"Manifesti abusivi, reazione debole": protesta un candidato
Come in ogni campagna elettorale per molti candidati la regola fondamentale è che non esiste alcuna regola. O almeno si comportano come se non ce ne fossero o, addirittura, infischiandosene delle stesse
Vincenzo Albano, candidato al consiglio comunale di Brindisi, protesta per il dilagare della pubblicità elettorale abusiva e per la scarsa reazione degli organi istituzionali di fronte a questo fenomeno. Il suo appello può esprimere il sentire anche di tutti gli altri candidati che rispettano le regole, indipendentemente dagli schieramenti politici.
Come in ogni campagna elettorale per molti candidati la regola fondamentale è che non esiste alcuna regola. O almeno si comportano come se non ce ne fossero o, addirittura, infischiandosene delle stesse. Il copione è quello di sempre. Il prefetto rammenta le norme sulla pubblicità elettorale, si organizzano incontri, i Comuni informano la città, i partiti, i candidati. In definitiva, si mettono a posto le carte, facendo salva la solita liturgia e la faccia.
Poco importa poi se la pubblicità abusiva rimane, se la città viene incartata in tanti manifesti elettorali abusivi affissi nei posti più insoliti: sulle finestre, sui balconi, sulle vetrine di tanti locali, sui muri delle case e dei recinti, sotto i ponti, sulla carrozzeria delle auto, ovunque! E’ una vera e propria prepotenza nei confronti della città. Una illegalità di fronte alla quale non sembra esserci rimedio. Un abuso che oltretutto costituisce un costo per il Comune che, con le tasse di tutti i cittadini, con i nostri soldi, deve rimuovere i manifesti abusivi e ripristinare alla fine delle elezioni il decoro perduto.
Eppure tanto abuso, tanta violenza nei confronti della città, viene perpetrata con i manifesti raffiguranti chi in queste ore si spertica nelle tante dichiarazione d’amore per le nostre città, si erge a parole garante dell’ordine, paladino dei diritti del cittadino, costruttore e difensore delle regole.
Quello che è più preoccupa non è l’azione sbagliata che si porta a compimento, che, volendo, si può e si deve correggere, ma la convinzione di poter fare sempre e comunque quello che si vuole, anche a dispetto delle regole. Un pensiero devastante, che si afferma, si autoalimenta e si espande senza argini, con effetti devastanti sull'effettiva efficacia delle regole e sulla convivenza democratica.
Tutti gli interessati sanno che, per effetto di una legge 212 del 1956, dal trentesimo giorno antecedente la data delle votazioni, ovvero dal 6 maggio scorso, la propaganda elettorale è ammessa solo negli spazi messi a disposizione dal comuni. E' vietata la propaganda elettorale a carattere fisso in tutti i luoghi pubblici, eccetto quella esistente nelle sedi dei partiti. E' anche ammessa la pubblicità mobile non luminosa.
Eppure basta andare in giro per la città per accorgersi quanto esse vengano da taluni rispettate. Non credo possa definirsi tale, e quindi lecita, quella affissa ovunque, oppure quella affissa sui mezzi che più che muoversi, rimangono fermi per molto tempo e/o sostano ovunque. Che dire poi dei mega manifesti? Perché non è stato ancora disposto il completo oscuramento dei manifesti non in regola?
Ovvero c’è da rilevare qualche omissione, qualche responsabilità? O siamo ancora una volta in presenza di uno dei soliti ritardi, che caratterizza l’azione di governo di questa città? Spero che il commissario possa in queste ore intervenire per riaffermare il primato della legalità, restituendo senso e valore alle regole democratiche, ma anche per preservare il decoro e l’immagine di questa città. Non siamo comunque messi bene. A tutti i livelli.