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Emergenza Covid-19

Così si scaricano le "colpe" della pandemia sui cittadini

Pochi positivi a Pasqua solo per il calo dei tamponi, ma per l'aumento successivo Lopalco ha puntato il dito sui comportamenti. Però i numeri dicono altro

Scriveva, subito dopo Pasqua, nella sua pagina pubblica il professore Lopalco illustrando il grafico che segue (figura 1): “Il ‘dentino’ che si osserva in fondo è il risultato dei contagi intrafamiliari nel fine settimana pasquale. Si osserva in tutte le province pugliesi”. Poi proseguiva: “Quel dentino, ahimè, porta l’incidenza dell’ultima settimana di valutazione a 262 casi x100.000 e decreta un’ulteriore settimana di zona rossa per la Puglia”.

grafico valente lopalco-2

Con tutto il rispetto, dissentirei: quel “dentino” parrebbe più banalmente — ed in maniera del tutto evidente, se si esaminano i dati senza particolari preconcetti — dovuto al fatto che, nei giorni di festa pasquale, l’attività diagnostica fu talmente impalpabile che il numero dei positivi precipitò, per poi ricrescere immediatamente dopo, non appena si ritornò a fare il solito numero di tamponi. La presenza di quel dentino fu pertanto una conseguenza della normale strategia seguita dai gestori nei giorni di festa, non certo delle presunte colpe di chi — sino a prova contraria — sta subendo la pandemia.

Senza con questo voler far credere che noi italiani siamo divenuti all’improvviso i più ligi di questo mondo, questi reiterarti tentativi di scaricarci addosso ogni responsabilità potrebbero essere il segno inequivocabile della difficoltà, in chi ne ha il peso, d’affrontare questa tragica situazione. In momenti così difficili, ci si aspetterebbe che chi ha le redini dedicasse ogni tentativo alla ricerca delle soluzioni più adeguate, invece di barcamenarsi in ipotesi che potrebbero confondersi con poco condivisibili scuse. Potrebbe inoltre essere fonte di sollievo, se neppure delegassero proprie responsabilità, come parrebbe stia accadendo nell’ambito delle attività didattiche, lasciando ai genitori il compito di decidere se il proprio figlio debba svolgerle in presenza o a distanza. Quasi non esistessero già istituzioni appositamente incaricate per decidere in merito.

In ogni caso spiace il vedere stressare con sempre più frequenza  i numeri, tirati per la giacchetta da ogni dove. Mina quel po’ di certezza che essi soli sanno dare e che ci conforterebbe in un momento come questo in cui tutto — ed il contrario di tutto — può avvenire. Passerà. Nel frattempo, però, nulla sembra sotto controllo. Sia essa la pandemia o il sistema informativo che, invece, avrebbe dovuto darci le conoscenze utili per difenderci dal virus

Da statistico ho fiducia nei numeri e, per questo, continuo nel verificare, loro tramite, come va la situazione nella nostra Puglia. Sembrano ormai un ricordo i momenti difficili della zona rossa, tuttavia, sebbene i dati siano in evidente calo, restano ad un livello troppo alto per dare tranquillità. Bisognerà pertanto stare molto accorti per evitare che gli allentamenti abbiano lo stesso effetto malaugurato del recente passato. Anche perché si parte da una base elevata, con una occupazione delle terapie intensive (39% - grafico 1) e delle aree non critiche (46% - grafico 2) ben oltre la soglia critica, rispettivamente fissate al 30% ed al 40%, e con un tasso di positività diagnostica che fa spavento, essendo di quasi tre volte superiore alla media nazionale (grafico 3). 

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