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Brindisi e il legame storico con i santi portati dal mare

“Sacri approdi nel porto di Brindisi”: questo l’argomento centrale del XLIV colloquio di studi e ricerca storica promosso da Granafertart, dalla sezione brindisina della Società di Storia Patria per la Puglia e dal Centro Studi

BRINDISI - “Sacri approdi nel porto di Brindisi”: questo l’argomento centrale del XLIV colloquio di studi e ricerca storica promosso da Granafertart, dalla sezione brindisina della Società di Storia Patria per la Puglia e dal Centro Studi per la storia dell’Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni. Il convegno, introdotto e coordinato dal professor Antonio Mario Caputo e patrocinato dal Comune di Brindisi, si è svolto mercoledì sera alle 17.30 presso la Sala Conferenze di Palazzo Nervegna. Gli indirizzi di saluto del convegno di studi, che ha proposto un tema molto interessante, sono stati affidati a Monsignor Domenico Caliandro, alla dottoressa Antonella Golia, responsabile del progetto di valorizzazione Granafertart, e a Giacomo Carito, presidente del Centro Studi per la storia dell’Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni. 

Monsigno Caliandro ha ricordato come da quando è arcivescovo di Brindisi, nei suoi interventi si sia sempre rivolto ai giovani, chiedendo Al centro Teodoro De Giorgio-2loro di innamorarsi della città, perché: “Dove non c’è l’amore non c’è entusiasmo, non c’è vita”. 

E dall’amore per questa città e per la sua storia è nato il progetto Granafertart. A parlarne durante il convegno è stata la dottoressa Antonella Golia. Per la responsabile del progetto di valorizzazione, il modo migliore per valorizzare un bene culturale è “farlo esplodere in tutte le sue specificità e potenzialità”. “All’interno del bene si devono creare delle relazioni, sia con i visitatori ma soprattutto con i residenti, con i cittadini”, afferma la responsabile, “bisogna creare una cultura specifica, non solo orientata al prodotto e al consumatore, ma bisogna puntare alla cura dei dettagli e alla massima accoglienza. I contenitori culturali piccoli possono instaurare delle relazioni con la città, rendere viva la cultura dell’accoglienza, e “caldo” deve essere il rapporto con la cittadinanza”. “Per realizzare tutto questo però”, prosegue, “servono le persone. Al giorno d’oggi non se ne può più fare a meno. Chi accoglie, chi accompagna, chi spiega, deve rendere familiare, calda, l’esperienza culturale”. 

Da sinistra, Domenico Caliandro e Antonio Caputo-2Il progetto di valorizzazione Granafertart è nato nell’ambito del piano di azione e coesione individuato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri- Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, a seguito dell’avviso pubblico “Giovani per la valorizzazione dei Beni Pubblici” ed è stato ideato da due realtà brindisine: l’Associazione Ar.tur-Luoghi d’arte e d’accoglienza e la società Eliconarte. Tra i tanti servizi offerti nell’ambito del progetto vi sono: il book-shop con annesso infopoint, situato all’interno di Palazzo Nervegna, e ben sedici attività rivolte ai giovani dai venti ai trentacinque anni e ai giovanissimi dai quattordici ai venti anni. “Sono attività di animazione culturale, sono attività d’arte, laboratori d’arte, sono percorsi tematici, giornate di formazione e convegni storici”, conclude la responsabile, che termina il suo intervento soffermandosi sui numeri, molto positivi, dei primi mesi di attività. 

Del ruolo di Brindisi e del suo porto nel Medioevo ha parlato Giacomo Carito. Il professore ha ricordato come per il cronista catalano L'intervento della professoressa Maria Stella Calò Mariani-2Ramòn Muntaner il porto di Brindisi era il più attivo per i traffici verso il Levante. “Traffici che non erano solo legati al transito di pellegrini o mercanti diretti verso i Balcani o la Terrasanta”, spiega Carito, “ma traffici che alimentavano anche un grande indotto, perché si trattava di rifornire i presidi cristiani in Terrasanta. È Ramòn Muntaner”,  prosegue, 
“a dire esplicitamente che le navi in primavera partivano da Brindisi cariche di grano, olio, e tutto ciò che serviva per il sostentamento dei cristiani in Terrasanta”.

Il presidente del Centro studi per la storia dell’Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni rileva che “è probabile che proprio in quel momento avvenga quel passaggio che poi porterà al modulo organizzativo del nostro territorio, cioè quello articolato sulle masserie, che arriverà, di fatto, sino alla riforma fondiaria”. 

Da sinistra, Antonio Caputo e Giacomo Carito-2Carito ricorda quindi come a tutto questo si accompagnò anche l’arrivo dei sacri corpi: “Per Brindisi certamente il caso più noto è quello di San Teodoro, come per Bari quello di San Nicola o l’arrivo di icone miracolose come la Madonna della Madia a Monopoli”. Il professore termina sostenendo che: “Si può dire che non ci sia centro costiero pugliese che in qualche modo non abbia memoria di queste relazioni con l’area medio orientale, se non con la Terrasanta, proprio attraverso i santi patroni.” 

“Possiamo dire che in tutta Italia, nelle città bagnate dal mare, ci sia sempre un patrono, un santo che, secondo le leggende, le onde hanno miracolosamente portato agli approdi nei porti”, afferma il professor Antonio Mario Caputo, Segretario della sezione brindisina della Società di Storia Patria per la Puglia. “Tra tutte le regioni è la Puglia a distinguersi per avere un numero di santi che, galleggiando sulle onde, hanno scelto le nostre coste, le nostre città, per avere una nicchia privilegiata nelle pugliesi cattedrali romaniche” . 

“Nelle culture marinare, prosegue il professore, la religione, in quanto strettamente collegata al tipo di vita e ai rischi a cui la vita è L'intervento di Cristian Guzzo-2esposta, esprime tematiche che riflettono in modo simbolico il rapporto uomo-mare. Si tratta di radici millenarie, dove generalmente i santi cui è tributata la devozione dei pescatori, ma non solo, vengono dal mare a salvare la città o la ciurma da un punto d’incombente pericolo”. Per Caputo, “come nella realtà il mare può togliere vita e mezzi di sostentamento, ma più spesso garantisce la conservazione e la riproduzione del gruppo sociale cittadino, così nel simbolismo religioso il mare diventa elemento attraverso cui una comunità marina può acquisire il proprio patrono.” Il professore ha terminato la sua relazione evidenziando come intorno ad ognuno dei santi giunti dal mare, insieme alla canonica agiografia, ci sia sempre una leggenda. 

La relazione portante del convegno, incentrata sui “Sacri approdi nel porto di Brindisi”, è stata affidata a Maria Stella Calò Mariani, professore emerito di Storia dell’arte dell’Università degli Studi di Bari. La Calò ha offerto alcune importanti riflessioni “sul porto di Brindisi, sui modelli che dalla Terrasanta giunsero in Puglia e che a Brindisi trovano un’eco monumentale che ancora possiamo ammirare”. 
Di seguito la professoressa si è soffermata sui “culti e le immagini venute dal mare e sui tramiti della circolazione culturale che in maniera dinamica, attraversa il Mediterraneo lungo le rotte che vedono Brindisi tra le città portuali più importanti”. 

L'intervento di Giuseppe Marella-2Il Colloquio di studi e ricerca storica è proseguito quindi con gli interventi del dottor Cristian Guzzo, che ha relazionato sulla Reliquia del braccio di San Giorgio in Brindisi, soffermandosi su quelle che sono le notizie storicamente accertate sul braccio del santo; l’intervento del dottor Teodoro De Giorgio della Società di Storia Patria per la Puglia, che ha invece conferito sulla Traslazione delle reliquie di San Teodoro d’Amasea a Brindisi, ribadendo l’importanza di riscoprire questo santo, “uno dei più importanti della storia della cristianità”, perché: “fa parte delle nostre radici, non solo brindisine, ma anche pugliesi, ma anche nazionali e anche cristiane”. 

L’intervento del dottor Giuseppe Maddalena Capiferro, incentrato sulla Stauroteca di Cleveland, e l’intervento, del professor Giuseppe Marella, incentrato sulle Memorie di Brindisi nei diari di viaggio dei pellegrini medievali, hanno concluso il convegno di alto spessore culturale. 

Il prossimo appuntamento con la Società di Storia Patria per la Puglia è previsto per il primo di Aprile alle ore 17.30 presso la Sala Reale dell’Albergo Internazionale di Brindisi. Insieme al Rotary Club-Brindisi, si parlerà del salvataggio a Brindisi dell’esercito e del popolo serbo. 

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