, restituendo un'alternativa valida agli elettori che in questi anni si sono allontanati dalle urne. Il percorso federativo avviato dai tre partiti, inoltre, ha l’obiettivo di accogliere tutte quelle organizzazioni civiche e/o politiche con simili peculiarità e pronte a condividerne i programmi”.

Tornando alla coalizione a sinistra del partito Democratico, in tarda serata con una breve nota Sì Democrazia "a chiarimento di alcune interpretazioni date dalla stampa, precisa di aver chiesto, nella riunione dei movimenti tenutasi sabato sera, che la coalizione in corso di formazione includa sia un rinnovato Partito Democratico che altri movimenti dell'area moderata". Insomma, praticamente l'impossibile.

Articolo aggiornato alle ore 22.50

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