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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cultura

Barocco a Brindisi, parte prima

BRINDISI - Si è svolta venerdì la prima delle quattro sessioni del convegno nazionale di studi e ricerca storica intitolato “L’età del Barocco in terra di Brindisi”.

BRINDISI - La prima delle quattro sessioni del convegno nazionale di studi e ricerca storica intitolato “L’età del Barocco in terra di Brindisi”, organizzato dalla sezione di Brindisi della Società di Storia Patria per la Puglia e patrocinato dal Comune, si è svolta venerdì a Palazzo Nervegna. Il convegno, coordinato dal professor Antonio Mario Caputo della Società di Storia Patria, ha visto la partecipazione di qualificati relatori come la professoressa Mimma Pasculli Ferrara dell’Università degli studi di Bari, Giovanni Boraccesi della Società di Storia Patria per la Puglia, Marianna Saccente del Centro Ricerche Storia Religiosa in Puglia, Stefano Tanisi, ricercatore specializzato in arti visive e Fabio Antonio Grasso, collaboratore dell’Ufficio Beni Culturali dell’Arcidiocesi di Lecce.

Il professor Caputo ha introdotto i lavori del convegno definendo il termine “barocco” e inquadrandolo storicamente. Per Barocco s’intende quel movimento culturale nato a Roma e costituito dalla letteratura, dalla filosofia, dall’arte e la musica tipiche del periodo compreso tra la fine del XVII secolo agli inizi del XVIII e il gusto legato alle manifestazioni artistiche di quest’epoca. Il professore ha ricordato inoltre come il costume fosse influenzato dal movimento artistico e come già alla fine del Cinquecento il barocco si delineasse con la nascita del clavicembalo. Caputo ha quindi concluso la sua introduzione ricordando come l’arte rappresentasse un aspetto fondamentale nella cultura di fine Seicento, chi erano i suoi maggiori committenti (la Chiesa cattolica, i sovrani, i principi, i borghesi) e come il barocco fu rivalutato alla fine dell’Ottocento.

Il professor Giacomo Carito ha invece ricordato le grandi scoperte astronomiche del Seicento e il ruolo periferico che Brindisi ebbe sotto il dominio spagnolo. Di questo secolo Carito ha ricordato che rimangono due grandi fabbriche in cui “si compendia quasi la storia della nostra città”: la chiesa di Santa Maria degli Angeli e quella di Santa Teresa degli Scalzi. Il presidente della Società di Storia patria ha quindi proseguito il suo intervento ricordando come il secolo fosse caratterizzato da inverni molto lunghi e dalla siccità che favoriva le pandemie. “Un secolo che si apre con la peste”-afferma Carito- “ma che si chiude con la speranza che la peste non ci sia più. Si apre la strada al secolo dei lumi”.

La professoressa Mimma Pasculli Ferrara nella sua relazione portante ha descritto gli altari di marmo di età barocca in terra di Brindisi, evidenziando come al sud il linguaggio che si può percepire nelle chiese meridionali sia un linguaggio napoletano. Tra le tante immagini mostrate dalla professoressa durante il suo intervento (immagini racchiuse nel suo libro “L’arte dei Marmorari in Italia meridionale. Tipologie e tecniche in età barocca”) e che dimostrano come la nostra sia stata “una grande terra con manifestazioni artistiche di grande livello”, anche quelle dei preziosi marmi della Cattedrale di Brindisi e del cappellone del SS. Sacramento tripartito in tre cappelle (lavorati dal marmoraro napoletano Aniello Gentile), della chiesa di Santa Maria degli Angeli e della Chiesa di Santa Teresa.

Degli argenti napoletani di età barocca nella Cattedrale di Brindisi ha parlato invece Giovanni Boraccesi, che ha proposto una panoramica di arredi sacri lavorati dagli argentieri napoletani Andrea Califano, Biagio Guariniello, Antonio Alvino, Andrea De Blasio. Boraccesi ha illustrato poi i preziosi manufatti degli anni della riapertura della Cattedrale di Brindisi quando era arcivescovo Antonino Sersale.

Marianna Saccente ha relazionato su un esempio di quadraturismo in Puglia (una pittura prospettica sviluppatasi maggiormente tra il XVI e il XVII sec.), il soffitto della chiesa di Santa Maria degli Angeli di Brindisi. La dottoressa Saccente, dopo una panoramica su alcuni esempi di quadraturismo italiano dipinti da pittori come Andrea Mantegna, Baldassarre Peruzzi, Andrea Pozzo, Antonio da Correggio, Giovanni Lanfranco, Giovan Battista Gaulli e Giulio Romano, ha quindi illustrato alcuni esempi di quadraturismo presenti nelle chiese della nostra regione e di epoca barocca, da Triggiano a San Severo, da Bisceglie a Trani, soffermandosi sui soffitti a tavolato, peculiarità della Puglia.

Il professor Stefano Tanisi ha conferito invece sul pittore, Oronzo Letizia, soffermandosi sulle opere autografe dell’artista di Alessano e sugli affreschi della chiesa di Santa Teresa dei Carmelitani Scalzi a Brindisi. Infine, il dottor Fabio Antonio Grasso ha relazionato sull’architetto e scultore Giuseppe Zimbalo, proponendo i risultati di una sua operazione di ricerca e verifica sulle opere dello scultore leccese. La seconda sessione del convegno sull’età barocca si terrà a Brindisi nel mese di maggio, mentre la terza e la quarta sessione si svolgeranno rispettivamente a Ostuni e Mesagne.

 

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