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Giovedì, 28 Marzo 2024
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"La casa nel bosco": i fratelli Carofiglio presentano il loro libro

Capita spesso che rivedendo piccoli oggetti, riaffiorino inaspettatamente ricordi di persone, luoghi e sapori ormai dimenticati. Questo è ciò che avviene nel nuovo libro dei due fratelli Carofiglio, Gianrico e Francesco presentato ieri, presso la libreria Feltrinelli di Brindisi.

BRINDISI - Capita spesso che rivedendo piccoli oggetti lasciati magari nella casa dove si sono trascorse le vacanze durante l’infanzia, riaffiorino inaspettatamente ricordi di persone, luoghi e sapori ormai dimenticati. Un meccanismo involontario, questo, che scatta anche nella mente di due fratelli che tornano nella loro vecchia casa della villeggiatura situata in un bosco e che li ha visti felici nell’infanzia, per fare un inventario degli oggetti prima di consegnare la casa ad un nuovo acquirente. Due fratelli diversi nel carattere, che si sono allontanati, ma che si ritroveranno attraverso questo breve viaggio nei loro ricordi comuni.

Questo è ciò che avviene nel nuovo libro che i due fratelli Carofiglio, Gianrico e Francesco, hanno scritto a quattro mani e che hanno presentato ieri sera, alle 20.00, presso la libreria Feltrinelli di Brindisi. Non è una storia autobiografica quella presentata  dall’architetto e regista,  Francesco e dall’ex pm specializzato in indagini sulla criminalità, Gianrico, ma è un “memoir gastronomico-sentimentale”, dove si mescolano fatti in parte realmente accaduti ma modificati per rendere irriconoscibili persone e luoghi, a ricette di piatti tipici pugliesi rivisitati dai due noti scrittori baresi. A dialogare con loro, davanti ad un nutrito numero di lettori, il regista Simone Salvemini. 

Francesco Carofiglio-3-2“La casa nel bosco” ( Rizzoli, pp.192-euro 14,00) è un “memoir” che racconta quindi le emozioni vissute più che i ricordi reali così come si sono svolti,  ed è  il secondo libro scritto insieme dopo il graphic novel “Cacciatori nelle tenebre” del 2007. Primo dei due scrittori a parlare e a spiegare come è nata l’idea del libro è stato Francesco Carofiglio: “Ci hanno chiesto di scrivere qualcosa che avesse a che fare con il cibo”- spiega l’autore- “dove il cibo diventa vettore della memoria”. Della“dimensione dell’autobiografia delle emozioni” presente nella maggior parte dei racconti ha parlato invece Gianrico Carofiglio, che  ha definito autobiografico in questo senso il libro “La casa nel bosco”. L’ex senatore della Repubblica ha proseguito poi descrivendo  la struttura del romanzo, caratterizzato dall’avere ogni capitolo intitolato con il loro vero nome: “uno strumento narrativo per dire la diversità dei punti di vista”-spiega l’autore.

Diversi nei caratteri ma anche nei gusti per il cibo, i Carofiglio hanno parlato quindi di come hanno “giocato con gli archetipi della cucina pugliese” rielaborandoli, nel libro,  a modo loro. Anche sulla nostalgia per la casa delle vacanze, realmente appartenuta agli autori e poi messa in vendita, le risposte sono opposte: “Guardare alle cose del passato come all’età dell’oro, mi appartiene poco”- spiega, infatti, Gianrico, che preferisce il ricordo come rievocazione, come fonte di storia e di scrittura. “Una forma di relazione con il passato che mi piace, ma che implica di esserselo lasciato indietro”. Francesco afferma invece: “Non sono così preoccupato di avere nostalgia” e  prosegue dicendo: “La casa nel bosco mi piace pensarla come un fatto finito ma che c’è”.

Gianrico Carofiglio-3-2Dopo aver parlato della trasposizione cinematografica (fatta nel 2008 dal regista Daniele Vicari) del celebre romanzo scritto nel 2004 da Gianrico Carofiglio “Il passato è una terra straniera” e di quella del noto personaggio inventato dall’autore, l’avvocato Guerrieri (protagonista dei romanzi: Testimone inconsapevole, Ad occhi chiusi, Ragionevoli dubbi e Le perfezioni provvisorie), l’ultimo argomento toccato durante la conversazione ha riguardato l’attività dello scrivere e il diverso modo di affrontarla.

Per Gianrico ciò che sembra scritto di getto è in realtà il risultato di cinque revisioni, mentre per Francesco non c’è nulla di “doloroso” nello scrivere, ma è una cosa che invece “attiene alla leggerezza. Molti scrittori ritengono che il passaggio della scrittura è legato alla sofferenza. Io provo la felicità quando vedo che quello che scrivo quasi corre”.  Le domande dei lettori e la firma delle copie de “La casa nel bosco” hanno concluso la tappa brindisina del tour di presentazioni. 

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