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Sabato, 20 Aprile 2024
Cultura

Fo e i suoi nuovi amici del dormitorio

BRINDISI - "Un cappello multicolore ed un borsello da uomo realizzati interamente a mano e con materiali originali provenienti dal Burkina Faso (Africa). Sono questi i due regali che i ragazzi del dormitorio - ci segnala e ci scrive l'amico Dario Bresolin - hanno consegnato ieri alle 18, nella hall dell'Hotel Orientale, al Premio Nobel Dario Fo".

BRINDISI - "Un cappello multicolore ed un borsello da uomo realizzati interamente a mano e con materiali originali provenienti dal Burkina Faso (Africa). Sono questi i due regali che i ragazzi del dormitorio  - ci segnala e ci scrive l'amico Dario Bresolin - hanno consegnato ieri alle 18, nella hall dell'Hotel Orientale, al Premio Nobel Dario Fo".

"Il maestro, visibilmente toccato dal gesto, nonostante fosse già in ritardo per andare in teatro, oltre a ringraziare si è intrattenuto per alcuni minuti con loro chiedendo della loro condizione in Italia, delle loro famiglie e del loro lavoro in un clima di affettuoso rispetto, stringendo a lungo le mani di tutti e tre. I ragazzi hanno anche consegnato una lettera al maestro, chiedendo che la leggesse in un momento di maggiore tranquillità". Ecco il testo della lettera.

"Carissimo Maestro Fo, è una fortuna ed un onore oggi poterle rivolgere il nostro saluto ed accoglierla con infinito rispetto, così come i nostri nonni ed i nostri padri ci hanno insegnato.  Siamo oltre 160 ragazzi e veniamo da 12 Paesi lontani, dall'Africa e dall'Asia Minore, e viviamo in questa città da tanto o poco tempo. Qui in Italia ci chiamano “immigrati” ma non abbiamo mai perso la consapevolezza di essere persone, testimoni della nostra terra d'origine.

Quando alcuni buoni amici italiani, che noi consideriamo parte della nostra famiglia, ci hanno parlato di lei, ci hanno raccontato della sua arte e, con orgoglio di italiani, anche del suo Premio Nobel abbiamo potuto comprendere la sua importanza di uomo e di artista. Quando nelle nostre città e villaggi si riceve la visita di una persona così importante tutta la comunità è in festa. Oggi anche noi siamo in festa per lei anche se, nel cuore, insieme alla gioia di poterla accogliere c'è tutta la tristezza di non poterlo fare nella nostra “casa”.

Avremmo voluto cucinare e farle assaggiare i cibi della nostra terra. Avremmo voluto cantare e ballare per lei le canzoni e le danze delle nostre tradizioni. Avremmo voluto invitarla nella nostra “casa” e festeggiare questa sua “visita” con tutti gli onori dovuti ad un padre che viene a far visita ai propri figli.

Viviamo tutti in un “dormitorio” ormai affollatissimo, privo da anni di acqua calda e con i servizi igienici malridotti. Anche se qualcuno ha deciso che quel posto deve andar bene per noi, non possiamo invitarla in quella nostra “casa” perché proviamo vergogna e per lei, per la sua sensibilità di uomo e di padre, sarebbe una sofferenza e non una gioia.

Tutto ciò che possiamo fare è racchiuso in due piccoli oggetti, due doni per lei, che abbiamo confezionato con le nostre mani, La preghiamo di accogliere questi doni e portarli via con lei così potrà in futuro avere quel piccolo ricordo del rispetto e dell'affetto di tanti figli venuti da terre lontane.

Oggi per noi lei è nostro padre che è venuto a trovarci. Per noi è una gioia.La ringraziamo per averci dato attenzione e gioia nel cuore. Il Dio di tutte le genti sia sempre con lei e con le persone a lei care. Senta il nostro abbraccio, con infinito rispetto, (a nome di tutti), Barra".

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