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Venerdì, 22 Settembre 2023
Elezioni

"Manifesti abusivi, reazione debole": protesta un candidato

Come in ogni campagna elettorale per molti candidati la regola fondamentale è che non esiste alcuna regola. O almeno si comportano come se non ce ne fossero o, addirittura, infischiandosene delle stesse

Vincenzo Albano, candidato al consiglio comunale di Brindisi, protesta per il dilagare della pubblicità elettorale abusiva e per la scarsa reazione degli organi istituzionali di fronte a questo fenomeno. Il suo appello può esprimere il sentire anche di tutti gli altri candidati che rispettano le regole, indipendentemente dagli schieramenti politici.

Come in ogni campagna elettorale per molti candidati  la regola fondamentale  è che non esiste alcuna regola. O almeno  si comportano come se non ce ne  fossero o, addirittura, infischiandosene delle stesse. Il copione è quello di sempre.  Il prefetto rammenta  le norme sulla pubblicità elettorale, si organizzano incontri,  i Comuni informano la città, i partiti,  i candidati. In definitiva, si  mettono a posto le carte, facendo salva la solita liturgia e la faccia.

 Poco importa poi se la pubblicità abusiva rimane, se la città  viene incartata in tanti  manifesti elettorali abusivi affissi nei posti più insoliti:  sulle finestre, sui balconi,  sulle vetrine di tanti locali, sui muri  delle case e dei recinti, sotto i ponti, sulla carrozzeria delle auto, ovunque! E’  una vera e propria prepotenza nei confronti della città. Una illegalità di fronte alla quale non sembra esserci rimedio. Un abuso che oltretutto  costituisce un costo per il Comune che, con le tasse di tutti i cittadini, con i nostri soldi, deve  rimuovere i manifesti abusivi e ripristinare alla fine delle elezioni  il decoro perduto.

Eppure tanto abuso, tanta violenza nei confronti della città, viene perpetrata con i manifesti raffiguranti  chi in queste ore si  spertica nelle tante dichiarazione d’amore per le nostre città, si erge a parole garante dell’ordine,  paladino dei diritti del cittadino,  costruttore e difensore  delle regole.

Quello che è più preoccupa non è l’azione sbagliata che si porta a compimento, che, volendo,  si può e si deve correggere, ma la convinzione di poter fare sempre e comunque quello che si vuole, anche a dispetto delle regole. Un pensiero devastante, che si afferma, si autoalimenta e si espande senza argini, con  effetti devastanti sull'effettiva efficacia delle regole e sulla convivenza democratica.

Tutti gli interessati sanno che, per effetto di una legge 212  del 1956, dal trentesimo giorno antecedente la data delle votazioni, ovvero dal 6 maggio scorso, la propaganda elettorale è ammessa solo negli spazi messi a disposizione dal comuni. E'   vietata la propaganda elettorale a carattere fisso in tutti i luoghi pubblici, eccetto quella esistente nelle sedi dei partiti. E' anche ammessa la pubblicità mobile non luminosa.

Eppure basta  andare in giro per la città per accorgersi quanto esse vengano da taluni  rispettate. Non credo possa definirsi tale, e quindi lecita,  quella affissa ovunque, oppure quella affissa sui mezzi che più che  muoversi, rimangono fermi per molto tempo e/o  sostano ovunque.  Che dire poi dei mega manifesti?  Perché non è stato ancora  disposto il completo oscuramento dei manifesti non in regola?

Ovvero c’è da rilevare qualche omissione, qualche responsabilità? O siamo ancora una volta in presenza di uno dei soliti ritardi, che  caratterizza l’azione di governo di questa città? Spero che il commissario possa in queste ore  intervenire per riaffermare il primato della legalità,  restituendo senso e valore alle regole democratiche,  ma anche per preservare il decoro e l’immagine di questa città. Non siamo comunque messi bene. A tutti i livelli.

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