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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cultura Carovigno

"I resti di Morelli tornino a Carovigno"

CAROVIGNO – Il Circolo di Rifondazione Comunista, Partito comunista – Federazione della Sinistra di Carovigno, chiede al sindaco della città che i resti del carovignese Salvatore Morelli, grande uomo politico e deputato dell’800, ritornino nella sua città natale e che a lui venga dedicato un monumento al centro della città.

CAROVIGNOIl Circolo di Rifondazione Comunista, Partito comunista – Federazione della Sinistra di Carovigno, chiede al sindaco della città che i resti del carovignese Salvatore Morelli, grande uomo politico e deputato dell’800, ritornino nella sua città natale e che a lui venga dedicato un monumento al centro della città.

Salvatore Morelli nacque a Carovigno l’1 maggio 1824, personaggio risorgimentale d’alto livello intellettuale e culturale. E’ stato il primo politico italiano a chiedere la parità dei diritti per le donne. Ora i suoi resti si trovano nel cimitero di Pozzuoli (Napoli), città dove morì nel 1880 perché gravemente ammalato.

“Chiediamo al Comune di Carovigno – scrivono in una missiva i rappresentanti di Rifondazione Comunista – di erigere in Carovigno, in un posto centrale e visibile, un monumento a Salvatore Morelli. Chiediamo, inoltre, al sindaco del Comune di Carovigno e al commissario straordinario del Comune di Pozzuoli (Na), il ritorno dei resti mortali di Salvatore Morelli, per riportarli e inumarli nel cimitero di Carovigno, sua città natale”.

Salvatore Morelli intraprese i primi studi di indirizzo classico con l’aiuto di don Felice Sacchi, arciprete di Carovigno, e dei canonici Del Buono e De Castro nel seminario di Brindisi. Nel 1840, andò a studiare all’università di Napoli, nella facoltà di giurisprudenza e prepararsi agli esami da giornalista. Nella città Partenopea conobbe molti meridionali illustri e intellettuali stranieri.

Il giovane pugliese iniziò a seguire le orme di Mazzini e si affiliò alla “Giovine Italia” e diffuse il suo pensiero quando tornò nella sua città natale. Iniziò a scrivere negli anni successivi e a farsi conoscere come uomo politico e rivoluzionario, infatti, bruciò sulla piazza di Carovigno l’immagine del sovrano e pronunciò un discorso di rivolta contro il suo operato. Fu processato e condannato ad 8 anni di prigione. Dopo il carcere si trasferì a Ventotene dove iniziò ad esercitare la professione da avvocato.

Nel 1858 fu mandato a Lecce come sorvegliato speciale. Qui iniziò il cammino da liberale e iniziò a rivalutare la figura della donna ed infatti qui scrisse molti libri a favore dei diritti delle donne. Nel 1860 fondò nella città barocca insieme a Leonardo Cisaria, un quotidiano mazziniano “Il Dittatore” (ispirato a Garibaldi). L’anno successivo si trasferì a Napoli dove pubblicò la sua opera più importante “La donna e la scienza o la soluzione del problema sociale”.

L’opera racchiude sapere deduttivo, formativo, scientifico e basato sull’esperienza, il problema dell’emancipazione femminile e quello pedagogico sono intimamente connessi e collegati alla soluzione dei problemi della società. La donna rigenerata di Morelli, complementare all’uomo nella famiglia e nella società, è necessaria per il progresso di tutta l’umanità. A Napoli Salvatore Morelli si dedicò all’attività di giornalista, scrivendo sul quotidiano di Mazzini e sul giornale “Il Libero Pensiero” dei razionalisti.

Continuò anche a fare carriera politica. Nel 1875 presentò sette proposte di legge per la riforma del diritto di famiglia, aboliva la posizione dell’uomo come capo famiglia, stabilendo la parità dei coniugi, con inclusa l’assunzione del doppio cognome e introduceva il divorzio. Nel 1877 venne infine approvata una proposta di legge di Morelli, volta a riconoscere alle donne il diritto di essere testimoni negli atti civili, tra cui i testamenti. Fu la prima legge a favore delle donne in Italia. Salvatore Morelli morì a Pozzuoli nel 1880 a causa di una grave malattia.

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