Vaccinati al PalaVinci 420 pazienti oncologici e trapiantati di fegato
La sessione è stata organizzata dal servizio di igiene e sanità pubblica della Asl, in collaborazione con le unità operative di Oncologia e Medicina interna dell’ospedale Perrino
BRINDISI - Circa 420 persone, tra pazienti oncologici in trattamento attivo e trapiantati di fegato sono stati vaccinati oggi al PalaVinci di Brindisi. La sessione è stata organizzata dal servizio di igiene e sanità pubblica della Asl, in collaborazione con le unità operative di Oncologia e Medicina interna dell’ospedale Perrino. “Questa – ha sottolineato il direttore generale della Asl, Giuseppe Pasqualone - è una giornata importante: quelli che hanno ricevuto il vaccino sono pazienti che attendevano da tempo questo momento. Domani e dopodomani, invece, abbiamo in programma due giornate dedicate alla vaccinazione di familiari e caregiver di pazienti fragilissimi: i minori, di età pari o inferiore ai 16 anni, con gravi disabilità. Anche in questo caso, ci aspettiamo una buona partecipazione e, per evitare assembramenti, Asl e sindaci dei Comuni interessati stanno diffondendo le informazioni per regolare l’accesso ai centri vaccinali. Chiusa questa fase, seguiranno i programmi di vaccinazione della popolazione così come sono stati definiti e comunicati dalla Regione Puglia”.
“Oggi – ha aggiunto il direttore dell’unità operativa di Oncologia del Perrino, Saverio Cinieri - abbiamo vaccinato i pazienti oncologici in trattamento attivo. È una bellissima giornata per gli oncologi medici della Asl di Brindisi poiché i nostri pazienti che abbiamo accompagnato nel percorso di cura e nelle strategie terapeutiche, in questo anno e poco più di pandemia, hanno acquisito finalmente il vantaggio di essere messi in sicurezza”. Cinieri ha poi ringraziato il direttore generale della Asl, Giuseppe Pasqualone, e il direttore del servizio di igiene e sanità pubblica, Stefano Termite, “per il grande sforzo organizzativo: siamo riusciti a selezionare in pochissimi giorni 782 contatti di pazienti rispondenti ai requisiti per la vaccinazione di questa categoria. Oggi circa 400 sono stati vaccinati e sabato prossimo sarà il turno dei restanti. La cura del cancro non si è mai fermata durante la pandemia, così come l'oncologia medica: come da indicazioni di Aiom e del ministro della salute Roberto Speranza, in tutta Italia abbiamo continuato a fare trattamenti, diagnosi e terapie, garantendo la sicurezza a operatori e pazienti. Adesso gli operatori sanitari sono tutti immunizzati: vaccinando parenti e caregiver avremo una copertura completa”.
Cinieri ha sottolineato che “a Brindisi, a differenza di altre parti d'Italia, per decisione strategica che condivido e che ho caldeggiato, vacciniamo anche pazienti che afferiscono alla nostra Oncologia da altri territori. Siamo un'oncologia di riferimento e abbiamo pazienti che arrivano da Taranto, Bari e Lecce: è importante che chi è in cura da noi sia vaccinato su nostra indicazione. Il tasso di adesione è altissimo: i pazienti contattati che ho incontrato sono tutti molto felici e sono stati disposti a venire anche da lontano pur di ricevere il vaccino”.
“Insieme ai trapiantati di fegato – ha detto il direttore di Medicina interna del Perrino, Pietro Gatti - stiamo vaccinando anche i conviventi per creare nuclei familiari scevri dal rischio di infezione. I trapiantati di fegato costituiscono una popolazione molto delicata: sono soggetti che ricevono farmaci immunosoppressori e quindi corrono un rischio elevato di contrarre una patologia importante in caso di infezione da Covid. Oggi abbiamo rivisto pazienti che abbiamo inviato al centro trapianti e colleghi con cui abbiamo collaborato negli anni ma soprattutto in quest'ultimo, quello del Covid: nella Medicina interna del Perrino, in questo tempo, sono stati trapiantati cinque pazienti, di cui due in urgenza durante la prima ondata. Rivedere queste persone che ci dimostrano affetto e riconoscenza, vederli rivivere una seconda volta, è emozionante. Tutto questo, inoltre, si ci ricorda che mentre tutti pensiamo a contrastare il Covid, non dobbiamo dimenticare che esistono altre patologie. Chi soffre ad esempio di cirrosi avanzate o di epatocarcinoma ha la speranza di poter rivivere solo grazie alla donazione. Nella stessa giornata di rinascita dal Covid grazie al vaccino, quindi, dobbiamo pensare a quei pazienti con altre malattie non Covid che possono sperare in una nuova vita solo con la donazione”.