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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cultura

Gli angeli urbani di Tornese

BRINDISI - Come gli angeli invisibili del film “Il cielo sopra Berlino” di Wim Wender osservavano la città e ascoltavano i pensieri degli uomini dall’alto, così gli angeli dipinti da Fulvio Tornese, architetto di Lecce, osservano maestosamente dall’alto angoli di città e periferie surreali.

BRINDISI - Come gli angeli invisibili del film “Il cielo sopra Berlino” di Wim Wender osservavano la città e ascoltavano i pensieri degli uomini dall’alto, così gli angeli dipinti da Fulvio Tornese, architetto di Lecce, osservano maestosamente dall’alto angoli di città e periferie surreali. Tre angeli dalle dimensioni enormi, con tratti somatici appena accennati, con piccole teste e grandi ali, dipinti su tre tele anch’esse di grandi dimensioni, sono stati i protagonisti del vernissage tenutosi ieri alle 19 nella chiesa di San Michele Arcangelo, sede del Map, Museo mediterraneo dell’arte presente.

La personale inaugurata ieri, ideata e presentata dal critico d’arte Massimo Guastella, è stata organizzata con il Cracc Srl spin-off (Università del Salento), la Fondazione Biblioteca “A. De Leo” e il Centro studi “Edgardo Simone” ed è il primo degli appuntamenti del progetto site-specific “Pale d’altare al Map”, che intende dar vita a un connubio che valorizzi gli antichi complessi monumentali, come ad esempio il complesso delle ex Scuole Pie comprendente la chiesa di San Michele Arcangelo, dando risalto al tempo stesso alle opere contemporanee. Iniziative pensate per essere inserite in specifici luoghi dove diversi sistemi culturali si sovrapporranno.

Le vivaci pale d’altare di Fulvio Tornese dai colori molto forti e, come da lui affermato, “dolcemente sfrontati nei confronti di questo luogo splendido” sono intitolate “Angelo 1” (m 2,96x2,41), “Angelo 2” (m 2,38x1,97) e “Angelo libraio” (m 2,34x1,97), e sono racchiuse nelle cornici in stucco di stile barocco del Settecento della chiesa dedicata a San Michele Arcangelo. Le pale d’altare riprendono una tradizione antica, quella delle opere d’arte commissionate per gli altari delle chiese, tradizione iniziata nell’XI secolo e sviluppatasi maggiormente dalla fine del XIII. La pala d’altare, detta anche ancòna, è quindi un’opera pittorica o scultorea di genere religioso, impreziosita da una cornice e situata sull’altare delle chiese o sul muro di fondo del presbiterio. Masaccio, Mantegna, Tiziano, Giotto, Caravaggio, tutti più grandi pittori hanno dato il loro contributo dipingendo pale d’altare necessarie alla liturgia e divenute poi opere immortali.

“È stata un’esperienza professionale bellissima perché lavorare su tele di queste dimensioni non è usuale”, afferma l’architetto Tornese. “In questo periodo tutta la mia opera è basata sull’indagine sentimentale della città. Amo moltissimo il Novecento, che considera la città tra i suoi soggetti preferiti, e fino alla pop art. Le pale d’altare tendono a narrare delle storie e nei miei quadri narro delle storie. Sono tre pezzi fatti contemporaneamente. Sono angeli moderni, figure, entità che mi piace pensare ci osservino, osservino le cose che facciamo. C’è anche una visione laica, non ho trovato disdicevole l’utilizzo di queste forme pop, legate anche all’idea del fumetto. Ho trovato che ben si adattassero a questi concetti”.

“Angelo 1 è in una posizione più protettiva, Angelo 2 dal punto di vista dinamico è più forte. Ha ali più svolazzanti. Di solito le mie figure non hanno connotati definiti, sono volutamente senza tratti somatici. Angelo libraio ha un accenno di tratti somatici. Sta piantando dei libri. È come se portasse dei doni”. Le opere di Tornese sono collocate all’interno della mostra permanente “Simposio” e ripropongono un mondo immobile, bloccato in una sorta di “stop-motion” in cui le forme sono equilibrate e bilanciate.

“Abbiamo spazi dedicati alla pittura da tempo dimenticati. È una chiesa che ha una nuova destinazione d’uso. L’idea era di allestire mostre che ospitassero una proposta pittorica. Abbiamo immaginato che questi spazi avessero bisogno di un ritorno alla loro fruizione”, afferma il professor Guastella. E sul progetto site-specific dice: “Il nostro progetto continua a valorizzare questo spazio e l’arte contemporanea”. Pensando alla pittura e alle opere site-specific il critico afferma che “le opere sono da sempre site-specific”.

Sull’opera di Tornese Massimo Guastella aggiunge: “Si avverte la componente dell’architetto, con le vedute urbane. È un linguaggio che guarda al rinnovo del pop, con linee marcate che segnano le sue vedute, i suoi uomini. È un architetto che guarda al suo personaggio. Qui sceglie un personaggio della quotidianità cui aggiunge due ali. Sono figure borghesi, con corpi enormi e teste piccole. È un racconto che lui ferma in stop-motion, dei fermo-immagine”. La personale di Tornese sarà visitabile sino al 31 luglio, dal lunedì al sabato, dalle 18.30 alle 21.

 

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