All'ex convento Santa Chiara approda il progetto "Mediterranean Hope"
Dal Mediterraneo non arrivano solo notizie tragiche e dolorose, ma anche un concreto messaggio di speranza. A presentare a Brindisi il progetto ecumenico “Mediterranean Hope”
BRINDISI - Dal Mediterraneo non arrivano solo notizie tragiche e dolorose, ma anche un concreto messaggio di speranza. A presentare a Brindisi il progetto ecumenico “Mediterranean Hope”, su invito della Chiesa valdese e del Comitato migranti e Mediterraneo della città, sarà Marta Bernardini, giovane antropologa, dal 2014 operatrice sociale a Lampedusa per la Federazione delle chiese evangeliche
in Italia (FCEI). L’appuntamento è per le ore 19 di venerdì 17 giugno all’ex convento Santa Chiara, pochi passi dal Duomo.
“Mediterranean Hope” nasce due anni fa, per iniziativa della FCEI e col decisivo sostegno finanziario dell’otto per mille della Chiesa evangelica valdese e di altre chiese protestanti europee, al principale scopo di dimostrare agli Stati del continente che la tutela dei diritti fondamentali di rifugiati e migranti non è soltanto un imperativo morale, ma anche una politica praticabile e vantaggiosa per la sicurezza e la qualità della vita di tutti.
Il progetto si articola sin dall’inizio in un “osservatorio” di prima linea a Lampedusa; una “casa delle culture” a Scicli (RG) che ospita una quarantina di persone e si adopera per la loro integrazione nella società locale; e dallo scorso febbraio - in collaborazione con la Comunità
cattolica di Sant’Egidio e diversi altri soggetti religiosi e laici, italiani ed esteri - l’apertura di “corridoi umanitari” per l’accompagnamento dai campi profughi del Medio Oriente e dell’Africa e l’accoglienza in diverse parti d’Italia di richiedenti asilo strappati dalle grinfie dei trafficanti di
esseri umani e ai mortali pericoli delle rotte clandestine. La priorità viene data alle persone più vulnerabili (giovani mamme con bimbi, donne incinte, minori non accompagnati).