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Cultura

Appia Antica, un percorso lungo due millenni: tre giorni di iniziative

Sabato 10 a Brindisi si è tenuto l'incontro sulla "regina viarum", una serata culturale sulla storia dell'antica strada

BRINDISI - In occasione della manifestazione culturale nazionale "Appia Day", l’associazione "Brindisi e le antiche strade", nell’ambito del progetto “Centro servizi culturali - Accademia degli erranti” del programma “Riusa Brindisi”, ha organizzato, con il patrocinio dell’Amministrazione comunale, l’"Appia Day Brindisi", una serie di iniziative iniziate lo scorso venerdì 9 ottobre e terminate ieri, domenica 11 ottobre, tese a ritrovare e valorizzare il tracciato storico dell’Appia antica sul tessuto attuale all’interno della città, per restituire la memoria e affermare la centralità di Brindisi sul tema. Tra le importanti iniziative organizzate dall’associazione presieduta da Rosy Barretta, nel pomeriggio di sabato si è svolto il XII Colloquio di studi e ricerca storica dal tema “Cammini del Levante. L’Appia luogo d’incontro fra le culture mediterranee”. L’incontro, che si è svolto presso il complesso delle Scuole Pie, negli spazi del Centro servizi culturali “Accademia degli erranti”, al primo piano di via Tarantini 35, è stato organizzato in collaborazione con la sezione di Brindisi della "Società di storia patria per la Puglia" e la History Digital Library. Hanno aderito all’iniziativa l’associazione Vola Alto, In-Chiostri e Adriatic Music Culture, di Brindisi.

Il professor Antonio Mario Caputo-2

La serata culturale, introdotta e coordinata dal professor Antonio Mario Caputo (foto sopra), segretario della sezione di Brindisi della "Società di Storia patria per la Puglia", è stata aperta dagli indirizzi di saluto di Antonio Melcore dell’associazione Brindisi e le Antiche strade. Giuseppe Melcore ha portato invece i saluti della presidente Rosy Barretta evidenziando come la giornata nazionale "Appia Day" sia un momento per celebrare il fascino e l’incanto dell’Appia antica. Introducendo la serata culturale, il professor Caputo ha fatto riferimento a una delle vicende storiche legate alla Via Appia: nel 37 a.C. l’imperatore Cesare Ottaviano inviò a Brindisi una delegazione di persone molto ragguardevoli con a capo Mecenate, influente consigliere, alleato e amico dell’imperatore. Scopo della missione dei delegati era quello di appianare, cercando di pacificare, gli intensi dissidi che stavano compromettendo, per ragioni di supremazia governativa, l’amministrazione imperiale romana. A Brindisi ci sarebbe stato l’incontro con i rappresentanti di Marco Antonio, avversario di Ottaviano. Lo storico ricorda quindi che nella delegazione che giunse a Brindisi vi erano poeti e letterati legati a Mecenate da un profondo e sincero rapporto di amicizia. Tra questi, il poeta Virgilio, Vario Rufo, Plazio Tucca e il giovane poeta lucano Orazio, nativo di Venosa, che nel primo libro dei suoi Sermones, ha lasciato la V satira, che riguarda anche la città di Brindisi.

Il professor Giacomo Carito-3-2

Dopo l’intervento del professor Caputo, il presidente della sezione di Brindisi della "Società di storia patria per la Puglia", professor Giacomo Carito (foto sopra), ha relazionato sugli insediamenti medievali lungo le consolari romane in territorio di Brindisi. Carito ha evidenziato come l’AppiaTraiana in età romana fosse interessata da vari insediamenti produttivi. Nel Medioevo, nell’area di Guaceto, vi era un forte insediamento di Cavalieri di San Giovanni. Proseguendo lungo la Traiana l’insediamento più interessante era quello di Jaddico. La chiesa di Jaddico sorse per iniziativa dei canonici regolari del Santo Sepolcro. Poco dopo l’insediamento di Jaddico vi era l’insediamento di San Lazzaro, una struttura ospitaliera a vantaggio soprattutto dei malati di lebbra. Il professore si sofferma poi sull’altro grande asse di collegamento, quello dell’Appia tradizionalmente intesa, che viene prolungata prima fino a Capua, poi da Capua a Benevento, da Benevento a Taranto e, infine, da Taranto a Brindisi probabilmente in occasione della prima guerra macedonica per esigenze, inizialmente, essenzialmente militari. Anche nel tratto tra Mesagne e Brindisi nel Medioevo si trovavano numerosi insediamenti. 

Il professor Giuseppe Marella-2

Il professor Giuseppe Marella (foto sopra) della "Società di storia patria per la Puglia" ha relazionato sulla Via Appia e il Grand Tour, soffermandosi sul  viaggio verso Brindisi di Richard Colt Hoare nel 1789. Il Grand Tour era il viaggio di formazione che tutti i rampolli delle classi abbienti di età moderna effettuavano tra gli inizi del Seicento  e gli anni trenta dell’Ottocento. Nel Settecento il fenomeno coinvolse i giovani provenienti da tutta Europa che si misero in viaggio con le loro carrozze e le loro cavalcature. Il loro intento era riscoprire il mondo classico visto come modello insuperabile di virtù. Marella prosegue ricordando che agli inizi del Settecento il Grand Tour italiano si limitava all’Italia centro-settentrionale, poi però ci furono due punti di svolta: l’esposizione a partire dal 1738 degli scavi di Ercolano e Pompei, evento che attirò gli intellettuali di tutta Europa al di sotto di Napoli, e la pubblicazione nel 1759 di un opuscolo di Winckelmann sull’architettura del Tempio di Girgenti in Sicilia, attraverso il quale tutti i cultori della civiltà ellenica scoprirono la Magna Grecia e la Sicilia e si misero in marcia verso il Sud Italia. I viaggiatori che giungevano nel Sud Italia si servivano anche della Via Appia. 

Il convegno sulla Via Appia è proseguito con l’intervento, in videoconferenza da Roma, dell’architetto Simone Quilici, direttore del Parco archeologico dell’Appia Antica, parco che, come spiegato dall’architetto,  per decreto istitutivo ha il compito di coordinare la valorizzazione dell’intero tracciato della Via Appia, da Roma a Brindisi. Nel corso del suo intervento Quilici ha parlato del diverso destino che hanno avuto i tanti tratti dell’Appia e dei due temi importanti su cui il parco lavorerà nei prossimi anni: la candidatura Unesco e il sistema museale dell’Appia. Il convegno è terminato con l’intervento dell’architetto Luigi Oliva del Parco archeologico dell’Appia Antica, che ha relazionato su “Storia, attori e strategie per la tutela e la valorizzazione della Via Appia nel comprensorio romano. Il ruolo del Mibact”. Nella sua relazione tecnica l’architetto si è soffermato sulla parte storico-archeologica dell’Appia, in particolare quella riguardante il tratto romano, puntando l’attenzione sulla fortuna dell’Appia, e su una serie di importanti attività e progetti di valorizzazione della consolare che mirano a rendere l’Appia un itinerario culturale. L’architetto Mina Piazzo dell’associazione "Brindisi e le antiche strade" al termine del convegno ha ricordato che come ogni anno, in occasione dell’"Appia Day", le colonne romane sarebbero state illuminate con i colori dell’ocra e dell’azzurro. 

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