La proposta: "Una grande coalizione per risolvere le emergenze della città"
Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Salvatore Valentino, presidente dell’Associazione politico-culturale “Brindisi Democratica”, consigliere comunale uscente del Pd, in vista delle elezioni amministrative in programma a giugno a Brindisi
Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Salvatore Valentino, presidente dell’Associazione politico-culturale “Brindisi Democratica”, consigliere comunale uscente del Pd, in vista delle elezioni amministrative in programma a giugno a Brindisi.
A meno di cento giorni dalle elezioni la confusione regna sovrana. Le diverse forze in campo andando in ordine sparso stanno perdendo di vista il concetto basilare che senza una maggioranza stabile il prezzo che la città potrebbe pagare è un’ulteriore lungo periodo di ingovernabilità. Con l’attuale frammentazione del quadro politico nessuna delle coalizioni sarà in grado di superare al primo turno la fatidica soglia del 50% delle preferenze.
Ne deriva che a contendersi Palazzo Nervegna dovranno necessariamente essere le prime due più suffragate. Col clima di sfiducia che domina attualmente l’opinione pubblica è facile prevedere che una delle due coalizioni che giungeranno al ballottaggio sarà quella che vedrà convergere su di se il voto di protesta.
Molto probabilmente si tratterà dei “5 Stelle” che più per demeriti altrui che per meriti propri potrebbe far insediare a Palazzo di Città un Carneade qualunque affiancato da un gruppo di volenterosi “dilettanti allo sbaraglio”. I problemi di Brindisi che attendono una soluzione sono però così tanti e di tale misura che non ci si può permettere di lasciar posto all’improvvisazione.
Pertanto riteniamo che le forze sane di questa città hanno il dovere di pensare ad una sorta di “grosse koalition” che non deve essere intesa come un’ammucchiata trasformistica ma come un patto di salute pubblica per portare Brindisi fuori dal guado. Se è vero che il Pd ha il dovere di cercare di tessere la tela di questa alleanza continuando a dialogare col centro-destra è anche vero che è impensabile tentare di voltare davvero pagina senza coinvolgere figure della caratura di Roberto Fusco.
A quest’ultimo che attende come Godot “un Pd rinnovato” rivolgiamo l’appello a “pensare in grande” entrando a portare energie sane ed un nuovo stile nel Pd locale senza autorelegarsi in liste e movimenti di nicchia. Ne si potrebbe rinunciare nella prospettiva di un governo di salute pubblica al contributo che potrebbero fornire figure della competenza di Pino Marchionna o di Carmela Lomartire. E non ci sentiamo infine di escludere a priori persone della trasparenza di un Riccardo Rossi che potrebbe essere un autentico valore aggiunto.
Questa auspicata “Grande Coalizione” dovrebbe lavorare sulle principali emergenze cittadine con un programma di base condiviso e sottoscritto da tutti. Dovrebbe altresì indicare da subito la giunta che si insedierà a Palazzo di Città con particolare riferimento agli assessorati più “caldi” (Bilancio, Urbanistica, Ambiente) anticipando gli appetiti ed il potere di interdizione dei vari “portatori di voti” e di quella anomalia della politica cittadina che sono le liste civiche dove ogni consigliere rappresenta al massimo se stesso.
Per quanto riguarda la figura del sindaco se non si riuscirà a trovare un minimo comune denominatore che vada bene a tutte le anime della coalizione la strada maestra è quella delle primarie da tenersi prima delle festività pasquali. Quando una nave sta affondando il primo dovere è quello di collaborare con tutti coloro che ne sono interessati al salvataggio. Dopo questo tratto di strada comune poi ognuno sarà poi libero di proseguire il percorso più consono alla sua storia politica con la coscienza di aver fatto tutto il possibile per questa meravigliosa e poco fortunata città.