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Intervento/ Marino e un centrosinistra "obeso": governabilità difficile

L'altra sera ho assistito alla conferenza stampa di presentazione del candidato sindaco della coalizione del centro sinistra allargato all'inverosimile, quasi obeso

BRINDISI - L' altra sera ho assistito alla conferenza stampa di presentazione del candidato sindaco della coalizione del centro sinistra allargato all'inverosimile, quasi obeso, perché volevo riuscire a comprendere cosa avesse spinto un imprenditore affermato ad affrontare un impegno politico, che si preannunciava molto faticoso, considerate le tante sofferenze ed emergenze del comune di Brindisi. Quale fosse l'obiettivo, la cura proposta.

Una curiosità rimasta in gran parte insoddisfatta, anche perché quell'impegno  è stato rappresentato  senza la mediazione ed il supporto di un programma, di un progetto politico, che lo  accreditasse. Una perplessità che non sembra aver  angustiato l' affollata e  numerosissima platea, che lo ha applaudito e sostenuto per tutta la durata del suo intervento, convinta di aver trovato il Lui, la persona, l'imprenditore capace  di far uscire questa città dalla crisi. Una platea talmente eterogenea, che  però può indurre a pensare che l'eventuale  gestione di quella poltrona, una volta conquistata,  possa rivelarsi oltremodo scomoda.

Io credo, che ad un imprenditore impegnato, ma anche ad un attento osservatore della società brindisina, delle sue dinamiche, dei suoi pregi, dei suoi difetti, non  sarà certamente sfuggito, che negli ultimi anni, per effetto dei mutamenti culturali e politici intervenuti, indotti  dalla fine delle ideologie, dell’eccessivo personalismo,  della mancanza di valori, ed anche per puro opportunismo, al profilarsi di una qualsiasi congiuntura politica, si sono sempre verificati vertigini mentali fra i nostri politici, imprenditori ed intellettuali, che hanno provocato frettolosi riallineamenti o, sarebbe meglio dire, trasferimenti da una parte all’altra degli opposti schieramenti,   senza sentire la necessità di motivarla, senza crisi di coscienza.

Questa sindrome di solidale soccorso al vincitore o presunto tale, trova un’aggravante nella convinzione diffusa, che la propria realizzazione, il proprio successo personale, che per loro conta al di sopra di tutto e tutti,  sarebbe raggiungibile solo sincronizzandosi immediatamente con quello che appare più forte, prescindendo da qualsiasi  altra considerazione. In questo campo ci sono i virtuosi, i quali hanno ormai acquisito la sensibilità di un radar, che al minimo sintomo di crisi,  sanno precedere gli altri di quel tanto per crearsi quel merito presso i cittadini e i nuovi poteri costituiti, da giustificare il cambiamento di casacca con argomenti di avanguardismo. Considerati quasi  eroi, nonostante la responsabilità, che fa loro carico per aver  condiviso le inefficienze e i gravi danni prodotti  in precedenza.

Forse mi sbaglierò clamorosamente, ma a me sembra che il candidato sindaco,  in contraddizione con quanto dichiarato nella conferenza stampa, in cui ha detto di credere e impegnarsi per il rinnovamento della politica e degli uomini, forse pressato dalla contingenza o, meglio, da esigenze di mero calcolo elettorale,  non sta contrastando questo fenomeno e, forse forse, lo sta gradendo e agevolando. Comunque, non appare che stia  minimamente ostacolando il riallineamento, nella coalizione di centro – sinistra, allargato all'inverosimile, non solo di uomini che hanno condiviso le precedenti fallimentari esperienze amministrative, ma anche di uomini con esperienze e obiettivi diversi e per certi versi contrastanti. Bastava semplicemente guardarsi intorno per percepirlo.

Non credo che abbia la presunzione di credere di averli tutti convertiti e affascinati con la  sua politica, con il suo dichiarato impegno per lo sport, con la chiamata “a  rimboccarsi le maniche”. Se cosi fosse, io penso che debba riflettere sulle ragioni della loro adesione,  altrimenti il futuro, potrebbe riservargli cocenti delusioni. Infatti, su questo versante, non credo abbia incontrato credenti, ma solo praticanti occasionali, estremamente  temporanei, difficili da imbrigliare, che  potrebbero, per usare un termine molto vicino alla nostra tradizione marinaresca, assicuragli una navigazione difficile. Sempre pronti comunque ad imbarcarsi su un transatlantico diverso, al profilarsi di una qualsiasi congiuntura.

C’è da fidarsi? C’è da avere timore? Come sarà possibile assicurare la convivenza di consonanze ideali, politiche e programmatiche così differenti, per non dire opposte? Queste sono le preoccupazioni con le quali sarà costretto a cimentarsi e a fare i conti nei prossimi giorni, nei prossimi mesi, se sarà eletto sindaco. Da parte mia, non riesco a liberarmi dal disagio, condiviso in queste ore da molti iscritti e simpatizzanti del Pd, di una vera e propria opera di smobilitazione, quasi di frantumazione dei valori, dell'identità politica, culturale e programmatica di un partito, che a Brindisi dimostra di aver perso l'orientamento. I cittadini non possono certamente essere tranquilli sulla governabilità della nostra città, perché ancora una volta ci si intestardisce a  replicare le sofferte esperienze del passato, che hanno  contribuito ad affondarla.

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